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LibroGuglionesi
Pubblicato in data 27/2/2009 ● Click 2452

Don Carlo Maglia [1909-2009]. Non solo un prete a Guglionesi [cap. III]


Luigi Sorella © FUORI PORTA WEB

Capitolo III – 1955

[Luigi Sorella] - Nel 1955 don Carlo proseguì nell’opera a lui tanto cara di dare una sepoltura onorevole ai soldati guglionesani morti sul campo di battaglia. “Particolari cure ebbe per comporre nell’eterno riposo le salme dei gloriosi Caduti. Così nella Chiesa annessa alla “Casa del Fanciullo”, creò il Sacrario dei Caduti. Fondò, e ne è tuttora Presidente, l’Associazione Famiglie dei Caduti, avendo egli pure avuto un fratello caduto sui tragici campi russi!
Raccolse diverse Salme nel Sacrario, a più riprese, approfittando dell’occasione per esaltare gli eroismi degli Eroi. Per questo invito l’illustre Col. Varanini ed il Valoroso Col. Rosa, Presidente Regionale dell’Associazione del Fante, perché cantassero le glorie degli Eroi, simbolo della Patria Immortale!” [da “Le opere dell’Amore”].
Per rievocare “le glorie degli Eroi” e per l’occasione dell’accoglienza delle salme dei caduti don Carlo organizzò anche una “conferenza patriottica” invitando il colonnello Varo Varanini. Il colonnello Varanini, nella sua visita a Guglionesi, si rese conto perché don Carlo “in quel paese era tutto”.
“Ovunque Apostolo di Carità”
“In una sera ormai lontana giungevo nella cittadina di Guglionesi, dopo un lungo viaggio sulla linea ferroviaria adriatica, ancora in corso di ricostruzione dopo le tante rovine subite nella lunga e disastrosa guerra.
Non sapevo nulla di quella regione e di quella località, dove non ero mai stato, nemmeno di passaggio. Sapevo solo che vi era l’Arciprete Don Carlo Maglia, che io avevo avuto occasione di conoscere in quel di Varenna, vicino al suo paese natìo Esino, ed egli mi avrebbe istruito ed avviato a quanto mi proponevano di fare: una conferenza patriottica sui gloriosi Caduti in Guerra.
Giunsi a sera tarda con una modesta corriera su per quella tortuosissima strada, allora tutt’altro che curata, che collega Termoli a Guglionesi.
Alla stazione di arrivo della corriera trovai Don Carlo, che mi accolse affettuosamente e mi accompagnò alla bella stanza che era stata assegnata.
Si parlò a lungo e poi ci lasciammo
Al mattino girai per la cittadina che non conoscevo affatto. E mi accorsi subito che Don Carlo in quel paese era tutto. Ne vedremo ora il perché.
Oggi, a distanza di parecchi anni, la stima e l’affetto mio e di tutti coloro che hanno conosciuto Don Carlo, si sono centuplicati.
Si compie in questi giorni il decennale di vita parrocchiale di Don Carlo Maglia e tutti i paesi che sono stati beneficiati dall’opera sua – specie Guglionesi – si preparano a festeggiarlo.
Ben meritatamente, se consideriamo l’opera passata e presente del nobile Sacerdote.
Fin dai suoi giovani anni egli è stato maestro ed educatore, per missione e per passione, della gioventù di ogni ceto e condizione. Conseguito il diploma magistrale, prima ancora di essere sacerdote svolse opera educativa fra numerose schiere di giovani, a Pianura di Napoli, presso i Vocazionalisti, con la istituzione di numerosi corsi scolastici per i figli del popolo dimenticati, quelli viventi nella più squallida miseria.
In tale opera, veramente importante, ma piena di sacrificio, egli ottenne risultati fecondi per tante giovinezze, proprio nel momento tanto difficile della formazione morale e civile oltre che religiosa, e fu allora che in lui maturò il proposito di dedicare tutta la sua vita, anche durante il sacerdozio, all’educazione delle classi misere del Meridione, tanto bisognose di soccorso materiale e spirituale. Rinunciò a molte lusinghiere e vantaggiose offerte nella sua terra di origine – la perla montana del centro lago di Como – per restare nella sua terra di elezione – Guglionesi – a spargervi i semi benefici della bontà, della virtù e della saggezza in ambienti ancor desolati ma tanto predisposti alla fecondità dell’Apostolato educativo.
Appena ordinato Sacerdote, aveva insegnato nel Seminario di Termoli e, contemporaneamente, avuto sotto la sua direzione pastorale il povero Comune di San Giacomo, vi profuse, con iniziative varie richiedenti sacrifici, ogni sua attività per il bene di povere creature organizzando e sostenendo sotto ogni forma la vita dell’Asilo, riorganizzando scuole private e dopo-scuola per dare, a tanti uomini anziani ma senza studi, almeno le indispensabili cognizioni per la vita civile.
Valoroso Cappellano di guerra, dal 1939 al 1947, dedicò alla istruzione e alla educazione dei suoi soldati tutta la sua inesauribile attività, riuscendo talora, con iniziative veramente originali e lodevolissime, a dare a centinaia e centinaia di soldati quel giusto ed onesto orgoglio di uomo degno della società e della patria.
Fu nominato dal Ministro della guerra, con decreto del 9 marzo 1942, Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia “in considerazione di particolari benemerenze”.
Con altro Decreto del 1° marzo 1943 gli fu conferita la Croce di guerra al valor militare con questa bella motivazione: “Tenente Cappellano dell’88° reggimento “Friuli”, venuto a conoscenza che alcuni militari giacevano morti o feriti in un campo minato, che aveva causato perdite ad una compagnia del suo battaglione, si metteva a capo di un drappello di portaferiti e, nonostante la reazione di fuoco tedesca, si recava sul posto per mettere in salvo i feriti e dare sepoltura ai Caduti”.
Altra Croce al merito di guerra gli era concessa con brevetto del 30 ottobre 1946, su delibera del Capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano.
Degnissimo passato di guerra che gli meritò da soldati, ufficiali e comandanti la più grande stima ed amicizia, che regna ancor oggi dopo anni di separazione e di attività ben diversa.
Particolarmente, nel periodo in cui fu Cappellano delle Carceri militari di Peschiera, dal 1944 al 1947, la sua attività di sacerdote, soldato e maestro si esplicò nell’organizzazione di corsi scolastici fra i detenuti in quel momento tanto critico della loro vita. Ha scritto il comandante del Reclusorio di Peschiera: “L’opera svolta dal Tenente Cappellano Don Carlo Prof. Maglia in mezzo a noi non sarà dimenticata e tutto il personale, di governo e reclusi, serberà sempre vivo il ricordo del Sacerdote, apostolo sempre pronto a beneficare e a soccorrere, in vista della profonda rieducazione da perseguire a favore dei condannati”.
Chiamato dall’Eccellentissimo Vescovo di Termoli a reggere l’Insigne Chiesa Collegiata della cittadina di Guglionesi, iniziò, oltre alla sua complessa attività di sacerdote dell’importante località, la sua opera di assistenza per minori, poveri, derelitti, orfani, non solo locali, ma di tutto il Molise ed anche di altre regioni.
Con scuole sussidiate, adattando locali già esistenti o dando mano a costruzioni nuove ed accoglienti in località salubri, cooperò al risanamento e al miglioramento di elementi tarati moralmente e civilmente a causa anche degli avvenimenti bellici. In questa opera umanitaria profuse ogni tesoro della sua nobile figura di Sacerdote-Maestro, non risparmiando sacrifici di ogni genere e sviluppando ognor più l’Associazione per l’Apostolato della Carità che in dieci anni di vita ha già assistito varie centinaia di creature, procurando ad esse adeguata istruzione, soda formazione cristiana e civile, preparandole così ad un avvenire onesto e sicuro. Dall’anno di fondazione – 1948 – con 22 elementi si è giunti ora a un centinaio, distribuiti in due scuole medie, di avviamento e magistrali.” [da “Le opere dell’Amore”].

Foto del gruppo della "Casa del fanciullo"


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