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ScuolaCampobasso
Pubblicato in data 21/4/2011 ● Click 1321

Pronti 300 ricorsi al giudice del lavoro, reagire contro la macelleria sociale


Sergio Sorella © FUORI PORTA WEB

Continuano i tagli alle risorse che il governo intende destinare alla scuola pubblica. Il Documento di economia e finanza (DEF) contiene una previsione di spesa in calo (dall'attuale 4,2% del Pil, al 3,7% nel 2015, fino al 3,2 nel 2030). Mentre tutti gli altri paesi europei investono nell’istruzione, il nostro continua a penalizzarla. Meno risorse per il personale della scuola, che dopo la riduzione di 87 mila cattedre e 42 mila posti di personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario), subirà ulteriori tagli.
Il DEF programma una vera e propria macelleria sociale, senza alcun contributo per la crescita del Paese. L’annunciata manovra da 40 miliardi produrrà tagli ancora più consistenti del passato alla spesa sociale e agli investimenti: quindi meno risorse per scuola, ricerca e università pubbliche e probabilmente nessun rinnovo dei contratti anche dopo il 2013.
Alle scuole servono risorse stabili, ovvero serve un organico funzionale (un organico attribuito con cadenza non annuale, ma triennale). La dotazione funzionale deve coprire le esigenze ordinarie dovute alla sostituzione dei colleghi assenti e per migliorare l'efficacia dell'azione didattica in relazione al Pof. Il ricorso alle supplenze brevi deve divenire residuale. Oggi il 20% del personale scolastico ha contratti di lavoro a tempo determinato, pur essendoci le disponibilità per essere stabilizzato.
La FLC CGIL chiede un piano straordinario di immissioni in ruolo e una programmazione quinquennale di stabilizzazioni in base al turn over. Ci sono i posti disponibili per farlo: su di essi vanno stabilizzati i lavoratori. La FLC ha dimostrato, dati alla mano, che è possibile coprire, con vere assunzioni, 100.000 posti nella scuola nei prossimi 3 anni a costo quasi zero.
Per sostener queste posizioni la FLC CGIL del Molise sta presentando 300 ricorsi al giudice del lavoro, nei quali si chiede la trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Si tratta di richieste che riguardano il personale docente ed ATA che da anni (in molti casi da oltre 10 anni) garantisce il funzionamento della scuola molisana e che ha diritto, perché ne ricorrono tutte le condizioni, ad avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Prosegue anche in questo modo l’iniziativa politico – sindacale tesa a far riconoscere l’importanza di investire nel sistema d’istruzione e formazione pubblica garantendone una migliore qualità ma anche un futuro alle giovani generazioni espulse dal mercato del lavoro.
Lo sciopero del 6 maggio dovrà dare forza a queste proposte per opporci al massacro dell'istruzione, dell'università e della ricerca pubblica.


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