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Caro DirettoreGuglionesi
Pubblicato in data 31/8/2013 ● Click 2347

Guglionesi e la sua storia: alla ricerca dell’antica città madre ‘Uscosium’


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Caro Direttore,
lo spunto per la presente riflessione mi viene offerto dalla degustazione di un eccellente vino rosato biologico prodotto nel territorio della nostra cittadina. “Dal connubio tra la tradizione contadina e la migliore tecnologia, nasce Colle Dioniso, a testimoniare l’alta vocazione delle nostre colline per la vite” (così viene precisato sul retro della bottiglia da parte dell’Azienda Agricola De Lisio – C.da Piano della Conca – Guglionesi).
Tale circostanza mi ha fatto tornare in mente il mito di Dioniso nel territorio frentano e la mostra organizzata dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Molise, inaugurata il 13 luglio 2011 a Salonicco, denominata “Il dono di Dioniso, mitologia del vino nell’Italia centrale (Molise) e nella Grecia del Nord (Macedonia)”. Per quanto concerne in particolare il nostro territorio, una tradizione asserisce che l’attuale Guglionesi era “un pagus o villaggio, dove i ricchi cittadini di Usconio possedevano villini e vigneti, e si chiamava, all’origine, Collisnysii (da Nysus abbreviazione di Dyonisus), perché sorge su di un colle consacrato in gran parte alla coltivazione della vite” (così Manfredi Caruso, Quaderno turistico del 1934, edizione Stamperia Carunchio). Inoltre, lo stesso autore sottolinea: ”La storia cittadina è ricca di tradizioni. Deriva da Usconium, una delle principali città della Frentania, che fu importante Municipio Romano, con vasta giurisdizione, e raggiunse opulenza e splendore. Ruderi importanti e avanzi dell’acquedotto urbano della magnifica città madre erano, fino a pochi anni fa, ancora presenti nella contrada denominata Palude. (…) Uno dei più antichi figli di questa terra, di cui la storia ci ha tramandato il nome per onorarlo, fu il decemviro Bruzio Presente, che per due volte ascese al consolato nell’alma Roma”.
L’auspicio dunque è quello di formare un gruppo di ricerca. L’archeologia di scavo, ai nostri fini, diventa fondamentale. Secondo le ipotesi degli storici Uscosium veniva a trovarsi nel territorio di Guglionesi; Domenico Romanelli ne delimita la zona, anche se non del tutto esaustiva ed esatta, e cioè “… dalla parte del mare, presso il fiume Sinarco, ed un miglio distante dall’odierna via di Puglia o propriamente tra la riva di questo fiume e la piccola terra appellata S. Giacomo”. Nel volume di Giuseppe De Luca, pubblicato a Napoli nel 1860 dallo Stabilimento Tipografico dei Classici Italiani e intitolato “L’Italia Meridionale o L’Antico Reame delle Due Sicilie”, viene precisato: “Tra Istonio e Larino, quasi ad uguale distanza, era Uscosio o Vicosio (Uscosium), oppido o castello dé Frentani. Ed era ad un miglio dalla Via Traiana nelle vicinanze del villaggio di Guglionisi, nel luogo detto il Casalino, tra la sponda del Sinarco e la terricciuola di S. Giacomo; e i ruderi di mura antiche, e i sepolcri la dimostrano non ignobile città dé Frentani”. Gianfranco De Benedittis, docente presso l’Università del Molise, riferisce che “questo centro è ricordato dall’Itinerarium Antoninianum come tappa intermedia tra Histonium e Larinum; Uscosium disterebbe XXX m.p. da Histonium e XX m.p. da Larinum. Queste distanze, riportate sul terreno, orienterebbero verso l’area compresa tra S. Giacomo degli Schiavoni e Guglionesi, ma nessun elemento a terra ci consente di ubicare il centro con precisione” (pag. 12 del volume ‘Il Porto Romano sul Biferno tra Storia e Archeologia’).
Ritengo quindi che le nuove auspicabili ricerche siano concentrate – salvo diverso e argomentato parere dell’archeologo – sulla località ‘Monte Antico’e condotte da una istituzione universitaria. In materia di metodologie, oggi, l’innovazione tecnologica aiuta di più. “Metodologie di rilevamento ad alta risoluzione per la individuazione, lo scavo e la valorizzazione di siti archeologici sommersi. Non solo scavo stratigrafico, ma anche la ricognizione e lo studio dei reperti archeologici” (così sul sito dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma: Laurea in ‘Metodologie della ricerca archeologica e archeometrica’). Al riguardo, è necessario pianificare una politica di finanziamento della ricerca (una Fondazione Cultura potrebbe cercare sostegni con fondi pubblici e sponsor privati e stipulare convenzioni). Una campagna di scavi –dopo indagini preliminari - sarebbe possibile in presenza di una convenzione sottoscritta dai proprietari del terreno e dalla Fondazione Cultura, a condizioni da stabilire.
Insomma: il ritrovamento di testimonianze archeologiche significative arricchirà il patrimonio culturale di Guglionesi , riportando alla luce una bella pagina di storia della città.
Cordialissimi saluti.
Pietro Di Tomaso


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