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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 19/2/2015 ● Click 1447

I laboratori di idee per “Guglionesi bene comune”


Giuseppe Vaccaro © FUORI PORTA WEB

È innegabile come nell’ultimo decennio nel nostro comune la politica locale non abbia apprestato un terreno fertile per favorire un confronto, per attuare uno sforzo congiunto al fine di realizzare un modello di città maggiormente vivibile, prerogativa, al contrario, quasi esclusivamente esercitata dal gruppo esclusivo degli “eletti” di turno. Una politica incapace di supportare le eccellenze, i talenti di cui dispone una comunità in campo economico-sociale, dopo averli preventivamente individuati, è una politica asfittica, che priva dell’ossigeno l’intera cittadinanza, condannando all’estinzione anche se stessa. Fare della dimensione pubblica il proprio privato è privare la sfera pubblica delle sue prerogative. Questo biasimevole contegno ha chiaramente impedito la progressiva affermazione di un’idea di città intesa come comunità sociale in grado di esprimere un’effettiva e sostanziale partecipazione per contribuire al bene comune, operando ciascuno, secondo ruolo e responsabilità proprie, nella famiglia e nella professione, nell’agire sociale e nell’agire politico. Il ruolo di una sana politica dovrebbe consistere nell’innescare un circolo virtuoso, in virtù de quale tutti i soggetti sociali siano in grado di vivere la città da protagonisti, senza attendere passivamente che gli amministratori risolvano tutti i problemi.

In tale prospettiva, attardarsi oggi su cause e responsabilità per quel che è andato storto, non è esercizio proficuo, poiché lo sforzo da mettere in campo deve essere quello teso a far cambiare verso a questa deriva partecipativa, che assume sempre più i toni di un’indifferenza alle sorti della propria comunità. Tutto ciò è stato facilitato anche dal venir meno del ruolo costituzionale dei partiti, che hanno ceduto peso e sovranità ai personalismi esasperati e leaderistici di “uomini rimasti soli al comando”. L’esistenza dei partiti come strumenti di partecipazione politica, invece, è sempre stata garanzia del perseguimento del fine unico della politica, ovvero il bene comune.
Alla crisi di rappresentanza che ha reso deboli o inefficaci gli strumenti tradizionali della partecipazione, occorre contrapporre nuove modalità di espressione della società civile, che hanno già prodotto risultati riscontrabili nella politica e nei suoi soggetti se si pensa, ad esempio, al fenomeno “Leopolda” e ai suoi riflessi nazionali. A Guglionesi, nonostante l’assenza di una stazione ferroviaria dismessa, si dovrebbe dar vita ai “laboratori di idee” che abbiano senso solo se diretti a una chiamata alla mobilitazione di uomini e donne di buona volontà, di giovani, dei ceti della produzione e del lavoro, delle professioni e di tutti quelli che, avendo a cuore la salvaguardia dei valori della partecipazione, intendono impegnarsi in un nuovo progetto di comunità per il bene del nostro paese, investendo sulla bellezza in quanto profondamente appassionati delle proprie radici.
La creazione di laboratori sul territorio, a partire dalle necessità concrete, potrebbe diffondere la cultura della legalità e della solidarietà, impegnando i cittadini a essere protagonisti responsabili, così colmando l’innaturale frattura creatasi tra istituzioni, partiti e società civile. Non hanno ambizione di essere o influenzare un’area politica, né tantomeno un partito, un’area minoritaria, perché i laboratori si dovranno misurare per le idee che mettono in circolazione e sulla capacità di allargare la base di partecipazione alle scelte che incidono sul presente e, soprattutto, sul futuro della nostra comunità. È evidente che accanto ai laboratori di idee occorre organizzare aree di lavoro in rete, essendo questo il modo evoluto di elaborare pensieri e proposte politiche, in grado di sottrarre la città ai disegni utilitaristici di pochi interessati, favoriti proprio dal crescente distacco dei cittadini dalla politica e dalle istituzioni. Essendo un progetto che deve provenire dal basso, non può essere costruito nel chiuso di quattro mura per opera di gruppi elitari, ma deve nascere da assemblee da convocarsi nelle varie parti del paese. Solo così potrà operarsi un incontro e confronto con le istanze positive, onde dar loro una risposta nella prospettiva di una chiamata a raccolta per superare gli ineluttabili problemi, tutto ciò non in nome del conflitto tra persone e gruppi, ma all’insegna del bene comune.

Che il cammino da affrontare non sia per nulla semplice è cosa sin troppo ovvia, quasi quanto la circostanza che è, un tale percorso, cosa assolutamente da compiere.

Giuseppe Vaccaro
già Sindaco di Guglionesi


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