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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 19/1/2015 ● Click 1378

La valle del Biferno: alcune note sul dissesto idrogeologico


Arcangelo Pretore © FUORI PORTA WEB

A margine del convegno sul dissesto idrogeologico del territorio del territorio del Basso Molise, vorrei fare qualche riflessione sul tema, peraltro molto attuale , palesemente sottovalutato dal punto di vista politico istituzionale . A maggior ragione è apprezzabile l’iniziativa e l’impegno con cui lì associazione Ambiente Basso Molise , la Protezione Civile di Campomarino , anche con il supporto del Centro di Servizio per il volontariato de il Melograno nonché quello tecnico dell’ISPRA hanno consentito di monitorare il comprensorio del bacino bassomolisano al fine di evidenziarne , anche attraverso un ricco repertorio di immagini il dissesto idrogeologico pregresso e recente. Fin qui l’operazione di denuncia e di presa di coscienza della nostra responsabilità di cittadini che sempre più vivono il nostro territorio senza più calpestarlo con i piedi ( specie il terreno di campagna ),quindi , spesso senza avere una visione diretta del suo stato di degrado e di abbandono che in diverse località rappresentano delle evidenti criticità. Ma , al di là di queste preoccupanti distrazioni in quanto cittadini , ancora più rimarchevoli sono le responsabilità delle Amministrazioni locali sotto la cui giurisdizione ricadono i luoghi di improprio accumulo, ristagno di acque del naturale bacino imbrifero formato dall’ultimo tratto del fiume Biferno e dei torrenti: Sinarca e Cigno ; acque, spesso impedite nel loro ordinario deflusso da ostruzioni, impropri accumuli di sterpaglie, rifiuti speciali( amianto, copertoni…) , smottamenti , nonché da un’inadeguata opera di manutenzione dei manufatti esistenti e della mancanza di un’ ulteriore canalizzazione idraulica preventiva che di fatto ne accentuano l’ incuria e ne favoriscono le esondazioni . Aree vulnerabili , da come si è osservato dalle foto, interamente sfuggite al controllo istituzionale spettante agli Amministratori : persone fisiche assegnatari di deleghe all’ambiente , rappresentanti le rispettive politiche , a tale scopo pure remunerate dalla collettività . Almeno per quanto attiene il comprensorio di Guglionesi sembra che in merito qualcosa si muova, però dal versante sbagliato, ovvero , attraverso l’emanazione di un regolamento di polizia rurale , che presumibilmente non potrà che essere sanzionatorio , delegando il controllo del territorio alla sommatoria del controllo responsabile degli appezzamenti privati che lo formano , ovvero agli agricoltori , che a dire il vero già provvedono in proprio alla praticabilità degli accessi ai fondi, alla risistemazione di tratti impraticabile delle strade interpoderali , ad un grossolano sgrondo delle acque piovane d’accumulo che minacciano le coltivazioni . Se mai un improbabile progetto amministrativo di controllo ambientale del territorio dovesse nascere l’aspetto della polizia rurale dovrebbe essere l’ultimo titolo, a seguito di interventi strutturali che attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade interpoderali esistenti, un razionale programma di ruralizzazione che preveda, l’elettrificazione zonale , l’ulteriore estensione e ammodernamento della rete idrica rurale almeno ai fondi non serviti dall’irrigazione . Credo che più di qualcuno degli intervenuti , abbiano apprezzato l’interesse dell’ISPRA nel voler monitorare il nostro territorio. Evidentemente la finalità dell’ente di ricerca non riguarda solo il dissesto idrogeologico che ci accomuna ad alcune aree liguri, al Sarnese … , ma soprattutto perché la Valle del Biferno è tra quei paesaggi agrari ad alta intensità di coltivi ; infatti , circa il 40 % del bacino è stato fortemente antropizzato il che significa : superconcimazioni , con conseguente accumulo di nitrati, fosfati… di fitofarmaci , necessari per sostenere la nostra agricoltura quantitativa , spesso di “rapina” , che collassa il territorio , lo desertifica, inquinando i corsi d’acqua . Aspettiamo , con qualche apprensione i risultati delle analisi chimico-fisiche dei terreni , dei nostri corpi idrici fluviali , dell’ISPRA per valutare lo stato di salute dell’ ambiente del Basso Molise , che è premessa fondamentale per la vita biologica della flora e della fauna ittica dei corsi d’acqua e non solo . Intanto possiamo far riferimento all’ l’interessante e complesso lavoro a carattere storico ambientale condotto sul campo da un’equipe di studiosi guidata da Graeme Barker dell’Università di Leicester raccolto nel libro “ la valle del BIferno “: un’indagine istruita con il metodo della” histoire événemetielle” di F. Braudel che unisce l’archeologia del territorio ,i processi geofisici che ne hanno cambiato il paesaggio ricostruiti attraverso una documentata carrellata sulla storia passata dell’agricoltura molisana.


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