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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 11/3/2010 ● Click 1681

Il nucleare nel Basso Molise?


Luigi Sorella © FUORI PORTA WEB

Il nucleare nel Basso Molise? Forse la popolazione del Basso Molise non potrà “difendersi”. Proviamo a spiegare il perché.
Sbirciando nella campagna elettorale tra le proposte programmatiche nelle amministrative per il Comune di Termoli, in pratica non ci sono differenze né tra i candidati né tra le tante liste a loro sostegno: ad unisono è un “no al nucleare”. Magari bisogna intenderci sui simboli e sul simbolismo che si rappresentano politicamente, prima e dopo la corsa al voto. “La domanda nasce spontanea” (direbbe un noto giornalista della TV): dove cercare la coerenza di quei rappresentanti apertamente schierati contro il nucleare accanto al partito che di fatto sul piano nazionale ha aperto la strada al nucleare? Bisognerebbe spiegare alla popolazione se si è davvero contro il nucleare a prescindere, o si è contro il nucleare nel Basso Molise per una ragione di consenso.
Non solo. Il controllo della Regione Molise vive l’identica ambiguità (una contraddizione politica di fondo tra piani nazionali e tutele territoriali). Sarà sufficiente il “no” del presidente Iorio (in scadenza nel 2011) per evitare una centrale nucleare nel Molise? Ragioniamo su alcuni dettagli normativi che devono aprici gli occhi da subito. Il primo Ministro del governo nazionale, il presidente Silvio Berlusconi, nella vigente legislatura eletto proprio dai Molisani (e dunque un nostro autorevole rappresentante nel Parlamento italiano), sottoscrive in Europa accordi e piani sullo sviluppo energetico a base di quote di energia nucleare. “Che ci azzecca” (direbbe un noto politico molisano) il “nostro” Presidente del Consiglio dei ministri con il decreto “nucleare”? Il decreto sullo sviluppo energetico, revisionando il precedente orientamento governativo, ha recentemente introdotto alcune novità, in virtù anche delle indicazioni del Consiglio di Stato: sui siti verrà ascoltato anche il parere del Comune interessato, e in assenza di un accordo con la Regione non si nominerà più un commissario ma si procederà con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
Ufficialmente, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico presieduto dall’onorevole Claudio Scajola, il governo nazionale fa sapere che non ancora sono stati individuati i siti nucleari in Italia. Onestamente, credere all’assenza di una mappa già abbastanza orientativa, per non scrivere puntuale, è difficile, per non scrivere che è a dir poco imbarazzante. Si può immaginare una scelta strategica così culturalmente distante dalla storia italiana senza sapere (già) dove? Essendo l’Italia una nazione costantemente al voto (per un motivo o per un altro), dunque nella (par) condicio e nella propaganda elettorale permanente (pare che sia uno spot nazionale “il su e il giù” del sondaggio sulla “fiducia degli italiani”), ci si crede un po’ meno. Infatti, il programma della costruzione delle centrali nucleari in Italia partirà già dal 2013 e la produzione di energia nucleare è fissata al 2020. Dunque, paradossalmente ci sono le date del programma nucleare e non ci sono i siti!
Ci chiediamo: in uno scenario così complesso potrà difendersi la popolazione del Basso Molise dall’insediamento nucleare? Due sono i “limiti” che non giovano a favore del nostro territorio, nel senso che danno un vantaggio concreto all’idea del nucleare nel Basso Molise (indifendibile, politicamente a livello locale, nell’ottica dell’interesse nazionale): il decreto eroga benefici economici per enti e popolazioni coinvolte (circa 10 milioni di euro a centrale), e sappiamo cosa è successo, sta succedendo e succederà nel Basso Molise alla “vista” dei soldi per il “ristoro” da fonti energetiche (praticamente ignorata ogni altra problematica: ambientale, culturale, paesaggistica, turistica, sanità, etc.); la bassa densità di popolazione che deve essere localizzata intorno ad una certa aerea concentrica di diversi chilometri dalla centrale (metà del perimetro di incidenza nucleare sul territorio per il sito di Termoli ricadrebbe, “vantaggiosamente” per il programma nucleare nazionale, in mare). In virtù, dunque, dei programmi nazionali di evacuazione della popolazione dal territorio in caso di grave pericolo per “fughe” dai reattori nucleari, a mio avviso proprio la bassa densità di popolazione nel nostro territorio porterebbe a “giustificare” l’eventuale risoluzione governativa dell’installazione della centrale nucleare nel Basso Molise, sulla base cioè di un dato “oggettivo” di pianificazione territoriale su scala nazionale, un dato (appunto la densità di popolazione) che diverrebbe così determinante, e forse eccessivamente determinante, rispetto alla sismicità, il dissesto idrogeologico e altre calamità in gioco “per un’esclusione teorica” come prevede il decreto sullo sviluppo energetico. Non trovando evidentemente l’accordo con la Regione e con il Comune si procederà con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. È in sintesi il futuro del Basso Molise?
La partita è in corso, ed è tutta da giocare. Sarà l’arbitro a dare il triplice fischio.


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