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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 4/1/2008 ● Click 1947

Salvaggio: "La politica è un impegno di gruppo" per idee e progetti


Salvino Salvaggio © FUORI PORTA WEB

  Attivo negli investimenti tecnologici, Salvino A. Salvaggio, originario di Guglionesi, é un noto manager internazionale che gestisce ingenti fondi per facilitare la diversificazione economica del Qatar. A 44 anni, Salvino A. Salvaggio –single e papà di 2 bambini di cui si occupa con passione– ha tutto dello « splendido quarantenne » di cui parlava Nanni Moretti in Caro Diario
Salvino A. Salvaggio vanta una formazione accademica esemplare : laurea (36 esami in meno di 4 anni !), specializzazioni varie (quattro, prese simultaneamente in 3 anni di tempo !) e dottorato di ricerca in materie scientifico-umanistiche. Ha iniziato la sua carriera nel 1986 come ricercatore e docente universitario prima di approdare, negli anni 90, all’imprenditoria e alla consulenza strategica manageriale. Nell’agosto 2007, la Presidenza della Repubblica lo ha insignito col titolo di Commendatore per il suo contributo allo sviluppo dell’economia italiana all’estero. In passato, oltre ad avere ricoperto, appunto, cariche di ricerca e di insegnamento in note università europee e nord-americane, ha collaborato regolarmente con vari media (giornali, radio e TV), presentando addirittura un talkshow settimanale di un’ora alla RTBF (la prima rete televisiva pubblica belga), ed avendo una sua rubrica di informazione radiofonica. Ma la ciliegina su una torta professionale già impressionante é rappresentata dal fatto che Salvino A. Salvaggio abbia anche lavorato per la McKinsey & Co., senza nessun dubbio la piu prestigiosa ed importante azienda mondiale di consulenza strategica. E come se non bastasse, ha pubblicato un centinaio di articoli in riviste scientifiche e professionali, 9 libri e una novella (che ha vinto un primo premio europeo di letteratura).
Da circa 5 anni, il Prof. Commendatore Salvaggio vive in Qatar, nel Medioriente, dove coordina un team di alto profilo professionale che gestisce fondi di investimento faraonici (varie centinaia di milioni di euro) nei comparti industriali di altissima tecnologia. Inoltre, in qualità di operatore economico di primo piano, si occupa anche di analisi economica e politica internazionale, ed aiuta aziende italiane e multinazionali ad insediarsi nei mercati a forte crescita del Medioriente.
In occasione della sua recente vacanza natalizia a Guglionesi, Fuoriportaweb ha avuto occasione di incontrare Salvino A. Salvaggio per una discussione aperta e a tutto campo. Se é vero che la prima impressione é quella che più di tutte conta, allora siamo felici di sottolineare quanto piacevole fu l’intervista. Infatti, sebbene le responsabilità e i successi professionali di Salvino A. Salvaggio lo portino a frequentare le alte sfere dell’economia e della finanza, tra riunioni difficili, voli intercontinentali e ricevimenti vip, la sua reputazione di persona affabile, disponibile, colta ma anche originale (se non addirittura un po' extra-terrestre) trova piena conferma. Detto questo, va però anche sottolineato che il nostro interlocutore si é anche rivelato feroce nello scartare chiacchiere, gossip o affermazioni infondate dal campo dell’intervista… !
A questo molisano globalizzato, cosmopolita per natura e cultura, iniziamo subito a fare una domanda un po' provocatoria : Commendatore Salvaggio, la lista delle sue pubblicazioni dimostra interessi molteplici che spaziano dall’impatto organizzativo dell’Internet, di cui per altro lei fu uno dei guru e dei massimi teorici sin dalla seconda metà degli anni novanta quando iniziò a pubblicare libri e articoli sull’argomento, alla sociologia della conoscenza scientifica, dai modelli economici delle tecnologie della comunicazione alle nuove forme di sessualità, dalla storia dei concetti all’evoluzione dell’abbigliamento intimo femminile. Insomma, con lei sembra proprio che serio e faceto siano sempre ad un passo l’uno dall’altro?
In verità mi sono sempre interessato al modo in cui la novità, il nuovo viene recepito da una società, sia quando ne fa un tema di business, di produzione e distribuzione di beni o di servizi, sia quando li integra nella vita comune in modo inaspettato, talvolta anche in oggetti o settori considerati più « leggeri » o faceti... Visti in questa ottica, i contenuti delle mie riflessioni a monte del mio lavoro mi portano a percorrere sentieri che attraversano l’economia, la finanza, ma anche i modi in cui le innovazioni modificano il quotidiano di tutti noi, nei suoi vari aspetti e comparti. E le cose che oggi ci sembrano banali, ovvie, sono state anche loro delle innovazioni che in passato modificarono i modi di pensare ed agire.

Mi faccia un esempio.
Se le dico che esiste una tecnologia molto diffusa, utilissima per comunicare, tra individui, organizzazioni, aziende, e diventata oramai indispensabile al buon funzionamento del mondo, e se aggiungo che tuttavia questa tecnologia deve essere controllata con senso di responsabilità per evitarne usi criminali e derive pornografiche, lei a quale tecnologia pensa ?

Penso ovviamente all’Internet.
Io invece stavo pensando al telefono, perché così si parlava del telefono 110 anni fa’. E chi mai oggi farebbe a meno del telefono per timore che veicolasse conversazioni sessuali ? Nessuno, le riderebbero in faccia. Questo esempio illustra il modo in cui penso l’innovazione, come qualcosa di pervasivo che ha un impatto notevole su tutto ciò che facciamo, su come parliamo, su come pensiamo, su come lavoriamo, su come ci si incontra, ci si cura o si va a fare la spesa, tenendo inoltre ben presente che le innovazioni rivoluzionarie di oggi saranno tecnologie comuni domani e probabilmente obsolete dopodomani.

Da qui, allora, deriverebbe il suo lavoro nei settori di alta tecnologia dell’economia industriale ?
Esatto. Nello specifico, mi occupo di selezionare settori a forte potenziale della ricerca, sia accademica che industriale, di identificare in questi campi i progetti più avanzati e promettenti in termini di risultati, commercializzazione, adozione e quindi redditività e di vagliare l’opportunista’ di investire cospicui fondi con lo scopo di ottenerne un ritorno non solo economico-finanziario ma anche in termini di ampliamento e diversificazione delle attività economiche del Qatar, la cui economia era rimasta da decenni imperniata quasi esclusivamente sugli idrocarburi, petrolio e gas in particolare.

Nel suo lavoro quindi, oltre alle analisi economiche e finanziarie, é fondamentale la dimensione del tempo.
Stimare quanto una tecnologia nascente valga oggi in termini di valore attualizzato necessita di anticipare le potenzialità inerenti al ciclo di vita di quella particolare tecnologia… disponendo di solo 3 cose : la propria esperienza dei settori tecnologici, una forma di sociologia degli usi delle nuove tecnologie, e la conoscenza quanto più precisa possibile di casi quantificabili, ma non per forza simili, avvenuti nel passato o in fase di realizzazione. Questi sono gli unici 3 strumenti che possono essere mobilitati per elaborare ipotesi relative alla durata del ciclo di vita, e quindi di redditività, della tecnologia analizzata. E in fin dei conti, per decidere se si o no si investono milioni, decine di milioni o centinaia di milioni di euro in progetti talvolta ancora embrionali o esistenti solo sulla carta dei business plans !

Beh, immagino che lei questi 3 strumenti li padroneggia fino in fondo. Mi sembra insomma che questo suo ruolo lo porti ad essere al contempo un venture capitalist, un investment banker ed un procacciatore di innovazione. Forse da qui nasce il suo titolo professionale ufficiale, abbastanza originale ; sul suo bigliettino da visita aziendale lei viene definito «manager delle grandi sfide »
Si, é vero, ma é anche vero che ogni volta che do il bigliettino sono costretto a spiegare cosa significhi e cosa c’é dietro perché non si tratta di una dicitura ovvia.

Cambiamo argomento se non le dispiace. Lei, Commendatore Salvaggio, quando guarda al Molise dal punto di vista della sua esperienza professionale, cosa vede?
Oddio, ci sarebbe tanto da dire… Allora, sotto l’aspetto economico, il Molise, perché piccolo e con limitate risorse interne, non ha potuto disporre di una massa critica di capitali per innescare, sostenere ed ampliare un processo durevole di sviluppo dell’economia regionale. Temo che in questo la separazione con l’Abruzzo nel 1963 si riveli forse ancora oggi un fattore penalizzante. D’altronde, le risorse umane di talento, le persone qualificate e competenti non mancano, ma spesso, finiti gli studi, si insediano lontano dalle loro radici per aggirare le carenze dell’economia locale, andando cosi’ a contribuire più alla ricchezza fuori dalla regione che al benessere nel Molise. Mi permetta due esempi di giovani molisani di successo nel medioriente : la dott.ssa Barbara Bibbo é una giornalista indipendente di raffinata cultura e acuta professionalità che le varie testate del medioriente si contendono, allorché il Dott. Scacciavillani, dottorato in economia a Chicago, ex del Fondo Monetario Internazionale, ex della Banca Centrale Europea ed ex analista alla Goldman Sachs, la più famosa investment bank nel mondo, ora é direttore dell’analisi macroeconomica presso il Centro Finanziario di Dubai. Purtroppo, per profili così professionali non vedo spazio nel Molise… dove la logica del merito sembra sia stata accantonata a favore di altri metodi di selezione. Ma forse questo é purtroppo comune a gran parte dell’Italia.

Cosa manca allora al Molise?
Ritengo che storicamente le specificità economiche e culturali di questa regione abbiano in qualche modo rallentato la nascita di una mentalità imprenditoriale. In effetti, se da una parte l’economia di questa splendida regione ha generato in tutto l’arco del secolo XX profitti assai modesti, dall’altra l’estrema frammentazione dei delle risorse produttive locali ha alimentato nelle famiglie di contadini e braccianti una forte propensione al risparmio (piu’ che all’investimento) con l’obbiettivo di essere preparati ad affrontare la famigerata e tanto temuta “cattiva annata”. La questione della genesi di una mentalità imprenditoriale si pone allora in modo tanto più acuto quanto più questa logica tenace del risparmio si é protratta fino ad un passato recente allorché le somme messe da parte in forma liquida oltrepassavano a dismisura la copertura del rischio rappresentato dalla “cattiva annata”. Inoltre, come se non bastasse, una miriadi di caratteristiche storiche, economiche, demografiche, culturali si sono rivelato un freno per il Molise allorché giovavano a regioni altrettanto rurali come il Veneto che hanno potuto e saputo usarle a proprio vantaggio. Infine, la tendenza a rassegnarsi, a considerare perse battaglie prima ancora di combatterle, mi preoccupa sempre, sopratutto quando diventa un sentimento diffusa anche in una parte consistente delle giovani generazioni

Lei ritiene quindi che questa situazione renda difficile, anche se, magari, non impossibile, l’integrazione tra la dimensione regionale molisana e quella nazionale e internazionale?
La globalizzazione rappresenta un rischio per chi non vi é partecipe, per chi ne resta fuori, per chi ne guarda passare il treno senza disporre ne dei mezzi per salirci sopra ne, tantomeno, delle risorse per partecipare alle decisioni in materia di tracciato dei binari. Che la cosa piaccia o meno, che ci si senta politicamente o filosoficamente vicini o riluttanti al processo di mondializzazione dell’economia, si tratta di un dato di fatto. E l’unico modo di trarne vantaggio ma anche di poter controllarne ed influenzarne gli orientamenti é di esserne attori dinamici anzicché spettatori passivi. Ma questo vale forse ancora più per l’Italia in generale che per il Molise nel suo piccolo. Inutile nascondersi dietro dichiarazioni compiacenti : i fatti parlano chiaro di un Italia in declino economico (senza manco parlare dei mutamenti culturali e morali per cui, per esempio, uno che va in galera per aver commesso delitti accertati si ritrova magari idolo dei giovani che vanno ad acclamarlo in discoteca). Questo non vuol dire che in Italia va tutto male, ma significa che tante cose vanno meno bene di quanto fanno gli altri paese. Fortunatamente, il paese, ma anche la nostra regione, dispongono ancore delle risorse necessarie per invertire la rotta qualora venissero prese le decisioni dettate dal caso e dal progetto che ci si vuole dare.

Tutto questo assomiglia quasi ad un programma politico… Lei ha mai pensato lanciarsi in politica, a livello regionale o nazionale?
Le cose pensate e non realizzate valgono poco. Vale invece ciò che si fa, i risultati che si riescono ad incamerare. La politica é un impegno di gruppo e la mia porta resta aperta a chi vuole parlarmene e discutere idee e progetti con me.

Comunque, oltre all’impegno politico, ci sarebbero ben altri modi in cui lei potrebbe contribuire allo sviluppo del Molise e dell’Italia.
Mi lusinga che lei lo pensi. E sono sempre disponibile a rimboccarmi le maniche per dare un contributo a progetti seri, per mettere al servizio di aziende e amministrazioni la mia professionalità.

Famiglia e amici a parte, e nonostante la sua descrizione, al contempo severa e piena di speranza, della situazione economica regionale, cosa la riporta regolarmente nel Molise?
Sono innumerevoli, in verità, i motivi che mi portano a spendere spesso le mie ferie nel Molise. La natura del Molise mi affascina, anche se mi piange il cuore quando arrivo a Termoli e vedo la fascia costiera ricoperta di cemento. La nuda bellezza delle spiagge termolesi d’inverno, il galbo sensuale delle colline nel basso Molise, il disegno irrequieto delle valli oltre Campobasso riescono in un attimo a cancellare lo stress procurato da mesi di lavoro sul filo del rasoio. Ma dovrei anche aggiungere ai primi posti sulla lista dei magneti che mi attraggono nel Molise l’ottima cucina locale, ricca di tradizioni al contempo tramandate e rinnovate, ma anche la bellezza di molti paesini che hanno saputo ridinamizzare i propri centri storici. Non potrei ovviamente chiudere questo elenco senza citarne l’elemento portante, ovvero le persone, i molisani, di solito pragmatici e diretti nei modi ma con garbo e riservatezza.

Commedatore Salvaggio, la ringrazio per il tempo che ci ha dedicato, e ricordo comunque che lei é sempre raggiungibile, sia al suo indirizzo di posta elettronica salvino@salvaggio.net sia tramite il suo sito Internet www.salvaggio.net


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