30/8/2017 ● Cultura
Perdindirindina (Umberto Eco), ius soli (la politica divisa)
Propongo due brevi articoli: nel primo sottolineo l’impegno di Umberto Eco,
il grande saggista italiano, che si è occupato anche di cultura popolare. Nel
secondo provo a discutere in merito all’idea dello Ius soli, ovvero <<l’idea che
la condizione di tutti noi su questa terra sia quella di ospiti e viaggiatori,
più o meno nomadi o stanziali, più o meno accasati da qualche parte o pendolari…
>> (Cfr. Nadia Urbinati, politologa).
Umberto Eco si è occupato anche di temi considerati di un livello più basso dal
resto del mondo dell’accademia. Ad esempio Eco si occupò di personaggi
televisivi, come la “Fenomenologia di Mike Bongiorno”. Come si legge su “Post”
una testata giornalistica di Milano. Ecco un esempio della sua versatilità:
<<Oggi le nonne dicono “..azzo” invece di perdindirindina>>. Al Festival della
comunicazione di Camogli, in provincia di Genova, Eco nell’ultima parte della
sua lectio magistralis dal titolo “Tu, Lei, la memoria e l’insulto”, spiegava
come fino a qualche decennio fa le parolacce rappresentavano una forma di
ribellione delle generazioni più giovani nei confronti degli anziani: <<Le
scrivevano sulle pareti dei gabinetti della scuola, proprio per distinguersi
dagli adulti troppo perbenisti>>. Col tempo la parolaccia è stata sdoganata,
scriveva Eco : oggi la usano i politici, i giornalisti e persino le nonne
<<dicono”..azzo” invece di perdindirindina>>. Insomma questa nuova liberalità ha
tolto ai giovani uno strumento di ribellione : per loro il vero atto di rivolta
sarebbe tornare a usare “perdindirindina”. Il problema, scriveva Eco, è che i
giovani non conoscono più queste parole. E quindi si adoperava a fornire un
elenco di insulti desueti. Inoltre Umberto Eco aveva sempre avuto un rapporto
piuttosto complesso con le nuove tecnologie e in particolare con internet. In
una lectio magistralis tenuta all’Università di Torino aveva detto, parlando
della rete : <<E’ il luogo in cui nascono le più assurde teorie complottiste :
come per esempio le accuse sui gesuiti sospettati di aver affondato il Titanic e
ucciso Kennedy, e la costruzione di coincidenze numeriche sull’attentato delle
Torri Gemelle>>. Ciò detto, i lettori che vorranno leggere ulteriori temi di
Umberto Eco potranno consultare il “Post” sopra indicato.
Ius soli : la politica divisa e la situazione degli “Italiani senza
cittadinanza”. <<Chi più chi meno, tutti abbiamo radici trasportabili, e siamo
nati per caso qui o là. E questo la dice lunga sulle roboanti s-ragioni della
destra, leghista o penta stellata che sia ( Nadia Urbinati)>>. Molti sperano che
la legge destinata a introdurre Ius soli e Ius culturae (peraltro ben
temperati), approvata dalla Camera,non venga varata dal Senato alla ripresa
autunnale. L’interesse nazionale, per un Paese in drammatico declino demografico
e sempre più vecchio, consiste nell’integrare la massima quota possibile di
giovani nati in Italia o che vivono da tempo nel nostro Paese e vogliono
diventare italiani a tutti gli effetti. Sotto il profilo economico: non si puo
concepire una crescita strutturale con questo trend demografico. Sotto l’aspetto
della sicurezza e della pace sociale: impossibile garantirle se lasciamo che
questo Paese diventi un coacervo di ghetti in comunicanti se non ostili. Abitati
in quote sempre maggiori da chi non si sente parte della nostra comunità o
peggio ne viene escluso a priori. Se non saremo in grado di dare una prospettiva
italiana ai figli di chi è arrivato qui da tempo, ne pagheremo il prezzo e il
sogno di un Paese più giovane, unito e consapevole resterà tale (così Lucio
Caracciolo su la Repubbica). Condivido pienamente. Senza migranti come si fa a
sviluppare l’agricoltura, il turismo e quant’altro? E’ il caso di ricordare che
oggi in Italia le nascite sono tornate di nuovo a livelli minimi. <<I popoli
delle democrazie, quelle moderne soprattutto, sono composti di persone che sono
straniere tra loro e che, proprio per questo, si danno leggi basate sul
principio del rispetto e dell’eguaglianza di considerazione (Nadia Urbinati).