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CulturaTermoli
Pubblicato in data 30/7/2012 ● Click 1581

"Cercando le cose di lassù", la presentazione di don Nicola Mattia


Diocesi Termoli-Larino © FUORI PORTA WEB

Nell’introduzione al suo libro: “Lo Spirituale nell’arte”, V. Kandinsky scrive: “ Illuminare le profondità del cuore umano è il compito dell’artista” e continua: “Anche l’arte, suscettibile di nuovi sviluppi, è radicata nella propria epoca, ma non si limita ad esserne un’eco e un riflesso; possiede invece una stimolante forza profetica, capace di esercitare un’influenza ampia e profonda. La vita spirituale, di cui l’arte è una componente fondamentale, è un movimento ascendente e progressivo, tanto complesso quanto chiaro e preciso”.

Questo movimento ascendente e progressivo che appartiene all’arte, trova per la cultura giudaico – cristiana il suo fondamento nella Sacra Scrittura. Nel Libro dell’Esodo si racconta: “ Il Signore ha chiamato per nome Besalèl, figlio di Uri, l’ha riempito dello spirito di Dio, perché egli abbia saggezza, intelligenza e scienza ed eseguire ogni sorta di lavoro artistico” (cfr Es 35, 30 – 31. 33). Il testo biblico riportato, dice con chiarezza che nell’ opera dell’artista c’è la presenza del divino che dà all’opera la forza capace di evocare la nostalgia di altri mondi possibili e di desiderare un oltre che permette di “cercare le cose di lassù” (Col 3,1 ).

L’artista, con la sua arte, se si lascia condurre dallo Spirito, come s. Giorgio riesce a riconoscere il male e attraverso la bellezza lo sconfigge. Come nell’esperienza di s. Giorgio non è tanto il cavaliere quanto il cavallo bianco (simbolo della risurrezione di Cristo) a sconfiggere il male così non è tanto l’artista ma la bellezza della sua arte a sconfiggere l’effimero ed affermare l’eternità della bellezza. In proposito, san Basilio, in una sua omelia sui Salmi scrive: “Ogni anima che viene considerata secondo il livello delle sue virtù è bella. Ma la più bella, vera e amabile, che può essere contemplata solo da colui che ha purificato la sua mente, è quella della natura beata e divina. Chi guarda fissamente allo splendore e alla grazia di quella riceve una partecipazione in essa, come se da un’immersione, tingendo la sua faccia di una radiosità brillante… Quindi chi è cosciente della sua bellezza pronuncia questo atto di ringraziamento: - O Signore, in tuo favore, tu desti forza alla mia bellezza – (Sl 30,7) “.

L’azione di Dio dà forza alla bellezza personale fino al punto che, la Chiesa, nel sua amore di Madre ci fa contemplare il Cristo Crocifisso “Signore della gloria” (1 Cor 2,8) ed è cosi che lo contempliamo in tutti i crocifissi fino a Cimabue, come “Il più bello tra i figli dell’uomo” (Sl 45, 3) è proprio il Crocifisso – Risorto l’arcobaleno ribaltato che rende bello l’ umano perché capace di Dio.

Nell’arte la ricerca del divino si propone come desiderio dell’uomo di VEDERE IL MISTERO e Benedetto XVI, nel suo incontro con gli artisti (21 – XI – 2009), facendo proprie le parole di Paolo VI afferma: “Noi abbiamo bisogno di voi. Il nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione. Perché, come sapete, il nostro ministero è quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile, anzi commovente, il mondo dello spirito, dell’invisibile, dell’ineffabile, di Dio. E in questa operazione… voi siete maestri. E’ il vostro mestiere, la vostra missione; e la vostra arte è quella di carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità” e, continua il papa nella sua riflessione: “Che cosa può ridare entusiasmo e fiducia, che cosa può incoraggiare l’animo umano a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull’orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza? Voi sapete bene, cari artisti, che l’esperienza del bello, del bello autentico, non effimero né superficiale, non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso della felicità, perché tale esperienza non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta a un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello”.

Ammirando le opere offerte alla nostra riflessione in questa mostra, risuonano ancora più convincenti le parole agli artisti del B. Giovanni Paolo II (4 – IV – 1999): “Ogni autentica intuizione artistica va oltre ciò che percepiscono i sensi e, penetrando la realtà, si sforza di interpretarne il mistero nascosto. Essa scaturisce dal profondo dell’animo umano, là dove l’aspirazione a dare un senso alla propria vita si accompagna alla percezione fugace della bellezza e della misteriosa unità delle cose”.

Don Nicola Mattia


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