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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 5/6/2013 ● Click 1709

Coerenza? Almeno un po’, suvvìa!


Tino Schiassi © FUORI PORTA WEB

Mi accingo a rispondere allo scritto della signora Lucia Lamanda (in Ciliberto) partendo dalle considerazioni dalla stessa fatte sullo “stile” della mia “memoria difensiva” e, nel prendere atto della sua dimistichezza con il “legalese”, noto – ancora una volta, purtroppo - che inevitabilmente il tono usato è quello denigratorio, come se in tal modo si volesse provocare l’interlocutore e metterlo in una condizione di inferiorità, di disagio, per suscitare in lui una sorta di reazione poco lucida, confusa.

 

A volte ciò accade quando chi usa tali mezzi è conscio della fragilità delle proprie argomentazioni e cerca di porvi rimedio in anticipo, nel tentativo di parare il colpo che l’indifendibilità del proprio assunto inevitabilmente subirà.

 

Non affermo con certezza assoluta che questo sia il caso della signora Lamanda (in Ciliberto), la quale nel proseguire il suo scritto ha adottato uno stile nel suo complesso lievemente “canzonatorio”, e ciò mi sta bene, essendo d’altronde anch’io incline all’ironia.

 

Sicché cercherò di rispondere con lo stesso tono (nei limiti del possibile, essendo oltremodo difficile reagire alle punzecchiature senza una simbolica penna appuntita come un pungiglione), non esentandomi nel contempo dall’usare estrema franchezza, fidando che la signora Lamanda (in Ciliberto) lo apprezzerà.

 

Prima di andare oltre voglio tranquillizzare la mia interlocutrice dicendole che non ho alcuna velleità “letteraria” – almeno non in questa fase della mia vita – né aspiro a premi di sorta; se a volte la forma, lo “stile”, è un po’ “colorito”  è solo perché, come dicevo prima, mi piace l’ironia, così come non disdegno l’autoironia; e, poi, ritengo che aiuti a “digerire” meglio il contenuto indigesto.

 

Se i termini che ho usato appaiono incomprensibili – non credo per la signora Lamanda (in Ciliberto) che mi ha sicuramente capito, nonostante la (finta) falsa modestia esternata - è certamente colpa mia e me ne scuso con i lettori; cercherò di rendere più “leggibili” eventuali altre mie lettere e questo stesso scritto.

 

In ogni caso Le assicuro, signora Lamanda (in Ciliberto) che la prolissità di un testo, scritto bene o male che sia, non ha mai costituito l’elemento fondante della sua valenza, quanto piuttosto il suo contenuto, essendo su questo che un buon Giudice (per restare in tema, visto che ormai la mia connotazione su questo blog sembra essere legata alla figura del legale) fonda la sua valutazione, dando rilievo agli argomenti confortati da riscontri oggettivi e trascurando quelli infarciti di superficialità ovvero tendenti a suscitare una sorta di pietà per “captare” la “benevolentia”!

 

L’aver Lei sostenuto che quanto ho scritto in merito ai miei rapporti con due amici di vecchia data sia “patetico” fa capire quale possa essere il Suo concetto di amicizia e, più in generale, di relazione interpersonale; ma questo è un problema Suo ed, eventualmente, delle persone con le quali si pone in relazione.

 

A proposito di vocabolari,  ho trovato che “smielato” in senso figurativo vuol dire sia “molto dolce” che “svenevole” (v. Grande Dizionario Italiano di Gabrielli Aldo, editore Hoepli), sicché mi incuriosisce capire quale significato ha inteso Lei attribuire a tale termine usato per definire il mio ultimo scritto” (perché , poi, “teatrale”?).

 

Riguardo al merito delle questioni – a nous, madame - sulle quali il mio ultimo scritto l’ha spinta a replicare”  Lei afferma che il mio ragionamento (o la mia “illazione”, come da Lei definita,  ma non per questo da ritenere arbitraria, aggiungo io) sulla strategia politica potrebbe “essere veritiero”, ma dice ciò al solo fine di cercare di “segnare un punto” a Suo favore ritenendo che con tale affermazione mi sarei dato la zappa sui piedi.

 

Non ritengo che ciò sia avvenuto, anche perché non ho avvertito nessun dolore, e poi continuo ad essere ben saldo sui miei arti inferiori, senza cedimenti e tentennamenti, avendomi le Sue affermazioni dato linfa per argomenti che, ritengo, alla fine indirizzeranno la metaforica zappa da Lei citata su ben altri piedi!

 

La strategia della lista di centrosinistra è stata quella di affrontare il dibattito elettorale sul piano dei contenuti, nell'ottica di individuare proposte per l'intera collettività locale, per arrivare a fare “più paese”.

 

La strategia, o meglio, il calcolo politico della lista di centrodestra, da Lei ha sostenuta, è stato, al contrario, quello  “di coccolare i compaesani”, essendo stato questo che ha fatto "Guglionesi nel Cuore" in questi cinque anni , si è occupato dell'elettorato in tutti i sensi e con tutti i mezzi possibili” (anch'io ho usato il copia-incolla, per evitare di riportare erroneamente le Sue parole)!

 

Converrà con me che tra le due strategie c'è una differrenza enorme, un abisso, e che, tra l'altro, l'ultima frase testé riportata, da Lei scritta nella Sua lettera pubblicata il 4 giugno 2013 su Fuoriportaweb costituisce una conferma delle mie considerazioni sul Suo precedente scritto pubblicato il 16 maggio 2013 dal titolo “Direttore, ascolti anche me”!

 

La nostra sarà stata una strategia sbagliata: da qui la necessità e l'importanza di capirne i motivi, non certo per “far quadrare i conti” (non siamo né esattori nè abbiamo debiti elettorali da pagare a seguito della verifica dei conti”; né, ancora meno, abbiamo avuto in questi ultimi cinque anni la “poltrona” da farci “sfilare da sotto”, essendo stata occupata da Voi tale poltrona)!

 

E poi, a fronte di quella parte del “popolo” che ha deciso di votare per il centrodestra, confermando la “poltrona” ai Vostri candidati e non certo sfilandola a noi che non l'avevano, vi è stata un'altra parte dell'elettorato (l'uso del termine “popolo” spesso è di comodo ed inappropriato) che ha accordato la propria fiducia al centrosinistra con 1523 voti, considerando la adeguatezza e fattibilità del programma che è stato loro proposto e la credibilità  e preparazione delle persone candidate per attuarlo (del Vostro programma, passato ed attuale, ahimè, non si è mai parlato, neanche da parte Sua, signora Lamanda (in Ciliberto))!

 

Mi creda quando Le dico che, riconosciuti i nostri errori, con umiltà ma altresì con obiettività, senza alcun pianto essendo gente temprata anche dalle sconfitte, ci siamo “rimessi in moto”, continuando a sostenere la lista di centrosinistra  ed i suoi consiglieri di minoranza nel fare opposizione, dura e nel contempo costruttiva, con proposte da condividere con la cittadinanza, per fare ancora una volta “più paese”!

 

Lei afferma che le conclusioni che ho tratto dalla lettura del Suo sopra richiamato scritto costituiscono “pura fantasia” perché, asserisce, non riesce a capire da dove vengano fuori!

 

La Sua finta “sorpresa”, mi permetta di dirLe in piena franchezza, sembra voler celare il desiderio (o bisogno) di rimuovere dalla memoria (sicuramente di noi lettori, forse anche dalla Sua) qualcosa di cui si è accorta troppo tardi che le si possa ritorcere contro (la metaforica “zappa” che ritorna, come Le avevo anticipato).

 

Intanto mi preme evidenziare, riguardo alle cose che “sono o non sono permesse”, che le mie considerazioni, da Lei fatte oggetto di replica (o contestazione), sono state espresse in un contesto di valutazione politica del risultato elettorale, con inequivoco riferimento alle numerose famiglie” unicamente riguardo alla manifestazione di voto dalle stesse indirizzato al centrodestra pur avendo in passato votato per il centrosinistra, precisando che i membri di dette famiglie hanno preannunciato tale loro intenzione su altre pagine di “FUORIPORTAWEB”, adducendo a conforto di tale scelta pretesi torti subìti”, chiaramente avendo a riferimento lo scritto a firma Sua prima richiamato, signora Lamanda coniugata Ciliberto!

 

Nel parlare di “pretesi torti subìti” ho inteso fare riferimento a quello che Lei ha afffermato nel Suo scritto, che di seguito testualmente riporto (col solito copia-incolla): Gente cresciuta con pane e "feste dell'Unità", sbattuti fuori a calci, semplicemente perchè hanno avuto l'ardire di non condividere il pensiero di altri. Gente che ha trascurato le proprie famiglie per fare il porta a porta convogliando i propri voti sul candidato di partito ...”!

 

Le mie considerazioni sulle motivazioni di tale scelta, connotate dal sentimento di ripicca e di rivalsa e che nulla hanno a che fare la rivendicata passata appartenenza alla sinistra”, sono state conseguenti, oltre che al Suo inciso sopra riportato, alle seguenti ulteriori sue frasi (continuo a fare copia-incolla): “ … credo sia giunto il momento di esprimere chiaramente la mia amarezza e delusione nei confronti di quella fetta di "PD" che un tempo ero fiera di elogiare e della quale essere orgogliosa di appartenere. Quel partito del: credere sempre nell'uguaglianza dell'essere umano, il rispetto. ...”!

 

“L'errore più grosso della lista Unità Democratica per Guglionesi è stato quello di aver scelto di circondarsi di persone che poco o nulla hanno a che fare con il P.D , considerando che alcuni di loro vengono dall'area di centro destra . Così facendo ha letteralmente impedito a quelli come me di  votare liberamente, in quanto non ritengono in nessun modo di essere rappresentati e appartenenti a quello schieramento al quale non sanno attribuirgli neppure più un nome.”

 

Queste Sue ulteriori affermazioni, signora Lamanda (in Ciliberto), mi portano a ritenere incomprensibile il voto Suo, e diquelli come Lei”, oltre che privo di coerenza, credendo che persone che adducono motivazioni così forti, come quelle solo in parte sopra riportate, mai potrebbero arrivare a dare il proprio voto elettorale addirittura allo schieramento avente credenze politiche opposte e probabilmente inconciliabili!

 

Da ciò la mia considerazione sulla “reali motivazionisottese a tale voto, “connotate dal sentimento di ripicca e di rivalsa e che nulla hanno a che fare la rivendicata passata appartenenza alla sinistra”, e quindi da estremo personalismo, elemento costante della campagna elettorale di centrodestra!

 

Argomentando in generale, mi è difficile pensare che delle persone che “hanno la schiena dritta” possano arrivare a fare scelte che si appalesano essere l'opposto di quelle fatte con convinzione in passato, ma naturalmente tutto è possibile ed ognuno è libero di pensarla come crede, siamo sempre “in democrazia”, come Lei ha rammentato.

 

Gli “operai ..., venuti su con letture facili, meglio ancora se a fumetti come Tex Willer e Diabolik, quelli che "Kant, Kafka e Nietzsche?”, come dice Lei, a me sono simpatici, non disdegno di frequentarli, anche perché trovo spesso in loro umiltà piuttosto che arroganza. D'Altra parte, anche le mie sono origini familiari modeste, senza blasoni né appellativi e titoli professionali.

 

I “lacchè” preferisco lasciarli a meditare sulla loro poco felice condizione, avendo, tra l'altro, sempre evitato di averci frequentazione, ritenendo ciò poco edificante e sicuramente non appagante da tutti i punti di vista !

 

Inoltre ritengo che “la cultura e non solo l'istruzione,  la libertà di parola  e di pensiero, la coerenza, il rispetto degli altri e delle regole potranno  “contraddistinguere” le persone soltanto se esse saranno capaci di dare un senso concreto a tali inalienabili valori, con azioni quotidiane, costanti. Diversamente restano soltanto belle parole, vuote di significato!

 

 

Per finire osservo che la citazione (ci risiamo, il legalese) di Kant, da Lei fatta  a chiusura della Sua lettera, sembra essere una conferma della (finta) falsa modestia della quale parlavo in precedenza. Se così non dovesse essere, le Sue diverse affermazioni sarebbero in contraddizione tra di loro.

 

Non credo sia questo il caso, così come non preferisco pensare che il Suo erudito richiamo al grande filosofo tedesco – di cui io ho soltanto una vaga reminiscenza derivata dagli studi liceali - sia frutto di mero nozionismo piuttosto che di vera cultura.

 

Mi rendo conto di essermi dilungato oltre misura anche in questa mia lettera che, rispetto alla Sua, è indubbiamente prolissa; saranno in ogni caso i lettori a giudicare la valenza di entrambi gli scritti e, spero, a trarne beneficio.

 

Con il rispetto che mi auguro sia reciproco, La saluto.

 

Tino Schiassi

 

Guglionesi, 5 giugno 2013


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