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AgricolturaTermoli
Pubblicato in data 19/12/2015 ● Click 1422

Crisi dell'agricoltura meridionale: con la terra non si vive più


Giorgio Scarlato © FUORI PORTA WEB

La situazione, già critica da svariati anni, sta facendosi davvero irreversibile.
Il mondo rurale, "quello degli inascoltati" da tutti, quello che vive di solo reddito agricolo è al collasso.
L'insicurezza del reddito, da transitoria sta diventando perpetua perché di anni trascorsi in simil modo ne sono passati davvero tanti.
Le aziende muoiono ( i dati STAT ne sono la conferma) nella totale indifferenza istituzionale di tutti, senza che nessuno faccia davvero qualcosa.
Un mondo, e cito un antico detto contadino che calza proprio a pennello, ancora attuale, ed è il caso di ricordarlo ai "tanti responsabili" che non vogliono sentire: "Abbandonato da Cristo e da tutti i Santi".
La terra non "produce" più reddito ma solo debito ed il "cafone" è privato della dignità del suo lavoro.

La realtà dura e cruda, mista a rabbia e delusione allo stesso tempo, è che nonostante ci si sacrifichi di più non si riesce a mantenere la stessa famiglia sotto il profilo economico, cosa che prima, con la medesima azienda, si riusciva a fare in modo egregio ed in tutta tranquillità.

Oggi, lavorare e non permettersi di portare a casa manco un reddito sufficiente per il sostentamento famigliare significa svolgere un lavoro fallimentare, da... "suicidio lavorativo".
Lavorare sodo per poi rifonderci.
E questo succede da tempo sia al Sud (di più), che al Centro e al Nord Italia.

Parlare quindi di clima di fiducia del comparto è davvero fuori luogo e chi lo afferma, certamente non lo conosce da vicino. I fatti sono ben diversi. Provare per credere.
A fagiolo, una frase detta dall'ex Presidente degli Stati Uniti d'America, Dwight Eisenhower: L'agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a un migliaio di miglia dal campo di grano".

I redditi odierni sono comparabili a quelli di cinquanta anni fa quando un chilogrammo di pasta fatta di ottimo grano duro costava la cifra di £ 150. Un quintale di grano duro ne costava £ 7000 - 7.500.
Con un quintale di grano se ne potevano acquistare circa 50 kg di pasta.

Rapportato ad oggi, un kg di pasta costa € 2,50; un ql di grano duro costa € 25,00
Sempre con lo stesso quintale di grano, si acquistano solamente kg. 10 di pasta.
A chi legge le relative conclusioni.

Altro esempio calzante è il latte alla stalla a 30-35 cent/l e così, più o meno per qualsiasi altra derrata prodotta in Italia. Non cambia proprio nulla.
Questo non è più sostenibile.

Termoli, 19 dicembre 2015
Giorgio Scarlato


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