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Caro direttoreGuglionesi
Pubblicato in data 19/7/2016 ● Click 3187

Caro direttore (mi collego allo scritto del professor Pretore): Matteo, un grande amico


Lucia Lamanda © FUORI PORTA WEB

Esimio professore,
colgo l'occasione con il suo ultimo scritto, in cui ha trattato un tema molto delicato , duro ed alquanto complesso , che ha sconvolto l'intero paese per gli ultimi avvenimenti di cui tanto si è parlato..(a volte si è dato semplicemente fiato alla bocca del tutto scollegata al cervello), ovvero la scomparsa prematura di due giovani che in comune , non avevano altro che l'età e tanto affetto..per raccontare o per lo meno cercare di far conoscere meglio Matteo. Non sono qui a scrivere o sputare sentenze, al contrario di molti, sul perchè o per come , sia potuto accadere tutto ciò. Non conoscevo Nicola e di conseguenza non mi pronuncio per nessun motivo, non ne ho neppure il diritto . Sarebbe scorretto ed indelicato nei confronti dei tanti che oggi e per sempre piangeranno la sua scomparsa , cercando in tutti i modi di dare risposte a quelle domande alle quali nessuno davvero può rispondere , o , dare una vera giustificazione a ciò che è stato.

Professore, voglio anticiparla ed assicuralrla che la mia non vuole essere assolutamente una polemica riguardo ciò che lei ha analizzato in maniera impeccabile, evidenziando il disagio sociale che vivono i giovani , soprattutto in una realtà misera come la nostra .Lei ha parlato di insoddisfazione , noia, mancanza di stimoli, di istituzioni e/o comunità che danno poco ascolto ai giovani e , naturalmente come potrei non essere d'accordo con le sue osservazioni! Ma vede, lei ha dato però una chiave di lettura molto pragmatica, lucida , concreta. Non a caso è un professore. Le va riconosciuta la neutralità con la quale è riuscita ad esprimere il suo parere senza giudicare né condannare. Non è da tutti .D'altronde la sensibilità non è una dote che si insegna, o lo si ha già nel bagaglio alla nascita o se ne è sprovvisti.
Non sto qui ad elencare le enormi eresie che si sentono in giro riguardo la faccenda che più da vicino ha toccato il nostro paese. La tragica morte di Matteo. Va anche detto che il paese intero è sconvolto . C' è una strana calma apparente. E tra i ragazzi,gli amici di Matteo, pare essersi creato un legame "magico" in suo nome. Lo so è strano a dirsi ma chi lo conosce sa bene a cosa io mi riferisco. Ed è proprio questo che mi ha spinta a scrivere. La profonda stima e l'affetto che mi lega a Matteo e alla sua famiglia , mi ha imposto di raccontare a tutti chi davvero è Matteo, lasciando che sia la verità del suo essere a riprendere il posto rubato da quello strano essere "malato" che si racconta lui sia .(Non che a lui interessi il giudizio di nessuno). Matteo è ( mi piace parlare di lui al presente) un ragazzo umile, dolce, di una intelligenza che va al di là del normale e persino del "geniale". Una mente avida di sapere..Una mente che riesce ad immaginare l'inimmaginabile. Divoratore di libri, ma Appassionato di tutto ciò che è "fantastico", che va ben oltre la realtà piatta e scialba. Educato e dotato di una estrema sensibilità. Innamorato visceralmente della sua famiglia, dalla quale non potrebbe mai separarsi perché sa bene di essere amato e protetto , alla quale ha cercato in tutti i modi di non far pesare ciò a cui ha dovuto rinunciare , per non darle un dispiacere! Mi creda professore , da genitore le dico che, non è facile trovare un ragazzo di cotanto calibro come lo è Matteo.
Matteo non è neppure quel "folle" o "malato" ragazzo che non sà cosa davvero l'affligga. Al contrario ..conosce bene il suo dolore ma non riesce a lasciarlo capire a noi altri, semplicemente perché il nostro sguardo ed il nostro udito non riescono ad andare oltre ciò che è consentito vedere o sentire. Professore, continuo a rivolgermi a lei, perché confido nella sua intelligenza e nella sua sensibilità che le permette di volgere il suo sguardo oltre. Magari affacciarsi anche solo per un attimo nella fantastica realtà che Matteo ha in mente.
Una realtà della quale è consapevole sia quella giusta da vivere, più soddisfacente. Quella che tutti noi sognamo di vivere, fatta di equità, uguaglianza e rispetto .UTOPIA! Quella che lui pretende di vivere perché è giusto sia così. Quella alla quale è stanco di rincorrere e rinunciare. Quella alla quale alla fine decide di donare tutto se stesso.
Professore, mi piacerebbe che di Matteo e della sua famiglia si parli con umiltà e con enorme rispetto. Rispetto per le scelte che ha fatto con l'unico intento, quello di asicurargli un futuro migliore. Rispetto per il dolore che vive e che vivrà quotidianamente, senza pesare ulteriormente sui sensi di colpa che la divora, seppure non abbia nulla da riproverasi. Le è stata sempre vicino , presente, ed attenta ad ogni esigenza, da sempre.
Matteo non avrebbe potuto trovare genitori migliori dei suoi.
Ma soprattutto rispetto per quel ragazzo che a soli due anni già provava ad afferrare la luna con le sue piccole manine.
Ecco, questo è il Matteo che tutti avrebbero dovuto conoscere e soprattutto questo è il Matteo che va ricordato. Un grande amico.


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