19/9/2017 ● Guglionesani
Emerenziana Ludovici, oltre 104...
Emerenziana Ludovici, è nata a Guglionesi (CB) il 17 settembre 1913 in Largo
Gianni quattordici. Risiede a Roma in Largo Pannonia ventitré, accudita dai
figli Gianfranco e Mario Casale. Molto probabilmente, considerando i nati a
Guglionesi, con i suoi 104 anni, è la persona più longèva del nostro paese. A
parte gli acciacchi dovuti all’età, Emerenziana ha una discreta salute. Un
grande merito va dato alla signora Maria Ursu, originaria di Timisoara, in
Romania. Da sette anni, la assiste quotidianamente con cure amorevoli, attente e
competenti. Maria si è integrata molto bene in famiglia ed è diventata un
riferimento importante per i figli Gianfranco e Mario che, la stimano
tantissimo, e hanno verso di lei una riconoscenza senza limiti.
Il padre di Emerenziana, Enrico Ludovici era veterinario, sua madre, Giulietta
Tarantino, era una nobildonna. E’ la nipote del Rev. Can. Don Giacomo Ludovici
(1878 - 1952). Don Giacomo, durante il suo servizio è stato Cappellano della
Confraternita di S. Antonio di Padova dal 1904 al 1927 e Vicario Parrocchiale di
Guglionesi dal 1924 al 1933. Ebbe il grande merito di intuire che, nel nostro
paese, per l’educazione e l’istruzione cristiana di tanti bambini, era
necessaria la presenza di educatrici. Nel 1928 si recò a Roma e dopo un’udienza
con la Madre Generale e fondatrice delle Suore Missionarie Zelatrici del Sacro
Cuore, Madre Clelia Merloni, arrivò a Guglionesi un gruppo di cinque suore
accompagnate dalla Reverenda Madre Vicaria Suor Marcellina Viganò.
Nel mese di dicembre dello stesso anno, in alcuni locali messi a disposizione
dalla famiglia Leone, ubicati nell’ex Palazzo ducale dei Caracciolo in via Roma,
fu fondato l’asilo infantile “G.B.Leone”. Immensa fu la gioia di tante famiglie,
felicissime di fare assieme ai propri figli, una sana esperienza cristiana,
ricreativa e istruttiva. Le suore del Sacro Cuore di Gesù hanno operato a
Guglionesi fino al 29 agosto del 2013. Il 9 settembre dello stesso anno, sono
arrivate le suore Ancelle Eucaristiche che, ancora oggi, con amore cristiano e
spirito educativo, curano la crescita dei nostri bambini.
A soli due anni, Emerenziana rimase orfana di padre a causa di un incidente, e
tutta la famiglia, mamma Giulietta, la sorella Gina e suo fratello Manlio,
furono sostenuti dal nonno paterno Luigi Ludovici, padre del Canonico Don
Giacomo, che, fece loro, da “secondo padre”. Questi era nato in Vico Seminario
quattro. In un locale in prossimità di Vico Enea e Giuseppe D’Aloisio svolgeva
la professione di farmacista. Sua moglie era la nobildonna Anna Maria Luisa De
Santis.
Non si può dire che la buona sorte corresse dietro di loro, difatti, dopo
qualche anno, “persero” anche il “secondo papà” che, per fortuna, lasciò a
Emerenziana una ricca dote che le permettesse di affrontare con serenità il
proprio futuro. Fu affidata alle cure dello zio, Gabriele Tarantino, fratello
della madre Giulietta. Questi viveva a Napoli, città di cultura e di bellezze,
con la moglie Elvira. Giunta l’età degli studi superiori, Emerenziana si
trasferì a Napoli dagli zii, ben felici d’ospitarla, anche perché non avevano
figli. Ma, c’è bisogno di dirlo? Appena conseguito il diploma Magistrale morì
anche lo zio Gabriele, lasciando la moglie che, non era di Guglionesi, sola
nella grande casa di Corso Garibaldi. Emerenziana, benché gli studi fossero
terminati, per farle compagnia, si trasferì quasi stabilmente a Napoli, tornando
ogni tanto a Guglionesi dalla mamma Giulietta e dalla sua amica del cuore, Iole
Carusi, figlia del deputato guglionesano Mario Carusi.
Roberto Casale, un bel giovane nato a Napoli il 6 febbraio 1914, avendo vinto un
concorso al Ministero delle Finanze, fu mandato a prendere servizio a
Guglionesi. Alloggiò nella locanda in via Largo Gianni, gestita dalla famiglia
Colonna, proprio di fronte alla casa dei Ludovici. La locandiera, un po’ per il
gusto dell’intrigo, un po’ per pettegolezzo, forse anche per convenienza, o
chissà perché, aveva un suo modo di fare alquanto discutibile e singolare. Nella
sua mente aveva un chiodo fisso: tutti i giovani forestieri che soggiornavano
nella sua locanda, specialmente attraverso i suoi buoni uffici, dovevano
accasarsi con ragazze del posto. Sapendo che Emerenziana, in quel periodo,
viveva a Napoli dalla zia Elvira, cercava in tutti i modi, il pretesto per
stabilire un contatto tra i due giovani. Con sfacciata insistenza cercò di
convincere sua madre Giulietta che c’era la possibilità di far recapitare a
Emerenziana, qualche lettera o un pacchetto, senza nessuna spesa, da parte di un
suo giovane ospite che, ogni tanto, tornava a Napoli dalla famiglia. Donna
Giulietta, agli inizi fu abbastanza titubante e alquanto indignata, in seguito,
anche se a malincuore, accettò. Il giovane Roberto partì per Napoli, consegnò un
pacchetto, ma non riuscì a parlare con la ragazza, fece appena in tempo solo a
intravedere la sua leggiadra figura, e ne rimase colpito. Ritornato a
Guglionesi, Roberto si sentì male. Una notte, la febbre lo divorava a tal punto
che si sentì perduto. Delirando, gli venne in mente il bellissimo volto
intravisto a Napoli e, in quella notte di febbre e di sgomento, nacque
“spontaneo e disinteressato” l’amore per la bella Emerenziana, in seguito,
ampiamente ricambiato. La dote premurosamente lasciata da “Papà Luigi” andava
oltre le necessità degli studi tanto che, Roberto ed Emerenziana, si sposarono
il 29 ottobre 1938 a Pompei. Anche Gina, la sorella maggiore di Emerenziana,
sposò un frequentatore della locanda dei Colonna, un certo Alberto Giaccio di
Agnone (IS), a dimostrazione della grande abilità della locandiera di combinare
matrimoni. Per necessità di lavoro del marito si trasferirono a Formia (LT). Qui
nacque Gianfranco, vissero felici e sereni fino al fatidico 1943, quando Formia
fu contesa dagli americani e dai tedeschi. Vivere in città ad aspettare gli
eventi era molto rischioso e in tanti si ripararono nelle gallerie ferroviarie,
abbondanti nella linea Roma – Formia, anche Emerenziana e la sua famiglia erano
tra questi. Roberto, assieme ad altri civili, fu “rastrellato”, impacchettato su
un carro bestiame e spedito in un campo di concentramento in Germania a lavorare
nelle fabbriche tedesche. Subì la stessa sorte degli I.M.I. (Internati Militari
Italiani) le cui pagine di storia, ancora oggi, non sono state ancora
completamente scritte. Per un certo periodo non si ebbero sue notizie. Un giorno
Emerenziana, fortunosamente, ricevette un messaggio del marito dalla prigionia
che, la invitava, di riparare a Erba (CO), sul lago di Como. Prese il fagotto
che aveva, il figlioletto Gianfranco di tre anni, si mise in marcia da Formia, e
dopo varie peripezie si ricongiunse con suo fratello Manlio che lo aspettava a
Erba.
Roberto tornò dalla prigionia alla fine del 1945. Per il suo lavoro, si
trasferirono a Roma. Nel gennaio del 1947 nacque Mario.
Roberto Casale è morto a Roma nel 2010 alla bella età di novantasei anni, il
matrimonio con Emerenziana Ludovici è durato ben settantadue anni!
Un grazie particolare a Mario Casale, al Presidente dell’ONLUS San Nicola di
Guglionesi Antonino Pace, al Responsabile dell’Ufficio Anagrafe del Comune di
Guglionesi Antonio Russo e a Luigi Sorella di Ars Idea Studio Guglionesi, per la
preziosa collaborazione.
Fotografie:
1 - Emerenziana a 10 anni (1923)
2 - Emerenziana a 22 anni (1935)
3 - Emerenziana a 100 anni (2013)
4/5 - Emerenziana a 104 anni (2017)