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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 21/6/2014 ● Click 1341

Un immigrato italiano eletto sindaco di Camden


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Prima del commento, la notizia (fonte: Il Fatto Quotidiano del 17 Giugno 2014). Lazzaro Pietragnoli è stato eletto sindaco del municipio di Camden Town, Londra. In un comune della regione londinese, dove ci sono decine di migliaia di italiani, accogliente e multiculturale. A Londra è da più di 10 anni, dove ha famiglia, due figli ed è entrato nel “Labour Party” dove nel 2012 è stato eletto consigliere. Alla domanda: cosa si prova ad essere il primo amministratore locale italiano nella Gran Bretagna? “Intanto, questo è Camden, Londra”, ha risposto il neoeletto”. “E’ una realtà assolutamente multietnica e plurale. Da parte degli inglesi vedo un grande senso di rispetto per chi, avendo un passaporto diverso, decide di impegnarsi per il bene della comunità. Il fatto di essere italiano e veneziano – una città conosciuta e amata dai britannici – aiuta nel costruire relazioni umane e politiche”. “Quando mi candidai la prima volta come consigliere comunale i Tories fecero un volantino contro di me in cui si leggeva: non votatelo, non è inglese. Fu un boomerang”. “Non sono un corpo estraneo a questo quartiere, dove la politica è già multietnica. Un sindaco ‘europeo’, in un Paese sempre più isolazionista rappresenta al meglio lo spirito di Camden”.
“A Londra ho imparato come un consiglio comunale si riunisce per programmare, per pensare l’assetto urbanistico, i servizi, le sfide da qui a 10, 15 anni. In Italia si rimane sul brevissimo termine”.

Utilizzando un’altra fonte (Il quotidiano Europa del 20 Giugno 2014) mi piace segnalare una parte del suo discorso di insediamento. “Gentili ospiti, cari colleghi consiglieri, signori e signore, è per me un onore ed un privilegio essere eletto sindaco di Camden. Come ha ricordato il mio collega e amico Richard Cotton nel proporre la mia nomina, come probabilmente avreste comunque potuto capire dal mio accento, io non sono nato in questo paese, non ho frequentato la scuola elementare qui, né la secondaria e neppure l’università. Non ho legami di famiglia, né particolari connessioni storiche con questo paese o con questo specifico comune. Sono quello che una narrativa politica abbastanza diffusa in questi giorni definirebbe un espatriato, uno straniero, un immigrato. Vi vorrei raccontare un aneddoto, successo molti anni fa, ma la cui lezione è ancora attuale ai giorni nostri. Protagonista è uno dei principali scienziati politici del ventesimo secolo, Ralph Dahrendorf, che ebbe l’onore di essere eletto al parlamento tedesco e in seguito, dopo essersi naturalizzato inglese, di essere nominato nella Camera dei Lords. Dahrendorf un giorno partecipò ad una trasmissione radiofonica della Bbc assieme al parlamentare conservatore Enoch Powell, noto per le sue posizioni contro l’immigrazione. E Powell continuava a ripetere, in modo particolarmente provocatorio, l’espressione ‘noi britannici’; al che Lord Dahrendorf lo interruppe dicendo: <<Io sono più britannico di lei: lei è nato in questo paese, lei è britannico per puro caso. Io ho voluto essere britannico, io sono britannico per una scelta precisa!>>. Questa è appunto la mia connessione con Camden”… “ E ho scelto Camden perché è un comune aperto, diverso, multiculturale (…). Oggi è possibile per me essere eletto sindaco… grazie a quel progetto visionario che si chiama Unione europea. Lo so, non va molto di moda essere pro-europei in questi giorni, ma io preferisco guardare alla realtà: l’Unione Europea ha dato ai cittadini del continente (inclusi gli inglesi) pace e libertà, ha esteso i loro diritti, ha ampliato le loro opportunità. Per questo motivo, mi riempie di orgoglio annunciare che il 9 maggio 2015, nel giorno dell’Europa, la bandiera europea verrà issata sul tetto del palazzo comunale, per celebrare il contributo di tutte le diverse comunità di cittadini europei alla vita e all’economia del comune di Camden”.

Il mio commento finale intende concentrarsi sull’episodio che ha visto l’esponente dei ‘Tories’ sollecitare gli elettori dicendo: non votatelo, non è inglese! Il nodo, dunque, è l’integrazione. Come pure in Italia. Da noi si discute solo in termini di permessi di soggiorno, di regolarizzazione e non di integrazione culturale. Tutti gli stati europei hanno affrontato il tema. Noi siamo intrappolati nella posizione dei teorici dell’affinità culturale considerando immutabili le culture, come se queste non interagissero mai tra loro e quindi mai si modificassero. Speriamo nella scuola che peraltro ha bisogno di investimenti nel campo della formazione dei docenti, nell’ambito di una riformulazione in chiave interculturale dei programmi.

Da ultimo segnalo un’opera di Ralf Dahrendorf in edizione italiana: “Quadrare il cerchio: benessere economico, coesione sociale e libertà politica” (1995, nuova edizione 2009).


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