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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 11/3/2014 ● Click 2440

Apre il cantiere di San Felice, altro autorevole documento del “genius loci”


Luigi Sorella © FUORI PORTA WEB

Le generazioni di giovani guglionesani non hanno avuto modo di conoscere dall’interno la chiesa di San Felice a Guglionesi. L’edificio sacro settecentesco, dal punto di vista urbanistico rientrante nello storico palazzo ducale Caracciolo-D’Avalos di inizi XVI secolo, è chiuso al culto dagli inizi degli anni Novanta dello scorso secolo.

La generazione oltre i 30/40 anni ricorderà che negli ultimi tempi, prima della chiusura al culto della chiesa per necessità di restauro, la processione del Venerdì Santo – che da tradizione ancora si recava al mattino al cimitero! – usciva con il solenne corteo proprio dalla chiesa di San Felice, dove le statue processionali della Via Crucis erano state “momentaneamente” trasferite e collocate. All’epoca ancora si tenevano le aste pubbliche, alla presenza del comandante dei Vigili Urbani di Guglionesi, per appropriarsi del privilegio di portare in processione il Cristo Morto, l’Addolorata e la Santa Croce.

Tuttavia i riti della Settimana Santa avevano tradizione in altra chiesa di Guglionesi, la chiesa dei Morti. A causa del terremoto dell’Irpinia (inizi anni Ottanta) la chiesa dei Morti – o meglio la ex chiesa di S. Michele Arcangelo o della Natività di Maria, dove sul finire del secolo decimo settimo si fondò la congregazione della Buona Morte – rimase chiusa per i notevoli danni strutturali (e ancora oggi in corso di recupero!) e così tutti i riferimenti liturgici della Settimana Santa, riti, statue, arredi furono in gran parte trasferiti nella chiesa di San Felice.

Alla storia della chiesa di San Felice appartiene un notevole patrimonio artistico-culturale (oggi custodito, al sicuro, altrove!): araldiche scolpite, opere d’arte (tele, argenterie, sculture lignee), un altare policromo in marmo di straordinaria manifattura napoletana, paramenti liturgici di raffinata artigianalità e la teca-reliquiario con l’intero corpo di San Felice martire, dono del pontefice di Roma alla religiosità della duchessa Cosima Antonia Caracciolo. Diverse opere d'arte del patrimonio culturale della chiesa di San Felice testimoniano la firma di autorevoli artisti del Settecento napoletano.

In questi giorni, grazie alla sinergia Diocesi di Termoli-Larino e Ministero dei Beni culturali sotto la direzione della Soprintendenza ai Beni Culturali del Molise, apre il cantiere per l’eventuale completamento del restauro della chiesa di San Felice a Guglionesi che, in parte avviato qualche decennio fa, ha come obiettivo restituire definitivamente alla storia, alla cultura e alla identità patrimoniale di Guglionesi un altro autorevole documento del “genius loci”.


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