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EventiChiauci
Pubblicato in data 5/4/2011 ● Click 1480

Diga di Ponte Chiauci: è iniziato l'invaso, capienza complessiva 14-15 milioni di mc


Regione Molise © FUORI PORTA WEB

Progettato al termine degli anni Cinquanta per soddisfare la domanda di consumi idrici per usi potabili, irrigui, industriali e idroelettrici della Vallata del Trigno, il complesso infrastrutturale della diga di Chiauci fu riprogettato nel 1985 in sede di avvio della realizzazione, tenendo conto dei risultati di un'approfondita indagine geologica.
Nella mattinata, dopo oltre cinquant'anni, l'inaugurazione della diga da parte del Presidente della Regione, Michele Iorio, che ha anche incontrato, al termine della cerimonia, i tre figli dell'operaio Scarano, morto in un incidente sul lavoro durante la realizzazione della struttura.
«Il Molise - ha detto Iorio - si arricchisce oggi di un'opera ingegneristica di notevole rilevanza, che non solo rispetta l'ambiente circostante, ma ne valorizza le peculiarità naturalistiche e paesaggistiche».
Per la prima fase di invaso, da completarsi entro giugno, è previsto il riempimento di un terzo dell'intera capienza del bacino, pari a circa 4,5 mln metri cubi d'acqua che potranno già essere utilizzati nel corso dell'estate, in autunno comincerà invece la seconda fase di invaso di circa 9 mln di metri cubi destinati ali'utilizzo nel 2012. Infine, l'ultimazione totale, pari a 14 mln di metri cubi, è prevista entro il maggio del 2013, data a partire dalla quale l'intera capienza diventerà, periodicamente, sempre disponibile.
Ripercorrendo la storia dell'opera, il Presidente Iorio ha evidenziato come essa sia frutto di una buona intuizione di una classe politica che seppe guardare lontano e comprendere che questo invaso, una volta realizzato, avrebbe potuto, non solo dare acqua per uso industriale ed agricolo per il Basso Molise e il Basso Abruzzo, ma anche creare le condizioni per lo sviluppo turistico della zona in cui insiste.
«È questa anche una risposta concreta - ha riferito Iorio - alla richiesta che ci viene dalle aree interne di creare iniziative di crescita per fermare lo spopolamento invertendone la rotta attraverso la facilitazione della creazione di nuove attività di ricezione turistica e di miglioramento/valorizzazione ambientale e paesaggistica del territorio».
«Il Molise - ha sottolineato il Presidente - per questa opera ha dato di più, ha impegnato, infatti, sia le sue risorse idriche che il suo territorio, ma oggi riceve in proporzione al suo impegno la possibilità di creare uno sviluppo duraturo e sostenibile».
Il Presidente della Regione, infine, ha poi voluto evidenziare come, in questo particolare momento di riflessione nazionale e internazionale sulla produzione energetica, questa opera si ponga quale elemento positivo per la possibilità che ha di generare energia da un moderno impianto idroelettrico di prossima realizzazione.
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SCHEDA DESCRITTIVA
La diga si presenta come un bacino dalla capienza complessiva di 14-15milioni di metri cubi d'acqua destinati a risolvere l'emergenza idrica del Basso Molise e Abruzzo.
Alta 70 metri, con una lunghezza al coronamento di 141 m, la costruzione è a scogliera in rockfill con dispositivo di impermeabilizzazione costituito da un manto bituminoso. A fianco dello sbarramento principale, due zone — delle quali la più estesa ricade in sinistra fluviale - sono protette con placcaggi di pietrame e dispositivi di tenuta.
Lo sfioratore superficiale è costituito da un unico calice di 32 m di diametro in sommità, alto circa 40 m sul piano di campagna. La galleria che recapita le acque a valle ha un diametro di I0 m. una lunghezza di circa 380 m e termina con un risalto libero ricadente in una platea immorsata nella roccia di base. Lo scarico di fondo, al di sotto del quale è posta la tubazione di 170 cm di derivazione delle acque, ha un diametro di 4,50 m., è lungo circa 490 m, e termina anch'esso con un risalto libero.
Il completamento secondario dell'opera ha riguardato anche la realizzazione di un bacino a livello costante, foglietto di Pescolanciano - situato nella coda del bacino artificiale principale - e l'assistenza idraulica ad opere complementari quali le strade dì accesso e le sistemazioni delle sponde del bacino. Cura particolare è stata posta nel rispettare le esigenze ambientalistiche, garantendo il minore impatto sul territorio. Per tale ragione, nella realizzazione dei manufatti di imbocco e sbocco dello sfioratore a calice, la preferenza è stata accordata a soluzioni con fondazioni a pozzo, evitando così escavazioni amplissime per loro natura fortemente perturbanti.
Parimenti, ove possibile, al termine dei lavori è stata ripristinata la condizione preesistente o, come nel caso della cava di prestito - ubicata immediatamente al di sopra dello sbarramento - di valorizzazione. Sempre nell'ottica della conservazione ambientale, sono stati progettati e realizzati gli scavi di regolarizzazione della stretta, che comprende pareli sub-verticali e, talora, a strapiombo, in modo da consentire un graduale inserimento del corpo della diga.
Le varianti fondamentali del progetto, successive al 1991, hanno principalmente coinvolto gli scavi della forra, per il quali si sono attuati interventi di fissaggio e placcatura della roccia, nonchè gli scavi dell'imbocco dello scarico di fondo, per i quali si è fatto ricorso a micropali ancorati, e gli scavi dello sbocco dello scarico di superficie, con avanzamento in calotta di micropali obliqui e abbassamento a pozzo previa tiratura della roccia.


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