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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 10/9/2013 ● Click 1443

Ricordi d’estate: la splendida ouverture wagneriana ascoltata a Guglionesi


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Personalmente di ricordi non ne ho uno solo, ma al primo posto colloco l’opportunità di aver potuto ascoltare al Teatro Fulvio di Guglionesi, la sera del 9 Agosto 2013, l’ouverture del ‘Tannhauser’ di Richard Wagner inserito nel programma per festeggiare il bicentenario del compositore tedesco (1813-1883). Tutto il pubblico era immobilizzato nell’ascolto, e poi prorompente in applausi. Il ritmo cadenzato e il discorso musicale nel suo insieme, che sono peculiari di questa ouverture, hanno avuto un degno risalto per il carisma del Maestro Concertatore e per la bravura dell’intero complesso orchestrale. Stiamo parlando dello Storico Gran Concerto Bandistico ‘F. Fenaroli’ Città di Lanciano (Chieti). Tra i molti musicisti che in passato si avvicendarono in tale formazione va ricordato il famoso flautista Severino Gazzelloni. Dal 2001 ad oggi la Banda ‘Fenaroli’ è diretta dal Maestro Michele Milone; attualmente è docente di Teoria, ritmica e percezione musicale presso il Conservatorio di Musica ‘Umberto Giordano’ di Foggia.

Ora qualche cenno sull’intera opera ‘Tannhauser’. I temi chiave sono l’opposizione fra amore sacro e profano, e la redenzione tramite l’amore (tema presente in molte opere di Wagner). Il maestro diresse la prima a Dresda nel 1845; la nipote Johanna Wagner interpretava la parte di Elisabeth. La versione dell’opera presentata generalmente oggi è però la cosiddetta “versione di Parigi”. Wagner effettuò infatti delle modifiche per l’esecuzione del 1861a Parigi, che ebbe luogo grazie al patrocinio della principessa austriaca Pauline von Metternich (cfr. Wikipedia, enciclopedia libera).

Come sottolinea il recensionista Teo Orlando su ‘gothicNetwork.org’ la prima assoluta di quest’opera ‘giovanile’ del grande compositore tedesco ebbe scarso successo; il fiasco si ripetè anche nella versione rimaneggiata e tradotta in francese nel 1861, all’Opéra di Parigi. Qui però ebbe uno spettatore d’eccezione, ossia Charles Baudelaire, che scrisse: << Il Tannhauser rappresenta la lotta dei due princìpi che hanno scelto il cuore umano come principale campo di battaglia, ossia la carne contro lo spirito, l’inferno contro il cielo, Satana contro Dio >>. E paragona l’effetto della musica wagneriana, << ardente e dispotica >>, alle immaginazioni indotte dall’oppio, come se fossero dipinte nelle tenebre in uno stato di reverie. Il capolavoro wagneriano è incentrato sulla figura mitologica del Minnesauger (trovatore) medievale Tannhauser, vissuto tra il 1208 e il 1265, che il compositore di Lipsia associò a un’altra leggenda dei “secoli bui”: quella secondo cui la dea Venere, bandita dall’Olimpo dopo l’avvento del cristianesimo e trasfigurata nella figura di un demone tentatore, si era rifugiata sul monte Horsel, circondata da una corte di spiriti infernali.
Dunque il dualismo tra lo spirito e la carne. Nella splendida ouverture – come rilevò Baudelaire – la parte diabolica dell’uomo viene progressivamente vinta dal tema religioso, che ristabilisce l’ordine.


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