28/8/2017 ● Scuola
Dimensionamento scolastico ed offerta formativa territoriale: siamo ancora all'anno zero
L’Istituto Professionale di Campomarino non ha i numeri per ottenere una
classe prima. In questi giorni ci sono genitori di alunni che vi si iscrivono
per formare la classe. Casi simili ci sono anche altrove in regione. Gli alunni
diminuiscono (negli ultimi dieci anni si sono persi oltre 8.500 alunni ed il
prossimo anno scolastico vedrà altri 1.000 in meno nelle scuole molisane), la
politica regionale non ha fatto scelte in merito alla rete scolastica e tutto
diventa più complicato.
In Molise, lo sappiamo, la giunta regionale ha deciso di non affrontare il nodo
del dimensionamento delle istituzioni scolastiche. Ha messo nel cassetto
qualsiasi ipotesi su dove fare scuola e su quale deve essere l’offerta formativa
territoriale da dare agli studenti molisani. E’ un argomento oggetto di
discussioni occasionali, tese soprattutto a difendere l’esistente. Si tratta di
una politica miope che determina vari problemi. Vediamone alcuni.
Non si nominano dirigenti scolastici nelle sedi sotto dimensionate, ed allora si
dà luogo alle reggenze (ben 10 su 45 d.s.), in cui un dirigente scolastico è a
mezzo servizio su più scuole, con inevitabili ricadute negative sul versante
organizzativo e gestionale. Per la secondaria superiore non si procede a
delineare una offerta formativa territoriale, individuandone le aree e gli
indirizzi; non si può fare la stessa cosa dappertutto. Non si costituiscono i
poli professionali, quelli tecnici e quelli liceali, strumenti indispensabili
per affrontare in maniera organica anche il tema della sopravvivenza e della
valorizzazione delle scuole nelle aree interne. Nelle superiori abbiamo, invece,
istituzioni scolastiche accorpate solo per esigenze di numeri e non di percorsi
formativi omogenei. Così, ad esempio, non si garantisce la possibilità di
passare da un indirizzo all’altro. Si tratta di un tema attualissimo,
considerato che più di un terzo degli studenti dichiara di aver sbagliato nella
scelta della scuola superiore. E la dispersione scolastica è una delle piaghe
del nostro sistema d’istruzione, come lo è il basso numero di ragazzi che si
laureano (quasi la metà rispetto agli altri paesi europei). Il piano di
dimensionamento potrebbe rappresentare un modo efficace per affrontare la crisi
strutturale di alunni ponendo al centro, non la competizione tra le scuole, che
non devono giocare a chi si accaparra più studenti, ma la diversificazione
chiara e riconoscibile dei percorsi di studio, evitando duplicazioni di
indirizzi nei singoli territori, consentendo agli studenti di poter scegliere in
base alle loro aspirazioni e alle loro competenze acquisite. Dando, inoltre, la
possibilità di consentire ripensamenti in corso d’opera, senza traumi o
penalizzazioni.
Eppure gli strumenti per intervenire ci sono tutti. Occorre la volontà politica.
Si continua a gestire le emergenze. Ma esse presentano il conto, e senza un
progetto credibile si va verso situazioni di grave disagio. Chiudono corsi ed
indirizzi, si impoverisce il panorama delle possibilità date agli studenti, si
continua a fare la guerra tra poveri, non si combatte la dispersione scolastica.
Poi, nei dibattiti, si ripete che occorre investire nei settori della conoscenza
per affrontare, in maniera attrezzata, la complessità del mondo e per dare un
contributo alla crescita ed allo sviluppo dei nostri territori.
Ma, lo sappiamo, in Molise non abbiamo un assessore regionale con delega
all’istruzione, non abbiamo una legge regionale sulla materia. Non è dato di
conoscere come la regione intenda affrontare queste emergenze che rimandano a
carenze strutturali (tra un po’ inizierà l’anno scolastico e si riparlerà di
edifici non a norma e di sicurezza non garantita) ma anche alla mancanza di un
progetto per garantire agli studenti molisani una scuola pubblica di qualità.
Ad esempio, con il polo professionale nel basso Molise, il tema della
costituzione della prima classe a Campomarino si sarebbe potuto affrontare
diversamente.
Sergio Sorella
Presidente nazionale Associazione professionale Proteo Fare Sapere