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Pubblicato in data 20/7/2009 ● Click 1546

Immaginare un futuro verso lo sviluppo e la crescita compatibile


Pietro Di Tomaso © FUORI PORTA WEB

Il recente convegno "Ricostruire il futuro" organizzato da 'Symbola', la Fondazione per le qualità italiane, ha inteso lanciare un modello di sviluppo eco-compatibile incentrato sulla 'green economy'. Prima di tratteggiare alcuni filoni di intervento per una possibile adattabilità al territorio basso-molisano, vorrei formulare qualche riflessione sul mondo giovanile.
Il 'Rapporto Giovani 2008', elaborato dalla Università di Roma La Sapienza riguardante il fenomeno della disoccupazione ci informa che nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni ci sono 270 mila ragazzi che non studiano e non lavorano. In quella compresa tra i 25 e i 35 anni il numero sale a un milione e 900 mila. La crisi economica evidentemente si fa sentire, unitamente ad un percorso scolastico che non offre realistiche possibilità di impiego. Dunque sono migliaia i giovani che, reagendo al perdurante mancato sviluppo del Meridione emigrano verso il Nord, come a suo tempo chi scrive. Come pure è nota l'atmosfera nichilista che caratterizza la condizione di molti giovani a cui il futuro non appare più come una promessa ma come una minaccia.
Naturalmente non riuscire a individuarne i contorni di tale futuro si è demotivati e quindi non ci si impegna e non ci si applica. Dopo di che, se dal futuro individuale passiamo al futuro collettivo, che dire di una società che trascura i giovani? Può questa società che non utilizza la sua forza proiettarsi nel futuro?
Io credo di no. Ben venga quindi il 'Forum dei giovani' se verranno sviluppate idee e progetti. Con riguardo alla realtà basso-molisana, un progetto concreto potrebbe essere quello volto a valorizzare la costa facendola dialogare con i Comuni prospicienti l'area stessa con l'impegno di 'fare sistema' nell'ambito di un turismo innovativo. A tal proposito, ben si attagliano i modelli 'Villages d'Europe' e 'Albergo diffuso'. L'idea del Villaggio d'Europa è quella di concepire una vacanza che sia occasione di scoperta di un paese, di un ambiente, delle abitudini dei territori e delle genti che colà vivono. Il turista dovrà essere messo cioè nelle condizioni di perdere le connotazioni del turista e di 'calarsi' nella vita di un vero "Villaggio d'Europa". Diventa importante che vi siano servizi efficienti, confort, animazione, attività sportive e manifestazioni folkloristiche.
Un'indagine fatta presso i maggiori Tour Operators indica che il progetto Villaggi d'Europa ha riscontrato un forte interesse e, quindi, la prospettiva è quella di realizzare in Europa un prodotto turistico di livello internazionale. L'Albergo diffuso è una forma recente di sviluppo turistico che ha alla base il coinvolgimento dell'amministrazione degli enti locali e regionali. La prima regione che ha inserito questa tipologia ricettiva nelle norme sul turismo, è la Sardegna. Per Albergo diffuso si intende qui la "struttura ricettiva ubicata nei centri storici dei Comuni, caratterizzata da unicità del servizio di ricevimento e di servizi comuni, per unità abitative in locali separati distanti non oltre 200 metri dall'edificio centrale".
Dal 2006 questa innovativa struttura è entrata a far parte di Legambiente Turismo con l'idea di promuovere un turismo diverso, rispettoso dell'ambiente e delle tradizioni locali. Una formula particolarmente adatta a quei borghi e paesi caratterizzati da centri storici di interesse artistico ed architettonico che, in questo modo, possono recuperare e valorizzare vecchi edifici ed al contempo evitare di risolvere i problemi di ricettività turistica con nuove costruzioni.
Un'altra prospettiva credibile per i prossimi anni è quella dell'innovazione in campo agroalimentare e di ciò ho avuto occasione di discorrere in un precedente intervento su 'Fuoriportaweb'. Aggiungo solo che negli ultimi dieci anni la popolazione delle campagne è aumentata ed è diventata più ricca, più colta e più dinamica. Perché non si tratta solo di agricoltori e contadini ma di liberi professionisti e giovani laureati che, soprattutto al Nord, scelgono di allontanarsi dalle città.
Un ulteriore filone di intervento potrà essere studiato in sede di Unione dei Comuni prospicienti l'area costiera se tale consorzio ha nel frattempo risolto il dilemma tra l'essere un soggetto unitario o un condominio di Comuni. La verità è che solo se uniti, riescono a fare sistema; e solo se fanno sistema, riescono ad immaginare un futuro verso lo sviluppo e la crescita compatibile. "Per capire l'Italia che verrà - ha spiegato Ermete Realacci, presidente di Symbola - ... per questo abbiamo chiamato a raccolta i talenti abruzzesi: dalle aziende specializzate in elettronica spaziale all'alta moda, dai parchi ai maestri dell'enogastronomia. E' una battaglia dura ma si può vincere puntando sulla qualità e sul territorio...".


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