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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 22/8/2014 ● Click 1571

Il bisogno di un Mo(li)sé


Giuseppe Vaccaro © FUORI PORTA WEB

Rileggendo il libro di Floris “Oggi è un altro giorno” (sottotitolato: La politica dopo la politica) ho trovato nel suo richiamo alle due figure bibliche di Noè e Mosè, in riferimento alla vicenda nazionale, molti punti di assonanza con la realtà regionale. Nell’anno appena trascorso, messo alle spalle il decennale diluvio universale rappresentato dal governo di un centrodestra teso solo a creare clientele per immediati ritorni elettorali - rispetto alle crepe sempre più evidenti in una collettività fiaccata persino nelle sue profonde convinzioni etiche e valoriali, frutto di una lunga tradizione di usi e costumi - speriamo che l’invocato e tanto atteso Noè abbia salvato il salvabile cercando di recuperare i fondamenti di una civiltà. Terminata la tempesta, si potrà dare finalmente inizio alla ricostruzione. Tutti i molisani si augurano che l’anno trascorso sia stato utilizzato per preservare dalla minaccia la ragione stessa di una regione la cui identità politica e costituzionale fu ottenuta grazie a lunghe battaglie parlamentari dai politici di allora, veri padri costituenti della ventesima regione. Speriamo che sull’arca non abbiano trovato posto i soliti furbi, coloro adusi a salire sul carro dei vincitori, i voltagabbana, i riciclati, i dissipatori di finanze pubbliche per clientele e prebende, coloro che cavalcano la bufera per ottenere vantaggi politici e che abusano del termine “bene comune” e, infine, i bugiardi che proclamano formalmente i valori solo in campagna elettorale, salvo poi disattenderli del tutto nel corso del mandato elettorale. Noè risponde al compito affidatogli da Dio, lo esegue e lo porta diligentemente a termine, salvo poi restare disorientato circa il successivo percorso da affrontare. In seguito ad un terremoto, nell’immediatezza, si rende opportuno mettere in sicurezza gli immobili, ma successivamente occorre progettare la ricostruzione. Ecce Mosè! Il personaggio biblico che “porta la responsabilità di un intero popolo e ha in mente una direzione e un progetto”. Da sottolineare come Mosè rinunci ai fasti garantiti dal Faraone per guidare il popolo israelita verso la Terra promessa, in una missione certo non facile, ma potendo contare sul sostegno di Dio. Ciò non vuol dire che si ha bisogno dell’uomo solo al comando, del pifferaio magico poiché, anzi, egli ha dalla sua parte una destinazione, la certezza delle difficoltà che lo attendono, ma soprattutto è investito della responsabilità di condurre un popolo, particolarmente difficile da guidare, alla meta tanto agognata. Nel Molise di oggi abbiamo senz’altro bisogno di un Mosè, ma pure di un popolo che sappia abbandonare le scorciatoie illusorie di una vita facilitata dagli opportunismi di sorta, poiché per vincere le difficoltà di una pesante crisi occorre il contributo di tutti, a partire da coloro che più degli altri sono animati da un sano spirito di sussidiarietà, che ha sempre caratterizzato la gente molisana prima del diluvio. Le ultime elezioni regionali hanno affidato al centrosinistra il compito di tirarci fuori dalla crisi, ma sinora è incerto il progetto così come il percorso. Ma è soprattutto la giusta valorizzazione del popolo che manca, verso cui si elevano a volte degli strali data la pressante richiesta di interrogativi sul proprio futuro: attenti alla riproduzione di illusori “vitelli d’oro”! Quando si passerà finalmente dalla politica dell’emergenza a quella della programmazione? … da Noè a Mosè per intenderci. Al vero politico spetta il compito non solo di risolvere problemi, ma anche e soprattutto di prevenirli. Per un governo che si richiama ai valori del centrosinistra, ad esempio, non è lecito politicamente indugiare sulla moratoria degli sfratti per gli alloggi popolari concessi a soggetti venutisi a trovare in particolari condizioni economiche, mentre si attarda a enfatizzare una visita istituzionale in un dato territorio regionale attribuendone un significato taumaturgico per la soluzione ai suoi problemi. In attesa di un vero Mo(li)sé, la speranza del popolo molisano è che emergano sempre più politici che interpretino il loro ruolo come la più alta forma di carità, e che si mettano all’angolo gli opportunisti, come ci ha suggerito il Papa in occasione della sua recente visita in Molise.

Giuseppe Vaccaro


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