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Pubblicato in data 11/9/2009 ● Click 1772

"Molise, arte e cultura" ma Guglionesi non c'è


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Lettera aperta al dottor Sandro ARCO, Assessore Cultura e Beni Culturali, Regione Molise.
Gentile Assessore, vorrei provare a descrivere lo sconcerto col quale ho più volte sfogliato il catalogo “Molise, arte e cultura” (edizione 2009) contenente immagini, affreschi, templi, chiese e testimonianze della nostra Regione, senza trovare nulla che riguardasse Guglionesi, il Comune molisano più esteso territorialmente che vanta un patrimonio storico e ambientale di notevole interesse.
Mi sono meravigliato per la distrazione con la quale i curatori di tale pubblicazione abbiano omesso di segnalare ai lettori alcune importanti testimonianze del passato racchiuse nel nostro Comune. La storia cittadina è ricca di tradizioni. Deriva da Usconium, una delle principali città della Frentania, che fu importante Municipio Romano. L’attuale Guglionesi era un territorio dove ricchi cittadini di Usconio possedevano villini e vigneti e si chiamava all’origine Collisnysii (da Dyonisus, Bacco), perché sorge su di un colle consacrato alle coltivazioni della vite. Nel Medioevo fu diverse volte distrutta e ricostruita per le continue contese dei suoi dominatori, tra cui si annoverano i Normanni, gli Svevi, Angioini e Aragonesi. A proposito dei Normanni, una tradizione asserisce che sin dalla prima invasione Guglielmo d’Altavilla detto Braccio di ferro (nel 1042 Conte di Puglia) s’impadronì di Guglionesi, la rifabbricò in modo da farsi considerare un secondo fondatore e le impose il nome Guglienìches, che vorrebbe significare, dalla corrispondente parola greca di vittoria, terra di conquista di Guglielmo. La conquista di Guglionesi e la cattura del ‘dominus’ del contado, il longobardo Galterio, indussero Guglielmo a fare un voto alla Madonna che poi sciolse costruendo un Tempio intitolato a S. Maria Maggiore. La tradizione aggiunge che Guglionesi fu costituita Metropoli di tutta la Regione sino a Chieti, come attesta il Biondo: “Normanni etiam duces erant dignam apud quod (castellum Guillionesiacum) Aprutine gubernationis sedem tenerent”.
La storica cittadina, che fu importante sede di religiosi dai tempi antichissimi della Cristianità, ebbe ben trenta chiese e conventi e monasteri (S. Chiara, S. Francesco, Annunziata, Cappuccini, S. Giovanni in Eremo) di cui esistono tuttora molte testimonianze. Attualmente sono aperte al culto sette chiese, tra cui la cattedrale di Santa Maria Maggiore con la splendida cripta nella quale fu deposto il corpo dell’abate Adamo, benedettino, oggi Santo Patrono. Un'altra chiesa, importante per antichità e pregio architettonico situata nel Borgo medioevale, è quella dedicata a San Nicola di Bari, in stile romanico, “monumento nazionale” attestato in un documento del monastero benedettino delle Tremiti, sin dal 1049. Le origini, la matrice medioevale del centro storico di Guglionesi vengono oggi rievocate con la sfilata in costume ed ampliata con il corteo del “Palio di San Nicola” (quest’anno alla XVII edizione).
Guglionesi ha una invidiabile veduta panoramica e la celebre passeggiata di Castellara consente di ammirare la vallata, il fiume Biferno, il mare. L’occhio può spaziare dalla Maiella alla massa montuosa del Gargano e al Tavoliere delle Puglie. Si possono altresì ammirare, in lontananza, le isole Diomedee. Per chi viene da Termoli, la vista dall’alto compensa comunque la lieve salita. Le luci della costa, i riflessi della luna, sembrano espandersi all’infinito.
Gentile Assessore, nel presentare la suddetta pubblicazione ‘catalogo’ Lei sottolinea la necessità di costruire una “rete culturale” per far conoscere e valorizzare il patrimonio culturale e ambientale del Molise. Personalmente auspico che tale lodevole iniziativa contribuisca anche a combattere una visione frantumata che molti hanno del territorio molisano (vedi i ritornanti municipalismi). Nella zona della costa molisana molti pensano che il mare bello possa bastare ai fini turistici. A mio parere occorre prendere coscienza che abbiamo anche altre bellezze rimaste troppo nascoste, sia all’interno dei paesi prospicienti l’area stessa, sia all’interno di molti Comuni molisani. Tali bellezze bisognerebbe mostrarle a tutti. E’ necessario quindi che la costa dialoghi con i centri dell’interno che sono in grado di offrire cose belle e anche un loro modo di vivere. Si percorra dunque una strada di politiche culturali inclusive ed integranti, con la partecipazione attiva dei cittadini, mobilitandone le riserve di energia ed entusiasmo. Ciò significa tutelare il patrimonio locale, fatto di edifici (centri storici), paesaggi, archivi, foto, tradizioni, monumenti, testimonianze storiche. Insomma, tutto il Molise faccia ‘sistema’. Con tale auspicio, La saluto cordialmente.


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