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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 9/3/2015 ● Click 1249

Il maltempo non ha risparmiato “I cipressi che a Bolgheri alti e schietti…”


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

L’ondata di maltempo di questi giorni, con vento, pioggia, smottamenti e nevicate a bassa quota, ha interessato molte regioni italiane. In Toscana il vento non ha risparmiato gli alberi del viale di Bolgheri, reso celebre dal poeta Giosuè Carducci (‘Davanti a San Guido’).
“I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti Mi balzarono incontro e mi guardar. Mi riconobbero, e – Ben torni omai – Bisbigliaron vèr ‘me co ‘il capo chino- Perché non scendi? Perché non ristai? Fresca è la sera e a te noto il cammino…”.

Su ‘La Repubblica’ del 6 Marzo Tomaso Montanari ha commentato: “ I cipressi di Carducci a Bolgheri, i pini di d’Annunzio alla Versiliana di Forte dei Marmi .. sembra che la terribile tramontana che da ieri notte batte la Toscana si sia incaricata di ricordarci nel modo più rude che da noi è impossibile tracciare una linea netta che separi la storia dalla natura, il paesaggio dalla letteratura e dall’arte. Questo intreccio, questa comunione, rappresentano forse il nucleo più originale della nostra identità nazionale; è per questo che l’Articolo 9 della Costituzione impone alla Repubblica di tutelare il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione. I cipressi che ornano, alti e schietti il viale voluto dai conti Della Gherardesca per collegare la via Aurelia al piccolo borgo di Bolgheri – e che da ieri sono dieci in meno – non ci sarebbero così cari se il giovane Carducci non li avesse presi indolentemente a sassate, e se poi, fatto maturo e poeta, non avesse immaginato che quegli stessi cipressi gli parlassero”. Montanari aggiunge che in Italia “sono migliaia gli alberi abbattuti negli ultimi mesi: nel quasi completo disinteresse generale. E proprio nella regione di Bolgheri e della Versiliana è in corso una battaglia durissima per l’approvazione del Piano paesaggistico… per una serie di emendamenti incrociati di maggioranza e opposizione, unite dalla pessima idea che il paesaggio debba venire solo dopo le rendite di posizione delle lobby di sfruttamento selvaggio del territorio: e non è affatto detto che alla fine il Piano riesca a nascere”. “Insomma – conclude il giornalista – siamo pronti a commuoverci se è il vento a violentare quel paesaggio che noi stessi siamo prontissimi a barattare per un reddito immediato”.

Dunque, l’unica vera divinità dominante è il profitto? Tutti avvertono che il clima è impazzito e che non è più come era, poniamo, sino a cinquanta/sessanta anni fa. “La politica ecologica dei nostri governi – tutti, sinistra e destra – è stata e a tutt’oggi resta, la politica dello struzzo. I nostri governanti, da sempre, si rifiutano di vedere e di affrontare il problema. E così lo aggravano (Giovanni Sartori).

Il paesaggio è (e resta) un insieme di valori, di storie, di emozioni radicate storicamente nei luoghi. Difendiamolo e valorizziamolo nell’ambito di una logica di sviluppo eco-sostenibile.


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