27/1/2017 ● Solitudini d'autore
La politica è guidata più da interessi che da progetti
[Mons. Nunzio Galantino. presidente della CEI Conferenza episcopale italiana]
La politica è guidata più da interessi che da progetti
A guidare la politica, nel senso del governo della cosa pubblica, non sono i
grandi progetti per costruire un futuro migliore ma le decisioni del giorno per
giorno, spesso condizionate da interessi più particolari che generali. Le
scelte, individuali e pubbliche, sono guidate per lo più dal perseguimento di
interessi e fini immediati e poco meditati, dettati spesso dalla ricerca
dell'utile e meno da un progetto consapevole e a lunga scadenza. [...] Non è
forse quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di
ambizioni personali all'interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi. La
politica é ben altro, ma per comprenderlo é inutile prodursi in interminabili
analisi sociologiche o in lamentazioni, quando é possibile guardare a esempi
come quello degasperiano.
Gli ultimi non siano più scarti
Il comandamento dell'amore, che per il Vangelo riassume tutti i comandamenti,
porta a intendere gli ultimi non più come scarti, ma come persone da sollevare e
delle quali condividere la sorte. La diffusione del cristianesimo è l'evento che
più ha rivoluzionato la storia del mondo e il modo di pensare l'humanum. Credere
in un Dio che soffre fino alla morte, che è il punto drammaticamente più alto
del limite; e credere in un Dio che vince il male assumendo la debolezza altrui
introduce una visione che stravolge per sempre le categorie attraverso le quali
si pensa il divino.
La Chiesa si rinnovi e sia “ospedale da campo” degli ultimi
Anche la Chiesa è sollecitata a rinnovarsi». E nonostante, ha spiegato, le
comunità ecclesiali e le associazioni siano già «un mirabile segno della
presenza di Dio e della carità che da lui promana», tuttavia la Chiesa «è
sollecitata a rinnovarsi nelle sue strutture, nelle dinamiche decisionali e
nelle prassi concrete. [...] Una Chiesa che fa del limite una risorsa assume lo
stile missionario tanto invocato da Papa Francesco, divenendo sempre meno
dispensatrice di servizi e sempre più “ospedale da campo”, chinata sugli ultimi,
nei quali è racchiusa la più grande ricchezza, nei quali è presente lo stesso
Signore, dai quali spera di essere accolta nel Regno di Dio.
La politica non ha fatto il suo mestiere
La politica ora non salti sulla sedia per decidere quando votare si interroghi
piuttosto sui motivi che hanno portato alla situazione attuale. Mi pare che sia
sotto gli occhi di tutti che ci siano due leggi elettorali frutto del lavoro
della magistratura. Non è normale: vuol dire che la politica non ha fatto il suo
mestiere. [...] La politica deve riflettere e interrogarsi su questo. Si devono
domandare: “Veniamo pagati per fare queste cose e c'è altra gente che le fa al
posto nostro?”. Non è normale un Paese in cui per prendere decisioni si aspetta
che sia qualcun altro a decidere, io lo trovo drammatico [...] Devono essere uno
strumento per dare risposte concrete e non devono essere strumentalizzate per
altro. Non sta ai vescovi occuparsi della data del voto in Italia, quel che
diciamo è che è importante che l'elezione non sia un diversivo, uno strumento
con cui Tizio si prenda la rivincita su Caio. Occorre risolvere i problemi e non
rinviare le soluzioni. Le elezioni possono cambiare il mondo, vedete l'America,
ma possono essere anche un diversivo per chi si vuole contare. I vescovi alzano
la voce per chiedere un Piano nazionale contro la povertà e decreti attuativi
che diano concretezza a provvedimenti a favore della famiglia: rinviare le
misure per aiutare le famiglie significa ritardare la vita serena delle stesse
famiglie e finire in balia del primo populista che si alza.