1/12/2017 ● Cultura
Film: "La Signora dello zoo di Varsavia" di Niki Caro
Il cinema non finisce mai di stupirci e incantarci con le sue storie e
personaggi che affascinano, commuovono, consentendo allo spettatore di entrare
in un mondo immaginario che spesso si intreccia con la realtà.
Nel film " La Signora di Varsavia", il regista porta sullo schermo la storia
della resistenza polacca basata sul libro di Diane Ackerman.
L'opera con un impianto classico e narrativo contiene elementi di pathos, anche
se nella sceneggiatura vengono romanzati alcuni episodi per rendere più ricco e
complesso il ruolo dei protagonisti.
Il film piuttosto che indugiare sul dolore e la sofferenza preferisce
evidenziare quel lato umano che ha permesso di salvare tante vite.
La storia racconta di Jan Zabiski, direttore dello zoo di Varsavia, che insieme
alla moglie Antonina gestisce un giardino zoologico che ospita animali delle
specie più belle ed esotiche.
Nel 1939, in seguito all'invasione della Polonia da parte dei nazisti, lo zoo
viene bombardato distruggendo molti animali. Soltanto un accordo col capitano
nazista Lutz Heck, capo zoolologo, consente ai coniugi di riprendere il lavoro
col patto di lasciare le specie più belle al capitano, che li porterà a Berlino.
Jan e Antonina profondamente colpiti dalla ferocia dei nazisti, pur consapevoli
del rischio per la loro azione, danno rifugio nelle cantine e nelle gabbie
desolatamente vuote a circa 200 ebrei, che riusciranno con grande abilità a
farli uscire in segreto dal ghetto.
Molto toccante e coinvolgente la scena in cui gli ebrei, di notte al suono del
pianoforte di Antonina , escono dai loro miseri rifugi e ospiti dei padroni di
casa possono rivivere un momento di serenità, anche se offuscato da un velo di
tristezza per l'incerta sorte dei loro parenti e amici.
Grande prova di recitazione dei protagonisti ,soprattutto grande capacità
dell'attrice Jessica Chastain di calarsi nel personaggio in tutte le sue
sfumature.
L'attrice aveva già dimostrato talento nel film "The tree of life" diretto dal
filosofo e regista statunitense Terrence Malick.