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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 22/1/2016 ● Click 1403

Renzi, le riforme e il “trasformismo”


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Il trasformismo è la prassi politica inaugurata da Agostino Depretis, “consistente nel formare di volta in volta maggioranze parlamentari intorno a singole personalità e su programmi contingenti, superando le tradizionali distinzioni tra destra e sinistra…” (così su treccani.it / enciclopedia). <<Nella politica moderna – si legge su Wikipedia – il termine trasformismo ha acquistato una connotazione prettamente negativa, essendo attribuito ad azioni chiaramente dettate dal solo scopo di mantenere il potere o di rafforzare il proprio schieramento politico, sia alla consuetudine di evitare il confronto parlamentare e ricorrere a compromessi, clientelismi e sotterfugi politici, senza tenere conto dell’apparente incoerenza ideologica di certi connubi o consociazioni. Conseguenze negative in tal senso sono: lo scadimento del dibattito politico (viene a mancare una vera alternanza al potere)… e in ultimo ma non per ultimo, la dimostrazione di scarsa moralità da parte dei parlamentari agli occhi dei cittadini elettori>>.

<<Nel gergo parlamentare, il trasformismo indica una pratica politica che consiste nella sostituzione del confronto aperto tra la maggioranza che governa e l’opposizione che controlla con la cooptazione nella maggioranza di elementi dell’opposizione per esigenze tipicamente utilitaristiche. E’ chiamato anche fregolismo>> (cfr. Wikipedia).

L’episodio accaduto ieri a Montecitorio, a mio parere, va ricondotto ad un fenomeno di trasformismo come sopra tratteggiato. Molti del Pd restano renziani e dicono che quella di Renzi è la sinistra moderna. Ma, come ha più volte sottolineato Eugenio Scalfari, << i valori principali della sinistra autentica e di tutti i tempi sono quelli dell’eguaglianza, della libertà e della dignità. Il resto è trasformismo, privilegi, clientele, malaffare. Oppure autoritarismo se non addirittura dittatura : uno comanda, gli altri obbediscono (…). Mi pare che si attaglia perfettamente al trasformismo italiano quando diventa autoritario (cfr. Repubblica, 18 ottobre 2015).

<<Oggi – dichiara Gianni Cuperlo – il minimo è chiedere se siamo davanti a un cambio di natura e vocazione del Pd. Che è nato per fare le riforme e non per allearsi con Verdini>>. Pier Luigi Bersani, intervistato dall’Espresso, precisa: << Se si dovesse arrivare ad un listone Pd con dentro Verdini, sarebbe un bel problema. Dico no ad ammucchiate, non accetterei mai un tale snaturamento del Pd >>
Per concludere, l’Italicum è più di una cattiva legge elettorale. Incide sulla forma di governo dilatando il potere del capo del governo, a scapito del Presidente della Repubblica, del Parlamento e della Corte Costituzionale. Si scivolerà verso un governo del Primo Ministro. C’è da sperare, pertanto, nel referendum.


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