13/10/2016 ● Politica
Comunicato del Comitato Si al Referendum Guglionesi
Nei giorni scorsi, come riportato dagli Organi di informazione, alcuni
consiglieri regionali molisani hanno dato vita ad un Comitato per il “NO” al
referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo.
Buon ultima tra le ragioni ispiratrici del no del costituito comitato è l’ormai
inflazionato argomento della illegittimità del parlamento eletto con il
porcellum, dichiarato incostituzionale. E’ inutile aspettarsi da chi ha
consuetudine con la funzione legislativa una analisi un po’ meno superficiale?
Abbiamo già pubblicato la parte della sentenza della corte costituzionale che
nel dichiarare la incostituzionalità della passata legge elettorale precisava a
chiare lettere la piena legittimità del parlamento e la sua totale idoneità a
legiferare, e quindi non vi torneremo sopra. Se non si vuole intendere è chiaro
che le ragioni del no sono altrove.
Gli altri motivi addotti non brillano di originalità: verticismo,mancata
garanzia della sovranità popolare, maggiore confusione dei processi legislativi.
Il verticismo, se lo si vuole chiamare così, è osservazione accettabile entro
precisi termini; vero, il governo vedrebbe snellito l’esercizio della sua
attività, più semplice e tempestivo nei modi e termini , ma tutto ciò si
verificherebbe senza peraltro toccare né ampliare alcuno dei poteri già
attribuiti dalla costituzione attuale.
Per quanto riguarda la sovranità popolare è bene che venga riletto il quinto
comma del nuovo art.57, modificato espressamente per consentire all’elettore la
scelta del consigliere regionale destinato al senato. Di confusione del processo
legislativo si potrà parlarne meglio e più diffusamente quando le obiezioni
saranno meno generiche e superficiali.
Ma le connotazioni della riforma costituzionale che più hanno sollevato il
clamore dei componenti del Comitato per il “no”, promosso dai consiglieri
regionali molisani, sono quelle che riguardano i costi della politica, almeno
stando a quanto pubblicato.
A loro giudizio infatti i costi non vengono ridotti, se non in misura molto
limitata; nelle riduzioni non verrebbero erroneamente incluse,poi, le diarie e i
vitalizi di ex consiglieri e senatori.
Quest’ultima osservazione è esatta ma quelle voci non sono state toccate dalla
riforma perché non avrebbero potuto esserlo; siamo uno stato di diritto nel
quale le diarie si debbono pagare perché sono rimborsi spese ed i vitalizi
perché sono diritti acquisiti.
Sono ridotti, anzi eliminati, se nel Referendum prevarrà il “SI”, i rimborsi ed
altri trasferimenti monetari a carico della finanza pubblica, per i gruppi
politici dei Consigli Regionali. Ma i componenti del comitato pongono in
evidenza l’importanza di queste spese richiamando l’esistenza di analoghe
provvidenze per i gruppi politici di Camera e Senato. Con poco pudore, per la
verità. Il Molise ha un primato: il numero più basso di abitanti per consigliere
(14.936) in quanto ha venti consiglieri per poco più di trecentomila abitanti.
Fare un confronto con i parlamentari è onestamente cosa che sfiora l’assurdo.
Un ulteriore e significativo risparmio ci sarà, se nel referendum prevarrà il
“SI”, in quanto il compenso dei 315 senatori non verrà più erogato per gli anni
a venire. 215 Senatori infatti resteranno a casa e i 100 che comporranno il
nuovo senato non percepiranno altro compenso che quello a cui hanno diritto come
sindaci o consiglieri regionali. I consiglieri regionali eletti nelle prossime
consultazioni non percepiranno più le attuali indennità, in quanto il loro
compenso non potrà superare quanto percepisce il Sindaco della città capoluogo
di regione.
Non vogliamo pensare che i componenti del comitato per il no, consiglieri
regionali in carica, ignorino questi particolari; oppure dobbiamo pensare che li
conoscano anche troppo bene?
Dott. Antonio di Prospero
COMITATO DEL SI’ - GUGLIONESI