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ScuolaCampobasso
Pubblicato in data 9/6/2012 ● Click 1161

Il dimensionamento della rete scolastica è incostituzionale!


Sergio Sorella © FUORI PORTA WEB

Mentre la regione Molise si è distinta per la sua inerzia: non ha né sollevato la questione di illegittimità costituzionale della norma sul dimensionamento né discusso seriamente delle aggregazioni tra diverse scuole, la Corte Costituzionale ha bocciato la legge varata dal Governo Berlusconi sul dimensionamento scolastico.

La sentenza n. 147, depositata il 7 giugno ’12, dichiara incostituzionale il comma 4 dell’art. 19 della Legge 111/11 che dispone per il prossimo anno scolastico la creazione di istituti comprensivi di almeno 1000 alunni e la conseguente cancellazione – mediante accorpamento - delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1°grado.

I giudici hanno accolto il ricorso presentato da 7 Regioni (Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata) che ritenevano la norma sul dimensionamento lesiva delle proprie prerogative. La Corte riconosce che la norma sul dimensionamento viola l’art.. 117 della Costituzione (quello che definisce le competenze tra Stato e Regioni) perché interviene su una norma di dettaglio (i parametri per costituire gli istituti comprensivi) che avrebbe dovuto essere concertata con le Regioni perché rientrante in un ambito di competenza concorrente.

Tale sentenza era facilmente prevedibile visto l’orientamento già espresso in passato dalla Corte Costituzionale su un problema analogo con la sentenza n. 200 del 2009. l Governo, nonostante gli avvisi e le denunce della FLC CGIL, non ha voluto sentire ragioni e ha varato una norma incostituzionale, solo per esigenze di cassa e incurante dei danni profondi che essa provoca alla qualità della scuola.

Infatti, in questi giorni l’Ufficio scolastico regionale del Molise sta predisponendo gli atti per ridurre 36 posti di DSGA ed accorpare le 40 istituzioni scolastiche sottodimensionate obbligando i dirigenti scolastici ad assumere la reggenza di più scuole.

La sentenza della Corte Costituzionale rimette al centro il tema della qualità della scuola e del senso didattico e pedagogico degli istituti comprensivi come modello organizzativo per favorire la continuità tra il primo e il secondo ciclo. Adesso è necessario e urgente rivedere tutte le scelte in materia di dimensionamento e avviare una discussione ampia in grado di coinvolgere i diversi soggetti quali gli enti locali, le scuole, i sindacati e l’amministrazione. È questa una strada obbligata se si vuole costruire un sistema scolastico davvero rispondente alle esigenze di qualità e funzionalità della regione Molise.


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