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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 26/8/2016 ● Click 1420

Poesia: " ' A livella" di Totò


Maria Antonietta Cacchione © FUORI PORTA WEB

Antonio De Curtis, in arte Totò, ha scritto diverse poesie, sicuramente la più interessante ed espressiva è 'A livella".
La lirica inizia con la visione di una persona, che in occasione della ricorrenza dei defunti, si reca al cimitero per rendere omaggio alla zia. Il visitatore, attardandosi, rimane dentro.
Durante la notte, assiste a un vivace dialogo tra due defunti: un ricco marchese e un netturbinio sepolto in una umile tomba disadorna. Lo spazzino si ribella ai soprusi e angherie del marchese, dichiarando che la morte rende tutti uguali dicendo:

"STI PPAGLIACCIATE 'E FFANNO SULO ' E VIVE:
NUJE SIMMO SERIE... APPARTENIMMO ' A MORTE!".

La poesia descrive, con estrema malinconia, lo stretto rapporto che continua a esistere, anche dopo la morte, con i propri cari, che porteranno sempre nel cuore e nella memoria il ricordo, l'amore, il rispetto per la persona scomparsa che continuerà a vivere dentro di noi.
La società tende a erigere steccati tra ricchi e poveri, colti e persone semplici, sani e ammalati. La morte, misteriosa realtà, annulla le distanze e le differenze. Ogni essere umano dovrebbe fare un'approfondita riflessione sul senso, significato e precarietà dell'esistenza al fine di migliorare i rapporti umani, rispettando la propria vita e la vita del prossimo.
Le sontuose tombe e i maestosi monumenti presenti in alcuni cimiteri, rappresentano un'inutile ostentazione di opulenza, che suona come insulto nei confronti della maggioranza senza voce e volto, costretta a vivere ai margini della società.

 


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