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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 6/3/2009 ● Click 2478

Loris Ricci, il Figaro italo/montrealese


Filippo Salvatore © FUORI PORTA WEB

Ha 69 anni, ma se li porta benissimo. É un uomo più alto della media, un pò appesantito, ma ancora aitante con una capigliatura bianca ancora folta ed un baffetto curatissimo che sembra accarezzare il labbro superiore e richiama le folte sopracciglia. Ha la parlantina facile e la voce gagliarda che fuoriesce da un petto possente. Ecco Loris Ricci, barbiere di professione, ma anche grande amatore del bel canto. Il barbiere canterino montrealese fa subito pensare al Barbiere di Siviglia e per la sua propensione al canto Ricci sembra corrispondere al personaggio dell’opera di Rossini. Intercala frequentemente con la sua voce di baritono,tra una sorsata di vino ed un boccone del panino al prosciutto, durante il nostro incontro, arie di opera o canzoni del tipo ‘ partirono le rondini’, ‘ Caruso’ o ‘ mamma’. Ha una personalità solare, trasparente, espansiva e gli piace parlare di sè e del mondo. ‘ Il mio mestiere mi ha fatto incontrare nel corso degli anni tanta gente, di ogni classe sociale, e per forza di cose ho dovuto imparare ad essere psicologo e filosofo. La vita ed i vari contatti umani sono stati la mia università.Tanti sono i professionisti, gli uomini d’affari, i banchieri, gli uomini politici, come il Primo Ministro René Lévesque o il Governatore Generale del Canada Ray Hnatyshyn, i giocatori di hockey come Pete Mihajlovich, che sono stati miei clienti. Il vero barbiere non ha bisogno di farsi specificare il tipo di taglio. Una volta guardati i tratti del viso del cliente deve saper far corrispondere la forma del taglio dei capelli alla sua fisionomia.Deve saper far suonare le forbici come un violino, tagliare sempre ad angolo, verticalmente e saper trovare le giuste proporzioni. È una questione di intuito basato sull’esperienza. È la grande lezione che mio padre mi ha insegnato quando, giovanissimo, ho cominciato a lavorare con lui al Ricci’s Barber Shop situata sulla strada Peel di fronte a Place du Canada.’
Ed a proposito del padre Orazio Ricci, nato a Rapolla vicino a Melfi in Lucania, ma vissuto per buona parte della sua gioventù a Firenze e deceduto a Montreal a 75 anni, racconta un episodio veramente unico. Siamo nel 1944 a Firenze. La città è ancora occupata dalle truppe tedesche. Un giorno un distinto signore in borghese entra nel salone di Orazio in pieno centro e chiede di essere servito.Ha i capelli lunghi, ma tra il cervelletto e la nuca ha due cavità che rendono il collo troppo lungo e sottile. Grazie alla sua perizia Orazio Ricci taglia i capelli in modo tale da rendere meno evidente questo piccolo difetto del cliente il quale si guarda allo specchio ed è molto soddisfatto del taglio ricevuto. Si alza, ringrazia, paga ed esce dal salone. All’uscita due ufficiali tedeschi in divisa lo salutano militarmente e poi spiegano ad Orazio che si trattava del famoso generale Rommel, ‘la volpe del deserto.’ A Firenze Orazio Ricci si diploma all’Accademia delle Belle Arti ed incontra e sposa una bella bruna, Pia Pagani, fiorentina verace, cantatrice lirica. Dalla loro unione nasce a Firenze nel 1940 Loris.Nell’immediato dopoguerra, in un’Italia distrutta anche la giovane coppia Orazio e Pia decide di cercare fortuna all’estero e nel 1948 si imbarcano a Genova sulla nave di guerra americana Marina Pirch. Loris ha già otto anni e ricorda benissimo la scena della partenza. ‘Mio padre era un bell’uomo che rassomigliava a Robert Taylor a mia madre una bella ragazza bruna, alta, snella, elegante. Una volta saliti a bordo, i miei genitori non sono riusciti a trattenere le lacrime nel vedere i miei nonni materni agitare un fazzoletto bianco sulla banchina e scomparire un pò alla volta per sempre all’orizzonte. Anch’io, aggrappato a mia madre, ho provato un groppo in gola nel lasciare l’Italia ed ho pianto senza capire veramente perché. Mia madre non voleva lasciare la sua città e la sua patria, ma ha accettato di seguire il marito per amore. La sua permanenza a Montreal è stata breve.É purtroppo deceduta a soli 39 anni, stroncata da un infarto. Ricordo come se fosse ieri l’apprezzamento della gente quando cantava pezzi d’opera o gli stornelli alla fiorentina.Indelebile è anche una passeggiata fatta con lei a Firenze ai giardini dei Boboli. M’ero seduto su una panchina bagnata di pioggia e lei premurosa mi mise un cuscinetto sotto il sederino e poi tornati al centro mi comprò un gelato. Mia madre, chiarisce Loris, è morta giovane, ma ha saputo inculcarmi l’amore per l’Italia e per la lingua italiana.’ E, benché viva in Canada da oltre sessant’anni, Loris parla ancora perfettamente l’italiano con una chiara cadenza toscana. ‘ Non lo nego, continua, anche ora quando sento le note di ‘Fratelli d’Italia’ e vedo il tricolore sventolare, mi vengono le lacrime agli occhi. Ho provato una sensazione simile ad Aquileia in Friuli. Facevo parte del coro folkloristico I Furlans e stavamo facendo una tournée in Europa. Dopo aver cantato in Germania ed in Svizzera siamo arrivati in Friuli ed il nostro primo spettacolo l’abbiamo fatto tra le rovine della città romana di Aquileia. Ho provato una gioia indicibile e mi sono commosso quando sul palco ho sentito le note dell’inno nazionale italiano risuonare tra le colonne ed i ruderi. Ho sentito la presenza degli antenati romani dentro di me. Un’ altra emozione magnifica, indimenticabile, dice Loris, è quella provata sulla Fifth Avenue a New York nel 1992. La nostra corale era stata invitata a cantare alla sfilata del Columbus Day. Mentre camminavo avevo intonato la canzone ‘ Quel mazzolin di fiori’ con altri membri della corale. All’improvviso sento una voce dietro di me che si è unita alla mia. Mi giro e con mia grande sorpresa mi rendo conto che si trattava della voce di Luciano Pavarotti. É stata un’esperienza indimenticabile, soprattutto perchè il Maestro si è congratulato con me per la mia bella voce. Dopo la morte di Padre Enrico Morassut, che era l’anima del coro, I Furlans hanno smesso di esistere e me ne rammarico tanto, perchè cantare significava dare vita e voce alla mia identità italiana.’ Loris Ricci è sposato con Jolanda Forte, una bella bruna italo/montrealese di terza generazione che fa pensare all’attrice Ava Gardner. ‘ Jolanda, dice sorridendo, è forte di nome e di carattere. É una pittrice che si specializza nei ritratti. Mi ha dato la gioia di essere padre di Pia, impiegata nel settore delle relazioni pubbliche per Desjardins e di Giovanni che ha appena completato un Master in teologia e si avvia a diventare prete francescano.’
Prima di lasciarmi il barbiere cantante si trasforma in sociologo e constata che il suo mestiere ha subìto profondi cambiamenti.’ Al giorno d’oggi sono i gay che hanno imposto la loro estetica in fatto di taglio di capelli e di acconciatura e le donne sembrano preferire gli uomini a loro somiglianza. Ma,sottolinea, non è detto, che l’immagine hollywoodiana che va di moda, sia la migliore.


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