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EventiCampobasso
Pubblicato in data 28/3/2012 ● Click 1407

Secondo appuntamento con il progetto "Io vado di corsa ... e tu?"


Provincia di Campobasso © FUORI PORTA WEB

Secondo appuntamento con il progetto Io vado di corsa ... e tu? Dopo la visita di Annalisa Minetti giovedì 29 marzo sarà la volta di una seconda donna e atleta: Giusy Versace.

Giusy Versace sarà nel capoluogo di regione nel tardo pomeriggio di mercoledì 28 marzo. Dopo il suo arrivo a Campobasso la Versace si recherà, in visita strettamente privata, in Provincia per partecipare ad una breve cerimonia di benvenuto voluta dal presidente Rosario De Matteis. Nella mattinata del 29 Giusy Versace visiterà il carcere cittadino e incontrerà i detenuti con i quali si intratterrà per circa un paio di ore. Verso le 10.30/10.45 si sposterà nell'aula magna della facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi del Molise in viale Manzoni dove parteciperà ad un incontro con gli alunni delle scuole di Campobasso e gli studenti della facoltà di Scienze Motorie.

Di seguito riportiamo un articolo riguardante la storia di Giusy Versace:

Dalla moda all'atletica. Giusy Versace: "Sarò Pistorius al femminile!"
8 giugno 2010. Amputata alle gambe, dopo soli 3 mesi di allenamento la bellissima 33enne è già una promessa e gareggerà ai Campionati italiani di Imola. Prima la sua vita era fatta di aeroporti e trolley in mano, in giro per la celeberrima azienda di famiglia. Ora pensa ai podi paralimpici. E al prossimo volo da prendere: quello per Londra 2012

MILANO - Le origini sono di Reggio Calabria, la città del cuore, ma il lavoro e la vita da grande sono a Milano, ormai da 10 anni. Lei è Giuseppina Versace, anzi Giusy, ha 33 anni e vanta almeno due record: essere la prima atleta donna con amputazione bilaterale alle gambe in gara a un campionato nazionale di atletica leggera e, per di più, a concorrere al titolo a soli 3 mesi dal debutto in questa disciplina. L'appuntamento è vicino: Imola, dal 19 al 20 giugno. "Correrò per i colori della mia terra, la Calabria. Mi sono detta: se devo iniziare questa avventura sportiva, voglio rappresentare la regione da cui provengo", racconta Giusy, che seppure per adozione non nasconde il suo affetto per Milano. Proprio Milano, infatti, le ha offerto un lavoro che farebbe gola a qualsiasi amante della moda: quello di retail supervisor per una nota griffe, in pieno centro. Non l'azienda di famiglia (e il nome che porta parla di un'azienda che fattura cifre da capogiro), ma quello di una casa concorrente. "Per correttezza", racconta lei, "per non mischiare il lavoro con la famiglia, e anche per curiosità". Ma come è cambiata la vita di questa splendida ragazza calabrese, solare, umile, ottimista e di una bellezza magnetica? "Sono invalida a causa del lavoro. Prima, due settimane al mese, quattro giorni su sette, ero lontana da casa: in giro per il mondo a controllare le boutique che avevano il nostro marchio in franchising, su e giù dagli aerei, negli alberghi, affittavo automobili con la velocità con cui si beve una tazzina di caffè", racconta. "E' successo durante una delle trasferte, nell'agosto del 2005. Un incidente in cui ho davvero rischiato di morire e a causa del quale ho subito l'amputazione di entrambe le gambe". Un evento che rimette tutto in gioco e che, in un carattere determinato come il suo, non ha mai avuto il significato di una resa. "Al rientro a lavoro qualcosa è cambiato, certo. Per esempio, ho trovato molte porte chiuse", ricorda oggi Giusy. E ha cominciato a lavorare nel back office. "Pian piano, però, a gomitate mi sono ripresa la mia scrivania. Ho ricominciato a guidare, ma sono realista: non posso più tenere i ritmi di prima. Ora viaggio molto meno". In compenso, dirige una Onlus, Disabili no limits, di cui prima si occupava a tempo perso, e che ora è diventato un impegno importante: come dice lei, il lavoro per una causa giusta. "Ci occupiamo di raccogliere fondi per amputati economicamente svantaggiati", spiega, "perché il servizio sanitario non riesce a garantire ausili abbastanza evoluti, fornisce solo protesi base. In più, curiamo progetti come 'Emergenza Haiti', attraverso cui abbiamo spedito kit e protesi per gli adulti e i bambini rimasti feriti nel terribile terremoto". Poi c'è l'impegno sportivo, cominciato per caso e soprattutto da solo pochi mesi. "Ho messo le mie prime protesi da corsa il 15 febbraio scorso, e ho provato a correre in pista. Risultato? Non sono caduta, e già questo è stato un grande risultato". Poi ci ha preso gusto, Giusy, fino a correre in 24 secondi i 100 mt, tempo che le è valso la qualificazione - per la verità non cercata - ai prossimi Campionati italiani, appunto: "Ero anche infortunata, quel giorno: perché la sera prima ero caduta e avevo il moncone pieno di lividi. Quindi ho pensato che in forma ottimale, e allenandomi, posso far bene". Un'affermazione - quel "posso far bene" - decisamente all'insegna della modestia. Infatti, da qui in poi, per Giusy prende vita un sogno grandioso, cui si è messa in testa di dar corpo con tutta se stessa, cominciando allenamenti seri e mirati. "Vorrei essere in gara alle Paralimpiadi di Londra, nel 2012. Pensa, Pistorius al femminile, la prima italiana a correre senza due gambe!" L'ha promesso a se stessa e al presidente del Cip Calabria Fortunato Vinci che è un caro amico, e a Daniele, ovviamente. Indirettamente, però, lo promette a tutti quelli come lei, ma con meno coraggio e ottimismo, di lei. Ancora un volo da prendere, dunque. Stavolta per Londra, ma non nella settimana della moda. E' già prenotato.

Fonte: Superabile, a cura del Cip


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