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Lettera a FPWGuglionesi
Pubblicato in data 22/10/2009 ● Click 1464

L'intreccio tra media e politica. La controreplica.


Pierino Raspa © FUORI PORTA WEB

Controreplica a Pietro di Tomaso brevissima altrimenti diventa un infinito confronto a due (è come il pasto, caffè, ammazzacaffè, stuzzichino e poi di nuovo si ricomincia..). Scrivo subito appena letto la sua replica “a botta calda”.
Telecrazia: mi dispiace molto che anche la sinistra, “a suo tempo” ha depotenziato le sezioni e la presenza sul territorio, costruita in decenni di sacrifici militanti e con grande spirito di volontariato e abnegazione, per ritenere erroneamente che “valeva” più qualche passaggio nei principali contenitori televisivi nelle ore di punta (hanno quindi sbagliato tutti e ora la Lega gode perché fa politica come una volta)
Destra e sinistra: l’ultimo libro interessante che ho letto che prova a definirle (destra e sinistra) è forse del 2004 (scusatemi se per caso sbaglio l’anno ma non ho voglia di andarlo a ripescare né guardare nella rete); l’autore è Norberto Bobbio;. siamo adesso al cospetto di una società che non si lascia definire in quanto molto complessa e articolata. Non possiamo leggerla con occhiali del secolo scorso quando c’erano i blocchi, i proletari i borghesi e i padroni e si viaggiava per comparti stagno (in buona sostanza sono d’accordo con te Pietro).
Sono invece d’accordo con chi ha sostenuto (Adriano Sofri) che per ciascuno di noi, essere di destra o di sinistra VALE L’AUTOCERTIFICAZIONE; non c’è nessuno che possa usare coerentemente e in maniera efficace tali categorie in assenza di parametri, anche se vuoti e demagogici, che hanno tuttavia contraddistinto il ‘900. Ma oggi cosa vuol dire essere di sinistra: il welfare ?, l’accettazione del diverso e l’integrazione con/degli extracomunitari o come dicono alcuni la contaminazione col diverso e il “meticciato” ? (anche i sindaci di Padova, Penati della prov,. di Milano, caso Firenze non sono stati tuttavia simboli di tolleranza e accettazione delle diversità; I VOTI SONO VOTI E IL CONSENSO è CONSENSO!! anche qualcuno a Guglionesi ad un certo punto parlava di real politik di macchiavellismo ecc. Altro che idee, valori, riflessioni teoriche !! erano ritenuto tutto ciò roba da sempliciotti, da ingenui, cose poco concrete!! )
TV e comunicazione. Secondo me l’importanza dei media è spesso sopravvalutato e rientra quasi in una tendenza alla mo da dire che formano le opinioni, la cultura, le coscienze, orienta il voto ecc.. ecc.. a mio avviso questo approccio alla Ilvo Diamanti e altra intellighenzia sociologico-statistica a orientamento progressista non funziona più.
Cito a supporto di questa affermazione quando banalmente e ripetutamente si ascolta nei talk-show: in Italia la sinistra ha vinto le elezioni e il mondo TV era in mano alla destra e viceversa. Apprezzo invece una ricerca a suo tempo presentata da Carlo Freccero (operatore molto intelligente e creativo nel campo delle tv) fatta negli USA, dalla quale emergeva che i mass media riescono a orientare (attenzione non dice far votare o far sposare dei modelli sociali) non più del 3-4% della popolazione nell’ambito della quale però gli elettori sono una quota esigua.
Mi ricorda questo argomento i primi tempi dell’avvento del personal computer (primi anni 80 quando usai i primi PC con le cassette!!! ..preistoria..); molti dicevano “attenzione diventi succube del video, la macchina prende il sopravvento sull’uomo” (Marx l’aveva capito molti decenni prima); apriti cielo quando qualcuno iniziò a parlare di “intelligenza artificiale”. Tutto ciò fino al giorno in cui emerse un dato banale ma chiaro: il PC non esiste se non siamo noi persone ad attaccare la spina per scelta. Così è anche il telecomando della TV e gli italiani non sono tutti o in larghissima parte alienati, soggiogabili, plasmabili. Accendono la TV quando vogliono e scelgono i canali che desiderano. A molti piace anche essere consumisti e seguire le mode! È un reato ? sono valori effimeri ? Io veramente non lo so. Guai comunque credere che valga sempre una sorta di scenario alla Truman Show.
Deontologia professionale dei giornalisti ? a mio avviso non esiste e questo mi piace; lo trovo giusto. Preferisco un giornalismo di parte e schierato piuttosto che ipocriti fondi e articoli basati su una incerta ”evidenza empirica”, sui fatti concreti e altro volto a dare senso di verità e apparente distacco del giornalista.. Sono peraltro favorevole all’abolizione dell’ordine dei giornalisti in quanto è anch’essa una casta.
Basta!! Mi fermo altrimenti da “brevissima replica” diventa un “papiello”.
Caro Pietro, avremo sicuramente opportunità di discuterne de visu a Guglionesi (io vivo in Emilia Romagna). Apprezzo anch’io i tuoi toni e la lealtà e spontaneità intellettuale. Auguro a te, ai lettori, a Luigi e al suo blog tanta soddisfazione nella vita e buone cose in ogni campo.


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