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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 13/6/2015 ● Click 1191

Senza migranti come si fa a sviluppare l’agricoltura, il turismo e quant’altro?


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Inizio con una citazione di Monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes promossa dalla Cei (Repubblica, 13 giugno 2015) : <<E’ da irresponsabili dire che l’arrivo dei migranti in Veneto o in Lombardia è una tragedia. Non è così. I numeri dicono fra l’altro che ci sono regioni dove ne arrivano di più: la Sicilia sta accogliendo 16.500 persone, 260 ogni 100mila abitanti. Veneto e Lombardia stanno accogliendo 60 persone ogni 100mila. Non mi sembra una cosa insostenibile>>. Monsignor Perego, alla domanda del giornalista Paolo Rodari: perché i richiedenti asilo vengono visti come un peso? puntualizza : <<Difficile rispondere. Ma chiedo: come pensiamo di poter sviluppare l’agricoltura, il turismo e altri settori senza di loro?>>. E’ il caso di ricordare che oggi in Italia le nascite sono tornate di nuovo a livelli minimi. “Che piacciano o meno, le migrazioni diventano determinanti per mantenere la vitalità dei nostri Paesi” (Federico Fubini sulla rivista ‘D Lui’).
Già in altro articolo ho sottolineato il fatto che nella società globale in cui viviamo le diseguaglianze si sono accresciute in misura notevole e questa situazione ha reso le migrazioni un fenomeno dominante. Milioni di persone vorranno trasferirsi da Paesi in preda alla miseria verso luoghi più ricchi. La chiesa ha un ruolo prezioso nell’accoglienza degli immigrati. Papa Francesco ha ricordato che “i Paesi che accolgono traggono vantaggi dall’impiego di immigrati per le necessità della produzione e del benessere nazionale, non di rado limitando anche i vuoti creati dalla crisi demografica”. Dunque i migranti possono darci una mano nei particolari settori sopra indicati. Un made in Italy rinnovato – auspicano i promotori del manifesto ‘Oltre la crisi’ (Ermete Realacci e altri soggetti autorevoli) – deve affermare un modello di sviluppo nuovo e di qualità, dove le eccellenze agroalimentari sono un volano per l’artigianato e il turismo. Nell’attuale situazione economica, la green economy rappresenta un importante strumento non solo per tutelare l’ambiente, ma un’opportunità che consente di contribuire al rilancio del sistema produttivo ed occupazionale.
Concludendo, affinchè la crescita economica crei le basi sociali del cambiamento è necessario che a monte la classe politica si dia da fare in tal senso e che l’attuale Europa ‘oligarchica’ governata da un finto “federalismo degli esecutivi”, come ha scritto Jurgen Habermas, cambi registro impegnandosi a costruire una vera Europa, ovvero una Unione politica. Altrimenti si de-costruisce, come il caso greco rivela (così Barbara Spinelli).


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