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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 21/10/2010 ● Click 2037

Vaccaro (IDV, già Sindaco di Guglionesi): "il fango di una certa politica"


Giuseppe Vaccaro © FUORI PORTA WEB

La vicenda Cosib non può dirsi un fulmine a ciel sereno, essendo solo la punta di un iceberg, di un più vasto magma inquinante che sta corrodendo e contaminando da decenni una certa politica del Basso Molise, che ha privilegiato l’obiettivo della ricerca di un diffuso consenso attraverso l’occupazione delle istituzioni, ormai intese come strumento per porre in essere una politica clientelare piuttosto che la sede per il perseguimento del bene comune. L’incredulità risiede unicamente nell’emersione del (mis)fatto avvenuta per merito di un giornalismo che fa semplicemente il proprio dovere in controtendenza rispetto a quello locale, assuefatto al regime poiché inserito nel relativo libro paga; e la conseguenza di ciò è che tale giornalismo può, al limite, dividersi per tifare per due concorrenti all’interno dello stesso recinto politico. Se tutti ignorano, a partire dai rappresentanti degli enti consorziati per finire alla pletora degli enti cui spetta il controllo sull’intera filiera procedurale, occorre biasimare il tentativo di porre in essere un’improbabile difesa dell’operato dei vertici del Cosib, accusando di faziosità e catalogando quali illazioni il contenuto dell’inchiesta portata avanti da alcuni operatori dell’informazione. Mettendo da parte l’accertamento della legittimità dell’operato del Cosib, compito spettante agli organismi preposti, in questa sede preme mettere in luce due rilievi che, è mia opinione, rappresentano il vero scandalo politico in questa vicenda. In primo luogo appare ineccepibile che il servizio di depurazione, essendo consortile, debba essere rivolto alle aziende localizzate nel territorio del Cosib e che non possa essere trasformato in attività “meramente commerciale” e, in tal guisa, ricorrere a interessate intermediazioni per procacciare generici utenti. Ciò costituisce un evidente abuso in quanto contrasta con la vera mission dell’Ente e con le sue finalità statutarie; ricorrere alla giustificazione che occorre fare cassa non regge perché in tal modo si certifica la non congruenza dei conti economici e, inoltre, al fine di mascherare la non sostenibilità della gestione economica, si ritiene opportuno ricorrere a entrate non propriamente classificabili e giustificabili. Semmai appare più corretto e proficuo intraprendere un’altra strada, ovvero quella di chiudere inutili ed esosi carrozzoni quali ad esempio la Net Energy, mantenuta in vita per ripagare coloro che, in barba a qualsiasi appartenenza politica, hanno prodotto un consociativismo con tutte le deteriori conseguenze, quali l’abbattimento di qualsiasi ostacolo a una conduzione dell’Ente, risultata effettivamente strumentale solo alla politica del centrodestra, in feroce opposizione alla precedente amministrazione Greco, e assurgendo oggi a braccio operativo della giunta amica Di Brino. Voglio ricordare lo spettacolo dei fuochi pirotecnici che lo schieramento del centrodestra locale ha posto in essere a testimonianza dell’incontenibile felicità provata per essersi disfatti dei potenziali ostacoli che si frapponevano alle loro vere mire politiche. Quel che occorrerebbe fare è puntare a ridurre i costi di gestione, così da andare incontro soprattutto alle aziende consortili che oggi sono alle prese con una grave crisi economica. Ma quali aspettative possono nutrirsi nei confronti di un Ente il cui statuto varia a seconda dell’appartenenza politica dei comuni consorziati e per favorire una certa maggioranza amica? Il Consorzio ha sempre rappresentato un obiettivo strategico per una politica che in questi anni ha prodotto gravi danni all’ambiente a causa delle industrie chimiche e della centrale turbogas; ciò a fronte di un tessuto industriale fragile e da considerare alquanto irrilevante se non ci fosse “mamma FIAT”. Di certo è risibile affermare la tesi della sostenibilità dello sviluppo turistico con quello industriale altamente inquinante e problematico. Il secondo aspetto da porre in rilievo è quello riguardante il tentativo dei Sindaci di prendere le distanze dal Presidente: dichiarando di non sapere nulla, da un lato non li rende immuni da complicità per lo meno omissive, dall’altro sentenziano in modo ineluttabile la loro netta presa di distanza da Del Torto, circostanza che politicamente si traduce in una dichiarazione (irreversibile?) di sfiducia nei suoi confronti. Se le parole hanno ancora un senso, i Sindaci, che comunque dovevano sapere, si ritengono all’oscuro di tutta la vicenda, rappresentata loro quale mero potenziamento autorizzativo del depuratore. Sono affermazioni gravi e non facilmente confutabili, in quanto comuni a tutti i primi cittadini al di là delle singole appartenenze: non afferiscono alla liceità dell’iniziativa intrapresa ma alla condotta elusiva posta in essere allo scopo di tenerli fuori dal vero obiettivo del provvedimento approvato collegialmente. Invito i primi cittadini ad essere consequenziali essendo venute meno le condizioni iniziali di fiducia alla base della sua relativa elezione; nel caso in cui il Presidente ricorresse alla formulazione di improbabili e pretestuose giustificazioni, essi non possono più esimersi dal formalizzare la loro sfiducia, essendo in gioco la loro stessa credibilità rispetto alle comunità che rappresentano. Di fronte a probabili tentativi di normalizzare la vicenda, mediante un farsesco ricorso a generici fraintendimenti, nonché di mettere in campo persuasioni politiche da parte dei poteri forti del centrodestra, non si può rimanere semplici e attoniti spettatori. Una comune reazione appare più necessaria se si considera la condotta di quanti nel centrosinistra, in nome di una qualunquistica politica del fare hanno riattualizzato, con una cogestione dell’Ente, un becero consociativismo della peggiore specie, tale addirittura da far invidia a quello vituperato della prima Repubblica: il tutto al solo scopo di mascherare interessi personali fortunatamente tenuti in debita considerazione dall’elettore nel segreto dell’urna. Infine, ricordo ancora una volta le parole del Sindaco Facciolla, tese a giustificare l’assenso a Del Torto al fine di esercitare il proprio ruolo di controllo all’interno dell’Ente: speriamo che tenga in debita considerazione le conclusioni da trarre comparando l’attuale situazione con quanto si era prefisso e il venir meno delle sue prerogative di partecipazione. La battaglia che si deve condurre non è contro l’uomo, ma contro il sistema di cui egli costituisce un utile ingranaggio; un sistema che sta conducendo il Molise verso un’irreversibile crisi sociale oltre che economica, qualora si continui ad assecondare il centrodestra nel ricorso a una diffusa cultura politica individualista che genera mentalità e atteggiamenti tipici del neoliberismo utilitaristico.
[Giuseppe Vaccaro, già Sindaco del Comune di Guglionesi]


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