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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 17/8/2015 ● Click 1599

La conversione collettiva


Luigi Sorella © FUORI PORTA WEB

Guglionesi, 17 agosto 2015, festività di San Rocco (copatrono di Guglionesi)

Da oltre un anno, e da questo blog almeno fino alla “paranoica”, ho replicato il disagio culturale del Museo archeologico di Guglionesi. In merito alla valenza umana dei musei civici ho condiviso le mie personali letture di saggistica, citando i pensieri di Tomaso Montanari e di Salvatore Settis.

Qualche anno fa [cfr. dall’archivio del blog “Il decidere di non decidere (nella notte europea per la cultura e per il turismo”] ho scritto al nostro “Caro direttore” del blog per sollecitare mediaticamente – da dietro le sue quinte! – la promozione della (ri)apertura del Museo archeologico di Guglionesi, quantomeno in occasione della “Notte europea dei Musei”, per lanciare segnali concreti di cooperazione (politica, amministrativa, culturale, associazionistica, didattica e turistica) anche nei rapporti di condivisione della progettualità, a medio e lungo termine, tra MiBAC Molise e municipalità amministrativa locale.

Poche ore prima del trasferimento (definitivo?) del residuo contenuto del nostro museo archeologico verso altre accurate esposizioni ho (ri)aperto all’opinione pubblica – e dunque ai suoi tutori! – il disagio culturale della tavola pittorica della Madonna con Bambino e S. Giovanni Battista (XV-XVI secolo), ad alto rischio di “assenza di presenze”! Per l’opera rinascimentale non c’è nemmeno mai stato un libro per formalizzare le “presenze”, ammesso che un “libro di presenze” possa effettivamente determinare il destino della sua valenza culturale nell’ambito dell’identità patrimoniale di una comunità.
Non intendo fare ironia al caso ed eviterei termini e contenuti inutili all’essenza del dato di fatto, che registra (per ora?) come "chiuso" il Museo archeologico di Guglionesi, poiché – stiamo attenti alle “code di paglia” e ai “fuochi di paglia”, interpretando con autentico senso civico gli autorevoli appelli culturali del prof. Filippo Salvatore e del prof. Domenico Aceto – non sarebbe decisione (in)attesa dal punto di vista della Dirigenza culturale dello Stato, eventualmente tra qualche anno (in concomitanza con future sagre estive, con assenze e/o carenze politiche da ogni versante, con distrazioni amministrative e con opportune ferie programmate!), la prospettiva di vedere anche la tavola della Madonna con Bambino e S. Giovanni Battista (XV-XVI secolo) aggregarsi altrove, in un contesto e in un contenitore museale della Soprintendenza molisana, dunque in ambiti lontani dalle (in)sensibilità di Guglionesi.

La gran bella notizia giunta dalla Camera dei Deputati in Roma sul progetto vincente del Liceo di Guglionesi, in merito alla proposta educativa di gestione didattica del Museo archeologico di Guglionesi – con il senso civico di “Cittadinanza attiva” –, aveva (ri)aperto un orizzonte culturale per Guglionesi. Tuttavia, già da qualche settimana, lampi all’orizzonte lasciavano presumere “la non fattibilità” del progetto liceale presso i pochi “resti” del Museo archeologico di Guglionesi. Come anticipato dal MiBAC Molise lo scorso luglio anche ai docenti referenti del progetto liceale, il lavoro “in progress” destinato alla formazione civica “Articolo 9 della Costituzione – Cittadinanza attiva per superare la crisi attraverso la cultura e il patrimonio storico artistico” dall’anno scolastico prossimo “orientava" la sua bussola verso il Museo archeologico di Larino.

Occorre autentica “serenità” collettiva, nell’assistere – ormai periodicamente! – ad un'inadeguatezza civica nella tutela e nella valorizzazione territoriale del patrimonio culturale di Guglionesi. Come non condividere la "profetica" prospettiva de "la Chernobyl della cultura" in atto – io aggiungerei – a vari livelli!

Non dobbiamo credere a chi semina rassegnazione cercando di convincerci che la crisi è troppo profonda per immaginare un riscatto. […] Ogni dibattito sul patrimonio culturale si arena sulla divisione tra chi crede che il denaro sia l’unico metro possibile e chi non è disposto a prostrarsi di fronte a questo dogma.
Il patrimonio non è un’ideologia: è una cosa viva, una cosa che ha il potere di cambiare le persone che lo conoscono. […] Conoscere il patrimonio culturale vuol dire avere uno strumento per ribaltare il modo di vedere noi stessi e la società nel suo insieme. È da questa educazione, vorrei dire da questa conversione, collettiva che bisogna ripartire: per mettere il patrimonio culturale tra i principi fondamentali, anzi tra le forze generative, della democrazia che verrà
.” [Tomaso Montanari, in “Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà”]

Solo un'osservazione conclusiva per la cronaca della giornata (ormai storica) del 14 agosto 2015: pare che l'unico amministratore pubblico presente alle operazioni di trasferimento degli arredi museali sia stato il primo cittadino di Civitacampomarano, attivo, non solo culturalmente, anche alla vigilia del “Ferragosto”!
Ecco perché... (ri)pensarei con onestà intellettuale alla nostra conversione collettiva.


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