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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 16/10/2009 ● Click 1309

Libertà d’informazione e potere


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

La penso come Eugenio Scalfari: la professione giornalistica “ha come primo principio deontologico quello di controllare il potere ad ogni passo e in ogni istante. I giornali non sono partiti ma sentinelle a guardia del pubblico interesse”. La mia cultura politica liberaldemocratica mi spinge ad aggiungere che la verità sul comportamento di un soggetto politico costituisce il fine di chi esercita un contropotere, e l’effetto che si vuole raggiungere è l’autolimitazione del potere. La democrazia accetta il conflitto, esige e stimola la ricerca del vero, anche se il vero è scomodo per il potente.
In Italia, tuttavia, c’è uno scenario particolare. Un governo di centrodestra, pur dichiarandosi promotore dei valori liberaldemocratici, mette sotto accusa e attacca come traditore di quei valori un giornale che ha fatto dell’equidistanza tra le parti politiche in conflitto una sua caratteristica distintiva (leggasi la recente presa di posizione di Berlusconi contro il Corriere della Sera, che non sarebbe più “il giornale conservatore della buona borghesia milanese” ma bensì intriso di sinistrismo). Come non vedervi, nonostante la prudenza del direttore De Bortoli, un avvertimento ad una maggiore attenzione e docilità verso il potere? Come si fa, nell’attuale situazione italiana, a far finta di non vedere lo spettro di una società libera che, pur continuando a parlare ingenuamente di libertà e democrazia, sta diventando nella migliore delle ipotesi un ‘sultanato’ (secondo la definizione di uno scienziato politico del calibro di Giovanni Sartori)? Questa, purtroppo, è la patologia dell’Italia plasmata da 30 anni di TV berlusconiana. “Per questo è così importante – scrive Castells, studioso dell’informazione – che i magnati dei media non diventino leader politici, come nel caso di Berlusconi” (Castells, Comunicazione e potere, Università Bocconi, 2009).
Montanelli aveva scritto: “Solo lasciandolo governare, gli italiani si vaccineranno contro il berlusconismo”. Speriamo che questa profezia si avveri, anche se il pessimismo è tuttora prevalente.
La trincea della Cultura è la sola capace di opporsi alle degenerazioni della politica, quando la democrazia sia degradata in demagogia.
Naturalmente, la notizia secondo cui la Regione Molise si accingerebbe ad erogare fondi pubblici a giornali docili e per nulla critici nei confronti dell’attuale dirigenza si inserisce a pieno titolo nell’analisi appena tratteggiata della deriva italiana, morale e politica.


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