4/11/2017 ● Cultura
Film: "Una questione privata" di Paolo e Vittorio Taviani
Dei numerosi film dei registi, di diverso genere, non possiamo esimerci dal
citare:"La masseria delle allodole", "La notte di San Lorenzo", "Padre padrone",
"San Michele aveva un gallo".
L'ultima opera dei consolidati registi, tratta dal capolavoro di Beppe Fenoglio
e presentato alla 12esima edizione del festival del cinema di Roma, descrive
l'ossessione di Milton (Luca Martinelli) giovane partigiano dubbioso che la
ragazza Fulvia (Valentina Belle') da lui corteggiata insieme all'amico Giorgio
(Lorenzo Richelmy) abbia preferito la corte di quest'ultimo.
Per chiarire la situazione, pensa di chiederlo all'interessato che milita in
un'altra formazione partigiana.
Alla scoperta dell'arresto dell'amico, torturato dai fascisti, cerca di
catturare un fascista per scambiarlo con Giorgio.
Questo comportamento crea una grande confusione tra guerra e gelosia, impegno
antifascista e sentimenti privati,
I talentuosi registi con un percorso coerente e lineare invitano lo spettatore
alla riflessione e al confronto con la storia e il presente.
Sono molto ben tratteggiati nel film i sentimenti che a volte conducono a scelte
irrazionali non in sintonia con l'ideologia e la ragione.
La bella fotografia di Simone Zampagni, essenziale e priva di toni eclatanti,
riprende il paesaggio verde e nebbioso delle Langhe e riesce a restituire la
bruttezza morale, il degrado, la disperazione e le inquietudini di quegli anni
tristi e bui.
Paolo e Vittorio Taviani affrontano il testo di Fenoglio con grande disinvoltura
e autorevolezza, per la loro lunga esperienza cinematografica e la profonda
conoscenza della seconda guerra mondiale e della lotta partigiana.
Le azioni belliche ridotte all'essenziale, coinvolgono lo spettatore e lasciano
tutti indifesi davanti a tanta desolazione e orrore.
Bello il finale, che vuol dimostrare che l'essere ancora in vita dopo la
terribile e traumatizzante esperienza, consente di accarezzare sogni e nutrire
speranze per un futuro migliore per se stessi e per le future generazioni.