2/11/2017 ● Cultura
ANPI: "Giorgio De Sanctis, il più giovane decorato di Medaglia d'oro d'Italia"
Nato a Guglionesi (Campobasso) il 17 dicembre 1921, deceduto a Roma il 21
gennaio 1982, funzionario ministeriale, Medaglia d'oro al valor militare.
Orfano di guerra (il padre, ufficiale medico, morì durante il primo conflitto
mondiale), è stato il più giovane decorato di Medaglia d'oro d'Italia. L'8
settembre 1943, De Sanctis si trovava, come sottotenente del Genio, a Trieste.
Catturato con il suo reparto dai tedeschi e avviato a un campo di deportazione,
il giovane ufficiale riuscì ad evadere nei pressi di Lubiana e a rientrare in
Italia dove, passata la linea del fronte, raggiunse Bari. Qui si arruolò
volontario nell'870° Gruppo guastatori del Genio (alle dipendenze del Servizio
Informazioni Militari) e ne assunse il comando col grado di tenente. La
motivazione della Medaglia d'oro al valor militare (consegnata a De Sanctis dopo
che era già stato decorato di Medaglia di bronzo e di Medaglia d'argento), ne
tratteggia così le imprese: "Giovane ufficiale del Genio, animato da alto senso
del dovere e grande amor patrio, nell'ora difficile della lotta per la
liberazione del Paese occupato dai tedeschi, al comando di un nucleo di
guastatori, prima alle dipendenze dirette degli Alleati, poi inquadrato nei
reparti del genio del Gruppo di combattimento «Friuli», si prodigava
instancabilmente nel pericoloso lavoro della bonifica dei campi minati e
disattivazione di ordigni esplosivi. Primo fra i suoi soldati, costante esempio
di ardimento, trascinatore e esaltatore di eroismi. A Firenze, sotto il fuoco
nemico, agendo personalmente, apriva agli Alleati la via dell'unico ponte
rimasto intatto sull'Arno, guadagnando lode per sé e per il valore dei soldati
italiani. Sul Senio, nella costituzione della testa di ponte che doveva aprire
la via al Gruppo «Friuli» verso la vittoriosa avanzata su Bologna, mentre
incurante della reazione di fuoco nemico, con pochi arditi disattivava mine,
colpito e mutilato del braccio destro asportatogli da un colpo di mortaio,
raccoglieva i suoi uomini feriti dallo stesso scoppio, li caricava sulla sua
jeep che di persona guidava mescolando con essi dolore e sangue sino al più
vicino posto di medicazione dove, serenamente vincendo il dolore e la debolezza,
imponeva, fra la stupita ammirazione degli astanti, fossero date le prime cure
ai suoi soldati pur meno gravi di lui. Figura di combattente da leggenda, ardito
fra i più arditi, nobile e mirabile esempio di eroismo che ha saputo confermare
e perpetuare nel tempo le tradizioni di valore del soldato italiano". Nel
dopoguerra Giorgio De Sanctis, che sopravvisse mutilato, si laureò in Legge, nel
1947, all'Università di Roma. Nel 1949 fu collocato in congedo assoluto ed
iscritto nel Ruolo d'onore col grado di capitano. Promosso maggiore nel 1960 e
tenente colonnello nel 1962, ha lavorato, sino al pensionamento, al Ministero
del Commercio con l'estero come funzionario. Nel 2000, ad Udine, nella sala
storica della Caserma del Genio guastatori, è stato collocato un busto della
Medaglia d'oro De Sanctis.
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