26/4/2017 ● Cultura
Film: "La tenerezza" di Gianni Amelio
Tra i tanti film realizzati dal regista sono degni di nota: Lamerica (1994)
Porte aperte (1990), Così ridevano (1998), premiato col Leone d'oro al festival
di Venezia.
L'ultimo suo lavoro " La tenerezza", ambientato a Napoli, racconta la storia di
un padre (Lorenzo) e dei suoi figli non amati, una sorella e un fratello in
conflitto e di una giovane coppia apparentemente serena con due bambini.
Il protagonista, che avverte il peso dell'età, trascorre le sue giornate
errabondando tra i vicoli di Napoli. Dopo aver abbandonato la professione di
avvocato, svolta in maniera non integgerrima, in seguito alla morte della moglie
, a cui aveva procurato grandi dispiaceri, chiude i rapporti anche con i figli.
La solitudine, la monotonia e qualche leggero senso di colpa sono mitigati dal
tenero rapporto col nipotino e dalla conoscenza di una giovane coppia del nord,
lui ingegnere navale insoddisfatto, lei affettuosa e comunicativa madre di due
bambini che cela abilmente le sue inquietudini.
Il contatto con i nuovi inquilini sembra placare il suo animo che si apre alla
confidenza e al dialogo. Un tragico incidente costringe Lorenzo a misurarsi con
quei sentimenti volutamente repressi e negati, ma il dolore non sembra far
breccia nel suo cuore.
Il film mette in luce la difficoltà di esprimere i sentimenti, l'imprescrutabilita
' dell'animo umano, l'angoscia esistenziale, la non accettazione del tempo che
passa, la fatica di superare il proprio egoismo, la sottile linea di
demarcazione fra normalità e follia.
Il finale del film si apre alla speranza e Lorenzo inizia ad avvertire un po' di
tenerezza per le persone, sentimento molto distante dall'amore che comporta
rinuncia, sacrificio, dono di sé, accettazione incondizionata del prossimo con
pregi e difetti.
Il film si ispira al romanzo di Lorenzo Marone " La tentazione di essere felici
".
Il cinema anche se non riesce più a esprimere i capolavori del passato, ci
immerge in un mondo meraviglioso e magico e come asseriva il grande regista
Alfred Hitchcoc " ci fa abbandonare la logica entrando nel mondo incantato
dell'immaginazione".