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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 6/10/2014 ● Click 1268

Il prestigiatore


Lorenzo Major © FUORI PORTA WEB

Si sta parlando insistentemente della riforma del famigerato articolo 18 e più in generale della riforma del lavoro. Il presidente del Consiglio ne sta facendo una battaglia di principio, mettendosi contro soprattutto una parte del suo partito nonché le sigle sindacali di riferimento governativo la cosiddetta triplice. La giustificazione della riforma è che l'articolo 18 ostacola gli investimenti e perciò bisogna demolirlo per far posto agli "investitori" di modo che l'Italia diventi a tutti gli effetti un Paese super capitalistico, dove gli utili rimarranno nelle tasche degli investitori e le perdite (causate da chi?) saranno a carico della collettività. Ora è vero che spesso lo statuto dei lavoratori ha difeso dipendenti indifendibili, questo grazie alla discrezionalità dato ai magistrati, ma ciò non vuol dire abolirlo ma semplicemente riformarlo togliendo ai giudici la discrezionalità.
Un'altra proposta che fa rumore è il TFR in busta paga, circa 100 euro al mese in più per rilanciare i consumi, e aggiungo io, restare in futuro senza soldi. Il TFR merita un ragionamento particolare, infatti non è solo un risparmio forzato che il dipendente avrà alla fine del rapporto di lavoro, ma è di fatto un finanziamento all'azienda e come tale deve essere visto, infatti quei soldi al pari dei soldi degli "investitori" concorrono alla formazione del capitale dell'azienda e perciò usati dall'azienda per trarne profitto, ma il profitto va nelle tasche dei soli "investitori" che dirigono l'azienda senza rendere conto a chi ha pur messo capitali nelle casse dell'azienda. Immaginate se si riformasse l'dea dell'azienda dove il dipendente in funzione del TFR versato partecipasse sia agli utili che alla direzione dell'azienda, vi pare che servirebbe l'articolo 18! Vi sembra possibile che un dipendente licenzi un suo collega? Ancora ci sarebbero tanti assenteisti se il dipendente sa che la produttività porterebbe utili anche a lui. Certo una rivoluzione del genere fiaccherebbe il potere sindacale sia da parte dei dipendenti che da parte datoriale, immaginate la FIAT dove MARCHIONNE non prenderebbe ordini solo dalla famiglia Agnelli ma anche dai rappresentanti dei lavoratori che siederebbero nella direzione dell'azienda. Pensate che rivoluzione sarebbe per tutte quelle aziende che vorrebbero delocalizzare e troverebbero il diniego di una parte degli amministratori eletti dai dipendenti in funzione di finanziatori dell'Impresa? Bene anche a questo doveva servire il TFR e se di riforma si deve parlare si iniziasse da qui, ci sarebbero sicuramente più soldi nella busta paga i consumi tornerebbero a crescere e ci sarebbe meno conflittualutà, e forse i sindacati tornerebbero a fare il loro mestiere.


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