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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 26/4/2013 ● Click 1564

Dal cantiere al recinto


Giuseppe Vaccaro © FUORI PORTA WEB

Lo sbandierato “cantiere riformista per Guglionesi” è andato via via smantellandosi per colpa di un PD locale che con sistematicità ha allontanato tutte le possibili maestranze, per trasformarlo in un recinto il cui “accesso è vietato agli estranei”. L’IdV ha condiviso inizialmente l’idea originaria di andare oltre il centrosinistra, per dar vita a una coalizione in grado di riprendere il percorso di un progetto d’insieme; il metodo da seguire prevedeva un dibattito costante con il coinvolgimento dei cittadini, in favore di un’idea di sviluppo e di una strategia complessiva che sostenesse linee culturali e politiche di largo respiro. Nel momento in cui le altre forze moderate si sono defilate, preferendo condizionare la loro presenza nella coalizione all’ottenimento del ruolo di candidato Sindaco, si è palesata l’impreparazione culturale a cogliere la portata di una scelta di prospettiva che presupponeva invece un vero cambiamento di mentalità nell’approccio alla competizione elettorale. Su questo palcoscenico il PD locale ha gettato definitivamente la maschera, imponendoci “tout court” la figura del prof. Bellocchio quale unica in grado, non per motivi personali ma di mera opportunità politica, di minacciare seriamente la compattezza del centrosinistra. L’IdV, pur non essendo pregiudizialmente sfavorevole alla possibilità di una candidatura a Sindaco di un iscritto del PD, si è opposta al metodo praticato, ovvero quello di chi ha imposto un nominativo frutto di una sintesi operata all’interno di un solo partito, anche se di maggiore spessore numerico, che impediva nei fatti qualsiasi altra opzione, in tal guisa riducendo il tutto a un gradimento o meno sulla persona individuata. Al contrario, per quel che concerne il candidato Sindaco di una coalizione, occorrerebbe misurarsi sul campo delle opportunità di una figura, anche di appartenenza certa, in grado di rappresentare al meglio le diverse anime delle varie componenti. Ma oltre al metodo, l’IdV non avrebbe mai potuto avallare tale scelta, avendo così dovuto smentire tutta la sua azione di contrasto portata avanti negli anni precedenti contro quella cordata di amministratori locali del Basso Molise, di cui Bellocchio ne è stato l’antesignano, che sfuggendo a qualsiasi certa appartenenza politica hanno occupato enti come il Cosib e l’Unione dei Comuni del Basso Biferno, per sperimentare beceri trasversalismi e relazioni in grado di assicurare solo rendite personali e minacciare la stabilità di invise amministrazioni locali democraticamente elette, come quella di Termoli a guida Greco. A livello locale la sua inopportunità era dovuta al fatto che il centrosinistra si presentò cinque anni fa diviso per causa sua e venne sconfitto, cosa più unica che rara, con l’aggiunta della sua non elezione come consigliere. Come se non bastasse la sua icona oscura l’unica certezza delle recenti elezioni politiche, oltre l’incertezza di un vero vincitore: la voglia non di nuovismo ma di volti nuovi della politica in grado di ridare credibilità alle istituzioni.

Non siamo assolutamente contro il PD, ma unicamente in disaccordo con quello locale che, pur consapevole della impraticabilità di tale scelta, ha sacrificato una coalizione e un progetto per la comunità a causa di meri riscontri di opportunità e di equilibri interni. L’IdV ha sempre operato durante i tavoli di concertazione in assoluta coerenza e ha creduto al confronto quale unica strada percorribile per la ripresa di quel proficuo dialogo che doveva condurre la coalizione all’approdo di un risultato soddisfacente, liberandosi definitivamente di tutte quelle incomprensioni che si erano registrate negli anni precedenti e che avevano comportato la sconfitta del centrosinistra. L’IdV, dunque, prende le distanze da questa scelta irreversibile del PD locale, che impedirà al centrosinistra di poter essere rappresentato compiutamente nella competizione elettorale e che costringerà l’elettorato ad assistere a una relativa campagna dai toni forti ed esasperati, al cui termine ci consegnerà un paese diviso in due, in cui la parte vincente si limiterà a muoversi nel proprio recinto.

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