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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 21/5/2012 ● Click 1926

Montini, la "Pietà" e la cripta


Luigi Sorella © FUORI PORTA WEB

Forse papa Montini (al secolo Paolo VI) sapeva del ritrovamento della cripta romanica nella chiesa di San Nicola di Bari a Guglionesi, e quindi del suo restauro avvenuto nei primi anni Settanta dello scorso secolo. Per sostenere storicamente la tesi di una simile conoscenza culturale negli ambienti al vertice del Vaticano occorre richiamare alcune circostanze, e contestualizzarle nell’epoca delle vicende accadute.

Domenica 21 maggio 1972 - oggi ricorre il 40 anniversario - il geologo australiano di origini ungheresi, Laszlo Toth, eludendo la sorveglianza vaticana entra in contatto con il capolavoro di Michelangelo Buonarroti, la "Pietà", e con quindici colpi di martello, gridando "io sono Gesù", danneggia seriamente l’opera scultorea (cfr. il video The attack to the Pity of Michelangelo).
La Madonna è sfigurata.
Paolo VI è turbato. Avverte l’attentato dello squilibrato geologo, che si proclama "messia", come un presagio.

In occasione dell’omelia dei santi Pietro e Paolo (29 giugno 1972) papa Montini interpreta esplicitamente i simboli contro la Chiesa di Cristo: “Ho la sensazione che da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida della Chiesa (…). Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza (…). Crediamo in qualche cosa di preternaturale (il Diavolo) venuto nel mondo proprio a turbare, per soffocare, i frutti del Concilio Ecumenico e per impedire che la Chiesa prorompesse nell’inno di gioia di aver riavuto in pienezza la coscienza di sé”.

Nel’udienza generale del 15 novembre 1972 Paolo VI appare ancora scosso dai segni del demonio: “Uno dei bisogni maggiori della Chiesa è la difesa da quel male che chiamiamo Demonio. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa (…). Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente (…). È il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora: è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana”.

Il 21 maggio 1972, il giorno del danneggiamento alla Pietà di Michelangelo, tutti i media dell’epoca diffusero la notizia.
Il telegiornale della RAI TV diede la “cattiva notizia” con servizi video, mostrando al mondo intero la cronaca del giorno con aggiornamenti dalla basilica di San Pietro in Roma.
In uno dei telegiornali trasmessi quel giorno, al termine del servizio sulla “cattiva notizia” dalla basilica di San Pietro, la redazione giornalistica della RAI TV decise di annunciare una “buona notizia”: a Guglionesi, nel monumento nazionale di San Nicola, è stata ritrovata una cripta romanica.
Papa Montini, che in quelle ore seguiva trepidamente il caso della Pietà michelangiolesca anche attraverso i media, probabilmente avrà saputo dalla RAI TV, esattamente 40 anni fa (il 21 maggio 1972), del tesoro “nascosto” di Guglionesi, allietando in parte il suo cuore sensibile ai segni premonitori.

In realtà - per onestà storica - la notizia del ritrovamento della cripta medioevale di Guglionesi si riferiva ai lavori in corso di restauro architettonico e stilistico, diretti dall’architetto Renzo Mancini.
Nell’agosto del 1973 “il Tempio di San Nicola a Guglionesi” (come riportano le memorie dell’arciprete don Carlo Maglia conservate nell'archivio storico parrocchiale di Guglionesi) fu restituito al culto nello splendore medioevale.

Morlacchetti G., Paolone F., Sorella L., "La Chiesa di San Nicola a Guglionesi", Edizione Parrocchia Santa Maria Maggiore, Guglionesi, 1997.
Sorella L., "Non solo un prete. Tra fascismo e democrazia", Palladino Editore, Campobasso, 2009.


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