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Pubblicato in data 12/5/2014 ● Click 1390

Guglionesi deve ritrovare coesione sociale per essere Comunità


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

<<Come può svilupparsi il senso di Comunità all’interno di un contesto sociale caratterizzato da un tessuto relazionale sempre più disperso, frammentato, disgregato? Quali forme di partecipazione è possibile attivare?>> (Sono domande, queste, poste a base del Corso di Psicologia di Comunità alla Università G. D’Annunzio di Chieti). Essendo la Comunità un insieme di interazioni, è necessario rivolgere l’attenzione a più ambiti della vita sociale per ottenere risultati. Occorre solidarietà utilizzando strumenti volti ad alleviare il disagio finanziario delle famiglie, ponendo attenzione alla Cultura e alla creazione di lavoro. Inoltre, rispetto del contesto naturale ereditato dal passato che si vuole consegnare alle generazioni future. Da non sottovalutare poi <<il senso di appartenenza e connessione emotiva>>. A tal riguardo ecco alcune risposte verosimili di un cittadino: << In questo paese ci sono delle consuetudini e delle tradizioni che in genere si rispettano. Questo è un bel paese. Mi costerebbe andar via da qui. In questo paese ci sono alcune feste o ricorrenze che coinvolgono la maggior parte della gente>>.

Premesso quanto sopra, personalmente non milito tra quelli che, con il loro atteggiamento, preferiscono starsene sulla riva a vedere come andrà a finire. Quindi cerco di essere propositivo. Più volte ho fatto riferimento a Riccia dove, all’epoca, ho dimorato presso il Convitto ‘Francesco D’Ovidio’ e frequentato la terza media. Dico subito che non sono un fan dell’attuale Sindaco, Micaela Fanelli, ma non posso non registrare come il suo dinamismo abbia fin qui centrato molti obiettivi in favore della Comunità che amministra, rendendola più coesa. Il Comune di Riccia ha lo stesso numero di abitanti di Guglionesi ma non, a mio parere, le potenzialità della nostra cittadina. La politica sia sfida, sia coraggio, si riscopra la parola ‘Comunità’come contesto in cui si attualizza la vita quotidiana delle persone e delle loro relazioni. Cultura e conoscenza: è da qui che si costruisce una società e si investe sul futuro. Si renda più fruibile la Biblioteca; si istituiscano borse di studio per ‘meritevoli e bisognosi’ delle scuole elementari e medie. Guglionesi sia più vivibile: la viabilità cittadina privilegi nell’ordine il pedone, poi l’automobilista. Si realizzino nuove aree di sosta e parcheggi; Il centro storico deve tornare ad essere il cuore pulsante della città. Si dia impulso alla riqualificazione urbana. Si promuovano le attività artigianali e commerciali. Attenzione per gli anziani, anche attraverso il potenziamento dei servizi domiciliari; consulta comunale dei giovani, che coinvolga le associazioni giovanili. Possibilità per gli anziani di integrare la pensione attraverso lavori socialmente utili come sorveglianza nei parchi e presso i plessi scolastici. Implementare l’inclusione degli stranieri nel tessuto sociale cittadino favorendo processi di integrazione. E poi, d’intesa con la Regione, sostegno all’agricoltura e miglioramento delle infrastrutture rurali. Per riprendere la strada della crescita e dello sviluppo – scrive Alessandro Bianchi su Europa - <<un buon punto di partenza può essere il Piano di primo intervento per il Sud basato su alcuni dei principali motori di sviluppo, che la Svimez ha proposto già dal Rapporto 2013 sull’economia del Mezzogiorno>>, ossia: la riqualificazione urbana, il potenziamento delle infrastrutture di trasporto e di comunicazione e molte altre attività che ricadono nel campo della “green economy”. La politica del territorio sia improntata ai principi ambientali sostenibili e si salvaguardi il paesaggio nella consapevolezza del suo valore aggiunto.

Infine, il turismo Slow di cui ho già parlato in un precedente articolo. La settimana scorsa sono stato a Tolfa in provincia di Roma, una cittadina che ha più o meno lo stesso numero di abitanti di Guglionesi e dista dal mare circa 12 Km. Il comune ha aderito alla rete di “Cittàslow International”, come la nostra vicina Termoli. Ebbene Tolfa, in due anni e mezzo di lavoro certosino, ha ottenuto l’adesione al network (e alle sue opportunità). Essere in rete vuol dire scambiarsi esperienze, cultura, materiale, buone pratiche, progetti. Piergiorgio Olivetti, direttore Cittàslow International ha chiarito il concetto di slow: <<Una città che si mette allo specchio e senza tradire il suo passato guarda al futuro, facendo scelte che non portino desertificazione sociale o culturale, che rispecchino la vocazione del territorio, come quella naturalistica, senza disdegnare l’uso della tecnologia, anzi applicandola>>. Raoul Daoli (Sindaco di Novellara) ha dichiarato: <<Cittàslow è un posto dove il Comune finanzia un progetto pensato e promosso da giovani, che diventa aggregazione per tutto il paese>>. Concludo dicendo: giovani, se ci siete, battete un colpo! Proponete idee per il futuro di Guglionesi, indicate obiettivi ambiziosi su cui mobilitare le energie della cittadina. Certo, i soldi sono pochi ma, come sottolinea il grande economista e filosofo Amartya Sen : <<c’è la lezione di John Maynard Keynes: in periodo di alta disoccupazione e bassa domanda, l’ultima cosa da fare sono i tagli alla spesa pubblica. Non possono che peggiorare la disoccupazione giovanile>>. La speranza è che la rappresentanza degli Enti locali nei loro rapporti con lo Stato centrale riesca ad invertire la tendenza in atto così da assicurare nuovi flussi finanziari ai Comuni per progetti ben finalizzati.


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