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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 8/4/2016 ● Click 1342

Verso il referendum


M5S Guglionesi © FUORI PORTA WEB

Gentile Direttore, tra pochi giorni saremo chiamati ad esprimerci, tramite una consultazione referendaria, sulla volontà di far proseguire le estrazioni di petrolio e gas nel mare (entro le 12 miglia dalla costa) fino ad esaurimento del giacimento (votando NO al referendum) o al massimo fino alla scadenza della concessione vigente (votando SI al referendum).
Qualche considerazione non possiamo esimerci dal farla dal momento che come meet-up locale riteniamo che i referendum siano strumento privilegiato di democrazia diretta e per essi andrebbe quindi sempre sostenuta la partecipazione da parte di tutti coloro che della parola democrazia si riempiono (spesso impropriamente) la bocca.
Purtroppo però in molti avranno la tentazione inconsapevole (o la volontà perseguita e consapevole) di boicottare la consultazione. Ci sarà chi disilluso ed avvilito crederà inutile recarsi al seggio dal momento che la volontà popolare (già espressa altre volte e per altri argomenti con lo stesso strumento) è spesso disattesa dalle scelte di una classe politica che da troppo tempo ormai entra in parlamento parlando dei problemi della gente per poi guardare e parlare esclusivamente dei propri problemi (quando non ne trova di nuovi e più redditizi) e difendere i propri interessi. E c’è anche chi, tramite menzogne di ogni sorta, sta cercando di boicottare la partecipazione popolare nella consapevolezza che l’unico modo per far vincere il “NO” al referendum è il non raggiungimento del quorum. E pensare che tra questi ultimi ci sono gli iscritti e tesserati del partito di maggioranza, il PD, lo stesso partito che, attraverso il governo, vorrebbe far scendere un velo di silenzio sulla campagna referendaria e che 5 anni fa lamentava, in occasione dell’ennesimo referendum sul nucleare, tacciandolo (giustamente) di antidemocraticità lo stesso comportamento del governo allora in carica, cercando di avallare, con giustificazioni del tutto analoghe (e rendendosi così ridicoli agli osservatori anche meno attenti) a quelle dei sostenitori del nucleare, le loro scelte.
Certo tra il PD e FI grandi differenze non ve ne sono (a tal punto che giustamente qualcuno li chiama Partito Unico) ed anche nelle circostanze esterne ai referendum, purtroppo per loro (ma anche per noi in questo caso), vi è una strana analogia. Infatti nel marzo 2011, a poca distanza dall’appuntamento referendario in Italia, vi fu un danneggiamento di una centrale nucleare giapponese che manifestò (al di là di quanto sostenevano i promotori e fautori del nucleare) la non assoluta sicurezza di tali impianti. Così in questi giorni a due settimane dal referendum “trivelle” giunge la notizia di un disastro ambientale sul fiume Loira proprio a causa di fuoriuscita di greggio da un impianto di estrazione. La realtà è sempre più grande e non si lascia imprigionare dagli schemi (il)logici che vorrebbero affibbiargli.
Ma affinché non si lasci adito ai nostri detrattori di chiamarci gufi per quel che diciamo e per la realtà che vediamo, elenchiamo di seguito le ragioni che ci spingono convintamente a votare “SI” (invitando i suoi lettori a fare altrettanto):
1) Se è vero che su 48 piattaforme interessate solo 9 estraggono petrolio e le restanti gas, è anche (e soprattutto) vero che la chiusura (a scadenza dell’autorizzazione e non subito) di tali piattaforme non produrrà alcuna crisi energetica poiché già attualmente il nostro fabbisogno di gas e petrolio è coperto per il 90% dall’estero (e per quanto riguarda il petrolio le piattaforme interessate rappresentano lo 0,8% del nostro fabbisogno);
2) L’esito del referendum (ed in particolare la vittoria dei “SI”) non sarà causa di crisi occupazionale (come falsamente qualcuno cerca di insinuare) in quanto le concessioni in essere resteranno valide fino alla loro attuale scadenza (le prime delle quali nel 2022), quello che non sarà possibile fare sarà il rinnovo delle concessioni fino all’esaurimento del giacimento;
3) Anche se nelle acque italiane, a causa di queste piattaforme, non è mai successo nulla, è innegabile che il rischio di incidente c’è (checché ne dicano i falsi rassicuratori) e prolungare fino ad esaurimento del giacimento l’autorizzazione a trivellare significa solo prolungare tale rischio;
4) Se è vero che l’Italia dipende ancora dal gas e dal petrolio per i propri consumi energetici, è pur vero che la dipendenza dagli idrocarburi sta diminuendo a favore delle energie rinnovabili e la vittoria del “SI” al referendum sarebbe un segnale forte della volontà popolare di puntare ancor più su tali energie in grado di creare molto più lavoro delle stazioni di estrazione.
E sorvoliamo sulle notizie di cronaca giudiziaria e di corruzione che in questi giorni stanno interessando membri autorevoli del governo e che mostrano quanto chi ci governa non lo fa guardando al nostro bene, ma a quello di amici e parenti e, forse, ai finanziatori dei loro partiti.
Quindi:
Noi voteremo “SI” ….
I nostri genitori voteranno “SI” ….
I nostri parenti voteranno “SI” ….
Alcuni nostri colleghi voteranno “SI” ….
Noi stiamo informando tutti, fatelo anche voi…il 17 aprile andiamo in massa a votare e votiamo tutti “SI” per dire no alla distruzione del nostro bellissimo mare.

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