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PoliticaCampobasso
Pubblicato in data 3/9/2011 ● Click 1162

FILLEA – CGIL verso la mobilitazione del prossimo 26 settembre


Pasquale Sisto © FUORI PORTA WEB

La scorsa settimana, qualche organo di stampa ha riportato la notizia della visita fatta dall'Assessore Regionale al Lavoro, Angiolina Fusco Perrella, al Comune di San Felice del Molise, per verificare il progetto di lavori socialmente utili che alcuni lavoratori della ex SMI Srl in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria stanno eseguendo.
Per dovere di chiarezza bisogna dire che questi lavoratori di San Felice del Molise, Mafalda e Montenero di Bisaccia ex SMI Srl non sono LSU (Lavoratori Socialmente Utili), come lo erano i lavoratori in CIGS e in Mobilità chiamati a lavorare dalla Pubblica Amministrazione fino a circa 10 anni fa.
Gli LSU di una volta chiamati dai Comuni, dalla Provincia e da altre Amministrazione Pubbliche, percepivano la retribuzione pari al livello di inquadramento di cui venivano chiamati dalla varie Pubbliche Amministrazioni e di conseguenza le stesse Pubbliche Amministrazioni integravano la CIGS o l'indennità di mobilità con proprie somme fino a concorrenza, per arrivare per l'appunto alla normale retribuzione di fatto in vigore presso la stessa amministrazione.
Poi come certamente tutti ricorderanno la quasi totalità dei LSU sono stati stabilizzati presso gli Enti in cui svolgevano tali mansioni.
I progetti che stanno eseguendo alcuni lavoratori in CIGS (che noi comunque apprezziamo) ex dipendenti della Prefabbricati della famiglia Marrollo nei Comuni di Mafalda e San Felice del Molise e anche a Montenero di Bisaccia sono tutt'altra cosa, in quanto si tratta di incarichi occasionali e accessori pagati con i voucher (buoni lavoro) emessi dall'Inps per poche ore al mese.
Per cui non si tratta di LSU (lavoratori Socialmente Utili) in quanto per la Legge non esistono più queste figure sociali, ma si tratta di tutt'altra cosa,
La Regione Molise a suo tempo (nel gennaio del 2009) poteva fare qualcosa per impedire la chiusura di un attività produttiva che da più di 30 anni dava sicurezza a più di cento famiglie in una zona molto difficile del Molise, non rilasciando l'autorizzazione amministrativa alla costruzione della Centrale Elettrica a Biomasse in una zona a rischio esondazioni dal fiume Trigno.
Difatti la Famiglia Marrollo potentissimi Imprenditori Vastesi non hanno chiuso la Prefabbricati di Mafalda per problemi riguardanti la crisi e per cui per mancanza di ordini e commesse, ma per il richiamo delle sirene dei facili arricchimenti dovuti alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Come tutti ricorderete al luogo dello stabilimento di produzione dei prefabbricati cementizi di Mafalda che non conosceva crisi (ai lavoratori veniva richiesto di lavorare il sabato e a volte anche la Domenica) doveva nascere una centrale Elettrica alimentata a Biomasse.
Progetto sfumato per la bocciatura del progetto stesso prima da parte del TAR Molise e poi confermato dal Consiglio di Stato a seguito di un ricorso presentato da un comitato civico di Mafalda per il grave pericolo, che la costruzione della centrale presentava per la sicurezza del territorio e dei cittadini.
Quella zona per cui è rimasta senza lo stabilimento della prefabbricati e senza centrale elettriche, quei capannoni che per più di 30 anni hanno dato benessere e occupazione sono li abbandonati come succede spesso ultimamente nella nostra Regione.
Se l'Assessore al Lavoro della Regione Molise adesso vuole recuperare, l'errore fatto a suo tempo dal suo collega dell'Industria deve fare una cosa si certamente socialmente rilevante per quella zona, concedendo la Cassa Integrazione in Deroga per 12 mesi a favore dei circa 80 lavoratori ancora dipendenti della SMI Srl a partire dal 21 dicembre 2011 giorno di scadenze della CIGS.
Ma purtroppo non solo in quella zona del Molise registriamo le difficoltà.
Noi in tutto il Molise registriamo una grande difficoltà economica,sociale e occupazionale causa la devastante crisi del settore delle costruzioni.
Da più di 3 anni registriamo inesorabilmente la chiusura dei cantieri e il licenziamento di centinaia e centinaia di lavoratori del settore dell'Edilizia.
Molti lavoratori licenziati a dicembre non sono stati riassunti e addirittura in questi mesi estivi che dovrebbero essere quelli più produttivi per l'edilizia, assistiamo a licenziamenti con conseguenti richieste di sussidio di disoccupazione cosa mai avvenuta in questi mesi di bella stagione, ciò significa che il settore delle costruzioni Molisana sta proprio alla frutta.
Noi come stati generali dell'Edilizia Sindacati dei lavoratori FeNEAL – UIL, FILCA – CISL e FILLEA – CGIL e Associazioni degli Imprenditori ANCE/CONFINDUSTRIA e ACEM/CONFAPI ogni uno per le proprie competenza, il 7 Giugno abbiamo lanciato l'allarme con una conferenza stampa congiunta chiedendo un incontro al Presidente della Regione Michele IORIO e lanciando una mobilitazione del settore per il prossimo 26 Settembre 2011.
Dopo circa due mesi il 4 Agosto u.s. il presidente IORIO ha convocato le parti per la discussione della crisi e per le possibili soluzioni.
Il tavolo non ha esordito nessun effetto positivo per cui il Presidente IORO si impegnò a riconvocare le parti per la fine di Agosto.
Le parti non sono state riconvocate, ma il Presidente IORIO per iniziare la campagna elettorale per le prossime elezioni Regionali, ha cacciato la lista della spese con enormi manifesti affissi in tutta la Regione in risposta ai nostri manifesti di proclamazione della mobilitazione del 26 settembre.
Noi diciamo che si tratta solo di una lista per una eventuale spesa ma senza i soldi necessari per potere effettuare questa eventuale spesa.
Ma anche ad essere ottimisti (ma non lo siamo) i fondi FAS annunciati dal Presidente IORIO non sono di cantierabilità immediata, ma gli eventuali progetti non potranno partire prima di 3 anni.
Il settore ha bisogno immediatamente di provvedimenti di piccoli tagli da affidare in pochissimo tempo per ridare fiducia ad un settore in estrema crisi.
Poi basta con questa storia dell' Autostrada la cosiddetta - TERMOLI SAN VITTORE DEL LAZIO - che comunque siamo convinti che non si realizzerà in quanto non ci sono i soldi necessari.
Per lo sviluppo del Molise non serve costruire la “Termoli San Vittore” ma serve sicuramente ammodernare e rendere più sicure e più scorrevoli le strade esistenti che collegano il Mare Adriatico con il Lazio e la Campania quali:
• la FV del Biferno ;
• la SS 17;
• la SS Venafrana;
• la FV del Trigno.
Inoltre per quanto riguarda la viabilità, occorre progettare e ammodernare tutte le strade (che sono poco più delle mulattiere ) che portano dai centri abitati alle F. Valli e che percorrerle diventa una vera e propria avventura, in particolare in presenza di nebbia.
Vanno ammodernate anche la FV del Tappino che collega Campobasso a Foggia e la FV Tammaro che porta a Benevento ,in quanto strade importanti e piene di insidie, sulle quali si verificano frequentemente gravi incidenti mortali.
Riteniamo necessario anche il completamento immediato della “FV Rivolo” che collegherà Campobasso alla Bifernina, strada che se fosse stata ultimata nei tempi previsti, in questi giorni, visto i problemi della variante Ingotte, si sarebbe rivelata fondamentale per raggiungere Campobasso.
Penso che anche i candidati alle Primarie del Centro Sinistra, si siano resi conto in questi giorni di campagna elettorale in cui hanno girato in lungo e in largo tutto il Molise, in che condizioni si trovano le strade del territorio per cui anche a loro diciamo che non serve la Termoli San Vittore.
Nella nostra Regione ci sono anche altre emergenze e priorità.
Il Molise in base ai dati dell'Associazione dei Geologi d'Italia è interessato da 22 mila fronti di frane aperte, per cui si rischia un disastro idrogeologico di proporzioni gigantesche, cosi come avvenuto in altri posti d'Italia.
Si costruirebbe l'Autostrada con il rischio che tutto il territorio soprastante la stessa gli frani addosso.
Anche in questo caso le risorse disponibili vanno investiti per il risanamento di tutte le 22 mila frane aperte nel territorio Molisano, con interventi e bonifiche adeguate per la sicurezza dei cittadini e delle attività produttive.
Queste sono solo alcune priorità immediate, affinché il Molise possa uscire dalla crisi con le risorse disponibili garantite da IORIO (circa 40 milioni di euro,oltre a quindici venti milioni di euro derivanti da precedenti economie) da mettere immediatamente sul mercato con degli appalti di piccolo taglio immediatamente cantierabili e non la Termoli San Vittore per cui per la FILLEA – CGIL rimangono in piedi tutte le motivazioni per la mobilitazione del prossimo 26 settembre che per noi deve assolutamente essere confermata.
Per finire un altra cosa non capiamo in questi periodi di estrema crisi cioè l'esclusione dei lavoratori licenziati da Imprese Edili dal beneficio dell'indennità di mobilità in deroga.
Chiediamo all'Assessorato al Lavoro della Regione Molise le ragioni di tale grave esclusione e chiediamo anche che in caso di ulteriore proroga dello strumento degli ammortizzatori sociali in deroga di inserire i lavoratori licenziati da Imprese Edili tra quelli ammessi al beneficio dell'indennità di mobilità in deroga.


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