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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 5/1/2011 ● Click 1428

EcoDem: "nota sull'emergenza idrica in Basso Molise"


Marinella Di Carlo © FUORI PORTA WEB

Lo scorso 22 dicembre è scattato il divieto di usare l’acqua della rete pubblica per bere e cucinare nei municipi di Termoli, Larino, Guglionesi, Montenero di Bisaccia, Petacciato, Ururi, San Martino in Pensilis e Portocannone fermo restando che a Campomarino il servizio idrico è stato interrotto dal 17 dicembre.
Colpa dei livelli eccessivi di trialometani.
I trialometani sottoprodotti di disinfezione,sono composti chimici che si formano dalla reazione tra il cloro (utilizzato per la disinfezione) e le sostanze organiche naturalmente presenti nell’acqua (sostanze umide, composti solubili prodotti dalle alghe, composti azotati naturali) sostanze sospettate di creare danni epatici, ai reni ed al sistema nervoso centrale.
I rispettivi Sindaci in questa vicenda hanno fatto affiggere manifesti con i quali si invitava la cittadinanza a non usare per scopo alimentare l’acqua regolarmente erogata attraverso la rete idrica pubblica. Ciò che ha destato perplessità in questa vicenda è stata la carenza informativa dei comuni offerta alle loro comunità, e l’assenza di iniziative prese per far verificare a laboratori di analisi terzi, la salubrità dell’acqua e le ragioni connesse alla sua contaminazione.
Come Associazione segnaliamo che c’è stata una scarsa informativa preventiva sull’evento ma anche una carenza durante il periodo di vigenza delle ordinanze tant’è vero che diversi cittadini hanno appreso con ritardo la notizia e hanno continuato ad utilizzare l’acqua sia per scopi alimentari che per lavarsi.
Gli EcoDem segnalano i mancati accertamenti sulle cause a monte dell’inquinamento e sui rischi in cui erano incorsi i cittadini. Ovviamente connesso a tale problema si è rivelato necessario approvvigionarsi di ingenti quantitativi d’acqua per uso alimentare con notevoli disagi e i fornitori si sono trovati nella condizione di non poter soddisfare tutte le richieste per il completo esaurimento delle scorte di magazzino.
Mentre nella maggior parte dei Comuni la situazione è tornata alla normalità ci sono ancora due paesi Campomarino e Petacciato dove i livelli di trialometano continuano a oscillare.
Dove sono le responsabilità e le competenze dei diversi organi istituzionali coinvolti?
Si tratta di omissione, inerzia, dimenticanza o altro?
- Visto il decreto legislativo del 02 febbraio 2001 n. 31 che disciplina:
<< la qualità delle acque destinate al consumo umano al fine di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia>>,
l’Associazione Ecologisti Democratici chiede a tutte le autorità competenti che venga fatta chiarezza sull’accaduto e che vengano date le giuste informazioni abbandonando una volta per tutte le imperdonabili sottovalutazioni e le inqualificabili omissioni.

- Art.12 D.Lgs n.31 del 02 febbraio 2001 (Competenze delle Regioni o province autonome):
<< alle Regioni e alle provincie autonome compete la previsione di misure atte a rendere possibile un approvvigionamento idrico di emergenza per fornire acqua potabile per la quantità ed il periodo minimi necessari a far fronte alle esigenze locali, l’esercizio dei poteri sostitutivi i casi di inerzia delle autorità competenti nell’adozione dei provvedimenti necessari alla tutela della salute umana nel settore dell’approvvigionamento idrico – potabile, compete inoltre l’adozione di piani di intervento per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano>>.
Perché la regione Molise non è intervenuta tempestivamente?

- Art. 50 del D. Lgs n.267 del 2000 (Competenze del sindaco e del presidente della provincia):
<< in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunita' locale e in caso di emergenza che interessi il territorio di piu' comuni, ogni sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non intervengano i soggetti competenti>>.
- ai sensi della Legge 24/02/1992 n. 225:
<<il Sindaco quale massima autorità locale in materia di protezione civile e di tutela della popolazione, oltre a guidare e coordinare la macchina comunale, a dare indirizzi per la pianificazione d’emergenza e a preservare la cittadinanza dai pericoli, è chiamato oggi a curare puntualmente l’informazione sui rischi e la divulgazione dei piani comunali e provinciali>>.
Come mai l’intervento dei comuni è stato così poco tempestivo con un deplorevole ritardo nell’informare la popolazione sui possibili rischi per la salute?
Perché non si sono mossi per chiedere interventi alle Autorità dopo aver scoperto dell’inquinamento della diga?
Come mai non si sono rivolti a laboratori di analisi chimico-fisiche differenti per accertarsi del reale livello di contaminazione dell’acqua?

- Art. 8 del D.Lgs n. 31 del 02 febbraio 2001 (Controlli esterni):
<< I controlli esterni sono quelli svolti dall’azienda sanitaria locale territorialmente competente per verificare che le acque destinate al consumo umano soddisfino i requisiti del presente decreto…>>
In che modo ci chiediamo, L’ASREM ha assicurato il rispetto dei requisiti chimici e microbiologici delle acque erogate alle popolazioni e individuato tempestivamente le situazioni di rischio?
Perché è rimasta ferma per due mesi dopo aver visto migliaia di carpe avvelenate nell’Invaso del Liscione?
Dove sono i riscontri di laboratorio sulla potabilità dell’acqua effettuati dall’ASREM?

- Art. 7 del D. Lgs n. 31 del 02 febbraio 2001 (Controlli interni):
<<sono controlli interni i controlli effettuati dal gestore del servizio idrico integrato per la verifica della qualità dell’acqua destinata al consumo umano…>>
Molise Acque in che modo ha controllato il buon andamento della gestione del servizio idrico e della potabilizzazione dell’acqua erogata?
Tra controlli interni ed esterni la Regione Molise anche per il tramite dell’ARPAM aveva il dovere di effettuare controlli costanti sulla qualità e sulla potabilità dell’acqua.
Perché tali controlli sono stati tardivi e inefficaci?
Per quale motivo c’è stata una così scarsa informazione da parte degli organi preposti?
Come mai l’intervento riparatore è stato così lento?


Fermo restando l’accertamento delle responsabilità in ogni e diversa sede, civile, amministrativa, penale, ecc. che sarà eventualmente perseguita dagli organi preposti, l’Associazione Ecologisti Democratici avanza le seguenti proposte operative:
1) Accertamento delle cause connesse con l’inquinamento del fiume Biferno e della diga del Liscione;
2) Verifica della necessità di adottare urgenti interventi di bonifica ambientale e ripulitura dell’Invaso del Liscione dalle carcasse delle carpe morte e/o di altri residui di sostanze organiche tossiche e pericolose;
3) Bonifica ambientale del fiume Biferno a monte della diga con accertamenti ispettivi su eventuali smaltimenti di rifiuti tossici nei terreni agricoli contigui e/o al fiume e ai suoi affluenti, ivi compreso l’immissione di percolato di discarica;
4) Individuazione di provvedimenti di riordino nella funzionalità di Molise Acque, ARPAM e ASREM, ciascuna per la propria competenza, finalizzate a un raccordo più efficace che eviti il ripresentarsi di eventi penalizzanti per tanti cittadini nel Basso Molise;
5) Verifica su eventuali responsabilità amministrative, tecniche e gestionali di Molise Acque, ASREM e ARPAM circa i fatti accaduti nel periodo in esame e in particolare sulla mancata rimozione delle migliaia di carcasse di carpe morte nell’invaso del Liscione e alla mancata bonifica ambientale;
6) Definizione di un protocollo d’intesa con i Comuni del Basso Molise per interventi tesi ad offrire ai sindaci assistenza tecnica, disponibilità di accesso a più laboratori di analisi chimico-fisiche e ogni altro sostegno utile a esercitare con efficacia le proprie funzioni amministrative con particolare riferimento alla salvaguardia della salute umana.


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