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Pubblicato in data 16/2/2013 ● Click 1545

Orlando (europaquotidiano.it): "Italia ignava, lo scempio delle pale eoliche"


Redazione FPW © FUORI PORTA WEB

Lettera al quotidiano Europa inviata da Pietro Di Tomaso

Cara Europa,
in Italia esiste un immenso paesaggio da tutelare insieme agli altri beni culturali. Purtroppo, la veemente denuncia di Galli della Loggia in merito a «L’affare immorale delle pale eoliche», contro il diffuso affarismo che c’è in quel cemento che distrugge i luoghi più riposti e selvaggi del paese, non ha attirato l’attenzione della giunta del Molise, la piccola regione d’origine di cui, pur vivendo a Roma, seguo gli avvenimenti. Domenica 24 si rinnova il consiglio regionale, sciolto per irregolarità come il Lazio e la Lombardia. Ebbene, il sindaco della mia cittadina nativa, Guglionesi, ha scritto sul blog di non vedere nulla di “selvaggio” quando dalla sua collina guarda, oltre la valle, le pale eoliche di San Martino. E auspica un parco eolico anche da noi. Io invece auspico una scuola per l’economia verde, i cui sbocchi professionali risponderebbero alle esigenze di occupazione e produzione ricomponendo il territorio devastato.
Pietro di Tomaso, Roma – pietro.ditomaso@virgilio.it


Caro Di Tomaso,
si da il caso che, molisano anch’io, sia nato in uno dei comuni dirimpettai, che lei cita, San Martino. La sua lettera mi ha fatto piacere, come a suo tempo l’articolo di della Loggia su “Sette” (16 maggio 2002). Lo citai, facendo mie le sue denunce, per ammonire i nostri corregionali a reagire al malgoverno della destra di Iorio, che il prossimo 24, battendo Formigoni, potrebbe cogliere il quarto mandato, con piacere di Berlusconi, cementieri, mafie eoliche, sconsiderati paeselli che hanno la fortuna di vivere negli “ambienti più selvaggi e intatti della piccola regione” (selvaggi nel senso di originari, genuini: questo intendeva Galli della Loggia). Inutile dirle che anche le mie denunce di ambientalista moderato non hanno mai ricevuto riscontri. Tutti fanno comunella e si spiega perché “il regno di Iorio”, come dice il titolo di un libro di qualche anno fa, sia longevo più di quello di Elisabetta. Il Molise è distrutto, caro amico. Viene agli onori della cronaca nazionale solo per il folle malgoverno in cui i molisani si lasciano corresponsabilizzare. Le denunce di Rizzo e Stella contro la Casta locale, non solo per le ruberie ma per lo stravolgimento dei valori naturali, sono quasi mensili, ma non succede niente. Così come nessuna risposta ha avuto la settimana scorsa la denuncia della Corte dei conti della scomparsa di 6 milioni di euro per la linea marittima Termoli-Croazia, soppressa. Alcuni anni fa, chiamato dalla Confindustria molisana a tenere in Campomarino una conversazione con gli imprenditori del Basso Molise, volli ripercorrere la ferrovia dell’infanzia, Campobasso-Termoli, che prima di arrivare all’Adriatico scavalca valichi e corre anche oltre i mille metri. Non credevo ai miei occhi quando da quel paesaggio immutato dalle origini del mondo sono sbucate decine e decine di pale eoliche, funghi maligni per la gioia non solo di ambientalisti un po’ allocchi, che non distinguono fra rinnovabile che valorizza l’ambiente (e di cui è pieno il mondo) e rinnovabile che lo distrugge. Si era arrivati a chiedere altri impianti addirittura a “Saepinum”, l’antica città sannitica-romana riportata intatta alla luce mezzo secolo fa. Occorrerebbe che nelle vene dei “molisani brava gente” corresse meno acqua e più sangue.
Speriamo che il voto del 24 febbraio ci smentisca.

FEDERICO ORLANDO


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