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PoliticaGuglionesi
Pubblicato in data 4/1/2010 ● Click 1570

Vaccaro (IDV): l'aria fritta al Cosib


Giuseppe Vaccaro © FUORI PORTA WEB

Non è facile intervenire su problematiche in cui l’oggetto delle tue analisi investe persone con le quali si è condiviso, nel tempo, un qualche percorso politico.
Ciò che mi preme porre in luce è la riduzione di un ente, il Cosib, consorzio di sviluppo industriale del Basso Biferno, che, nato per ben altri scopi, è stato ridotto a cabina di regia politica per delegittimare, in ogni circostanza, un’amministrazione comunale, quella di Termoli, votata democraticamente ma risultata comunque indigesta a qualcuno.
Abbiamo assistito ad una conferenza stampa di fine anno dell’Ente basata sul nulla. Non a caso si è parlato di aria, l’aria del nucleo industriale di Termoli, aria pulita a detta loro. I toni trionfalistici della conferenza stampa stridono con la realtà del contesto in cui si è svolta. L’incontro di fine anno con la stampa in realtà è servito soltanto a gettare fango sulla ormai trascorsa amministrazione Greco, preambolo necessario per brindare all’evento sperato della sua conclusione anticipata.
Avrei sperato che in quella conferenza si fosse parlato di cose concrete, avrei preferito una solidarietà agli imprenditori che, ostaggio delle banche, illusi da sgravi fiscali dal governo centrale e da impraticabili aiuti regionali, stanno vivendo un momento particolare nell’ambito di una crisi che non è terminata.
Avrei preferito che si venisse loro incontro abbassando i costi dei servizi consortili prevedendo di ridurre gli esosi gettoni di presenza e le varie indennità e liquidazioni dorate dispensate, sopprimendo il superfluo baraccone della Net Energy tenuta in vita per scopi diversi da quelli ipotizzati, a partire dalla composizione sociale rimasta solo pubblica.
Avrei preferito qualche parola su un atteggiamento politico reticente assunto in occasione della marcia contro il Nucleare dove il Cosib ha visto che ad essere isolata è la sua conduzione di Ente ridotto a strumento di potere della regia regionale del centrodestra. In quella occasione è stato smentito dalla enorme partecipazione popolare e persino dalla maggioranza dei Comuni consorziati.
Non una parola è stata spesa per i lavoratori che pagano maggiormente l’incertezza della crisi che, nella nostra regione, si avverte maggiormente a causa di aiuti assistenzialistici e non strutturali al sistema industriale.
Non una parola sullo Zuccherificio dove si stanno consumando scene già viste: possibile che un imprenditore non del settore, in un momento in cui il governo nazionale non mantiene le promesse di dare linfa vitale per la sua sopravvivenza, in un momento in cui il prezzo dello zucchero scende e lo stesso produttore delle bietole non è remunerato dal prezzo, decida di investire senza poter contare su altre promesse non scritte?
Non un cenno sull’interporto insabbiatosi nel mistero più fitto, su infrastrutture a servizio dell’agglomerato industriale. I lavori sui margini del fiume Biferno sono indubbiamente necessari ma dovrebbero essere maggiormente di competenza di altri enti.
Nulla di tutto questo è stato detto.
Solo un’euforia che stride con la realtà difficile dei tempi che stiamo vivendo. Una caduta di stile nel ruolo istituzionale rivestito ma soprattutto, un netto contributo all’immagine deteriorata di quella politica delle fazioni che si serve delle istituzioni.
Prefigurando una sicura vittoria alle prossime elezioni termolesi, il centrodestra intende ripristinare nell’alveo naturale il “sistema fluviale” Comune-Cosib.
Da tale connubio e da ruoli promiscui di dirigenti e politici di allora, e che sono gli stessi di oggi, sono nate le devastazioni ambientali del territorio.
Sono certo che gli elettori termolesi quando saranno nell’urna, sapranno giudicare non solo il passato più recente ma la storia, molto più complessa, di almeno un decennio, in cui l’esperienza Greco è naufragata per mano dei quattro voltagabbana che hanno tradito il compito, affidato in primis dagli elettori, di far dimenticare una pagina triste della vita amministrativa della città originata dal centrodestra. [Non è facile intervenire su problematiche in cui l’oggetto delle tue analisi investe persone con le quali si è condiviso, nel tempo, un qualche percorso politico.
Ciò che mi preme porre in luce è la riduzione di un ente, il Cosib, consorzio di sviluppo industriale del Basso Biferno, che, nato per ben altri scopi, è stato ridotto a cabina di regia politica per delegittimare, in ogni circostanza, un’amministrazione comunale, quella di Termoli, votata democraticamente ma risultata comunque indigesta a qualcuno.
Abbiamo assistito ad una conferenza stampa di fine anno dell’Ente basata sul nulla. Non a caso si è parlato di aria, l’aria del nucleo industriale di Termoli, aria pulita a detta loro. I toni trionfalistici della conferenza stampa stridono con la realtà del contesto in cui si è svolta. L’incontro di fine anno con la stampa in realtà è servito soltanto a gettare fango sulla ormai trascorsa amministrazione Greco, preambolo necessario per brindare all’evento sperato della sua conclusione anticipata.
Avrei sperato che in quella conferenza si fosse parlato di cose concrete, avrei preferito una solidarietà agli imprenditori che, ostaggio delle banche, illusi da sgravi fiscali dal governo centrale e da impraticabili aiuti regionali, stanno vivendo un momento particolare nell’ambito di una crisi che non è terminata.
Avrei preferito che si venisse loro incontro abbassando i costi dei servizi consortili prevedendo di ridurre gli esosi gettoni di presenza e le varie indennità e liquidazioni dorate dispensate, sopprimendo il superfluo baraccone della Net Energy tenuta in vita per scopi diversi da quelli ipotizzati, a partire dalla composizione sociale rimasta solo pubblica.
Avrei preferito qualche parola su un atteggiamento politico reticente assunto in occasione della marcia contro il Nucleare dove il Cosib ha visto che ad essere isolata è la sua conduzione di Ente ridotto a strumento di potere della regia regionale del centrodestra. In quella occasione è stato smentito dalla enorme partecipazione popolare e persino dalla maggioranza dei Comuni consorziati.
Non una parola è stata spesa per i lavoratori che pagano maggiormente l’incertezza della crisi che, nella nostra regione, si avverte maggiormente a causa di aiuti assistenzialistici e non strutturali al sistema industriale.
Non una parola sullo Zuccherificio dove si stanno consumando scene già viste: possibile che un imprenditore non del settore, in un momento in cui il governo nazionale non mantiene le promesse di dare linfa vitale per la sua sopravvivenza, in un momento in cui il prezzo dello zucchero scende e lo stesso produttore delle bietole non è remunerato dal prezzo, decida di investire senza poter contare su altre promesse non scritte?
Non un cenno sull’interporto insabbiatosi nel mistero più fitto, su infrastrutture a servizio dell’agglomerato industriale. I lavori sui margini del fiume Biferno sono indubbiamente necessari ma dovrebbero essere maggiormente di competenza di altri enti.
Nulla di tutto questo è stato detto.
Solo un’euforia che stride con la realtà difficile dei tempi che stiamo vivendo. Una caduta di stile nel ruolo istituzionale rivestito ma soprattutto, un netto contributo all’immagine deteriorata di quella politica delle fazioni che si serve delle istituzioni.
Prefigurando una sicura vittoria alle prossime elezioni termolesi, il centrodestra intende ripristinare nell’alveo naturale il “sistema fluviale” Comune-Cosib.
Da tale connubio e da ruoli promiscui di dirigenti e politici di allora, e che sono gli stessi di oggi, sono nate le devastazioni ambientali del territorio.
Sono certo che gli elettori termolesi quando saranno nell’urna, sapranno giudicare non solo il passato più recente ma la storia, molto più complessa, di almeno un decennio, in cui l’esperienza Greco è naufragata per mano dei quattro voltagabbana che hanno tradito il compito, affidato in primis dagli elettori, di far dimenticare una pagina triste della vita amministrativa della città originata dal centrodestra.
[Comunicato dell'ufficio stampa dell'IDV]


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