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ScuolaCampobasso
Pubblicato in data 20/6/2012 ● Click 983

Salvaprecari: la Regione non rispetta i patti e attribuisce le colpe al sindacato!


Sergio Sorella © FUORI PORTA WEB

Siamo rimasti letteralmente basiti nel leggere la comunicazione del Direttore del Servizio Istruzione della Regione Molise, inviata nei giorni scorsi, ai Dirigenti scolastici e al Direttore dell’U.S.R.

In essa, nel lamentare lo “sforamento” del budget assegnato ai progetti (1 milione e 400 mila euro), dopo aver dispensato critiche neanche troppo velate ai Dirigenti Scolastici, si bacchetta anche il Sindacato, in primis la CGIL, tacciata di “determinazione nell’aver evitato la contrattualizzazione trimestrale dei precari”.

Ebbene, non ce ne voglia il Dirigente dell’Assessorato all’Istruzione, ma noi andiamo fieri di quella determinazione, che ci vede da sempre al fianco dei lavoratori nel rispetto dei diritti e delle regole!

E’ stata proprio tale determinazione, unita alle lotte dei precari da noi sostenute ed organizzate, che ha consentito l’attivazione per tre anni di progetti che, almeno in parte, hanno permesso di lenire l’effetto dei devastanti tagli apportati dal precedente governo al sistema di istruzione.

Nel merito, poi, occorre rilevare come tutti i Sindacati (non solo la FLC CGIL) insieme alla Regione hanno sottoscritto prima un Protocollo d’intesa e poi un Patto Territoriale che disciplinavano, in maniera chiara, le regole che si sarebbero dovute seguire per l’approvazione dei progetti, per la loro durata, per l’assunzione del personale precario e per le loro tutele previste dalle norme generali.

La Regione Molise, però, prima ha approvato tutti i progetti presentati dalle scuole per il potenziamento della didattica, il sostegno e il recupero, poi, a dicembre, ad attività iniziate, ha posto delle condizioni diverse, quali la sottoscrizione di contratti trimestrali per i precari e infine, con una comunicazione unilaterale, è intervenuta ulteriormente intimando alle scuole di rivedere i contratti fatti con i precari, facendoli cessare il 31 maggio e non, come previsto nel Patto territoriale, al termine delle lezioni.

Pacta sunt servanda, dicevano i latini, ma in questo caso, molto più prosaicamente, sarebbe il caso di dire “bambole non c’è una lira”!

Al di la di ogni facile ironia, però, ci chiediamo se la gestione di tutta la questione, costellata di promesse, impegni e repentine marce indietro, non sia il sintomo della totale assenza di una “cabina di regia” politica all’interno della nostra Regione, ancora più grave perché avviene in settori strategici come quelli dell’istruzione e della formazione.


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