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Pubblicato in data 29/1/2009 ● Click 1216

Mons. Gianfranco De Luca, 2009 l'anno della "Visita Pastorale"


Redazione FPW © FUORI PORTA WEB

S. E. Mons. Gianfranco De Luca, Vescovo di Termoli-Larino, nel corso dell'anno corrente avvierà una serie di iniziative per la Diocesi di Termoli-Larino. In particolare ci sarà la "Visita Pastorale" nelle parrocchie della diocesi. Dal 25 Gennaio 2009 è iniziata la "Visita Pastorale" a Mafalda (fino al 1° Febbraio), nella parrocchia di S. Andrea Apostolo.
A tal proposito riportiamo il testo della lettera di Mons. De Luca.

Carissime sorelle e carissimi fratelli
della Chiesa di Dio che è in Termoli-Larino,
con grande gioia vi comunico che dal prossimo gennaio 2009 inizierò la mia prima Visita Pastorale alla Diocesi.
Un “evento ecclesiale” atteso, grazie al quale potrò recarmi nelle vostre comunità parrocchiali e intrattenermi con voi per alcuni giorni, nel desiderio, certamente condiviso, di crescere nell’amore scambievole, nella condivisione fraterna delle gioie e dei dolori, delle ansie e delle preoccupazioni.
In questi due anni di presenza tra voi, negli incontri avuti nelle celebrazioni liturgiche e in altri eventi ecclesiali, ho avuto modo di imparare a conoscervi, a stimarvi e a volervi bene.
Questo ha alimentato in me il desiderio di approfondire la nostra amicizia nel Signore, così da far mie le parole di San Paolo Apostolo a Barnaba: "Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la Parola del Signore, per vedere come stanno" (At 15, 36).

Vi chiederete: ma cosa è, esattamente, la Visita Pastorale?
Non è certamente un’ispezione né, tantomeno un “passaggio” solo formale.
Vengo tra voi come fratello che ha ricevuto da Gesù, il Buon Pastore, la missione di rendere presente tra voi la premura paterna e materna dell’Eterno Padre. A spingermi è proprio il Suo amore che mi mette nel cuore il desiderio e l’urgenza di servirvi meglio e di testimoniarvi la certezza della Misericordia e della Provvidenza del Padre.
Il Vescovo, maestro nella fede è, come afferma il Concilio Ecumenico Vaticano II, il principio e il fondamento dell’unità della Diocesi (cfr. LG n. 23); ecco, allora, la ragione profonda della mia visita: essere insieme a voi “più Chiesa”; crescere, cioè, nella comunione, che costituisce il cuore pulsante della comunità cristiana.
Per questo starò tra voi in dialogo: con i vostri parroci, i religiosi e le religiose, i laici e tutti quelli che vorranno, per ascoltare e farmi ascoltare, per capire e comunicare quello che ho nell’anima perché, insieme, possiamo sperimentare la luce e il calore della presenza del Signore, che ci assiste nell’affrontare le sfide del presente e ci fa guardare, pieni di speranza al futuro che viene.
Vengo, carissimi, per essere “collaboratore della vostra gioia”, così come, ve lo assicuro, voi lo siete già della mia.
Mi fermerò volentieri negli ambienti che frequentate: innanzitutto, per rallegrarmi delle cose belle che Dio compie attraverso di voi ma, anche, per condividere il peso dei problemi, che non mancano mai nel comune viaggio verso la santità.
In questo scambio sincero, la letizia sarà dilatata per moltiplicazione e la sofferenza diminuita per partecipazione.

Replicherete: Quale è, allora, la nostra parte?
Per portar frutto, la mia visita deve essere preceduta da un momento di serio confronto e di verifica. Insieme al vostro parroco siete chiamati a fare “il punto della situazione”: siete chiamati a tracciare una “mappa” aggiornata della vita della vostra comunità parrocchiale evidenziando le mete raggiunte, le esigenze avvertite, le fragilità sofferte, i compiti che avvertite più urgenti.
Questo richiede un atteggiamento di libertà e di verità che vi permetta di mettervi “in questione” per leggere la vostra storia di comunità, cogliere i segni dei tempi che sono all’orizzonte e, attraverso il discernimento comunitario, con l’aiuto dello Spirito Santo, fare scelte che consolidino il bene già acquisito, aiutino a correggere i difetti e vi spingano a formulare validi progetti di apostolato, di missione, a intraprendere nuovi itinerari di educazione alla fede, ad aprire nuovi sentieri di testimonianza cristiana.
Sarà bene prepararvi spiritualmente, all’approssimarsi della visita, con momenti di riflessione e di preghiera, perché meditando sull’annunzio della buona notizia dell’Amore del Padre, possiate rinnovare la vostra fede e il vostro senso di essere Chiesa: presenza di Cristo in quella porzione di territorio dove vivete e negli ambienti che frequentate.

Potreste ancora chiedermi: cosa ti proponi con la visita, quali sono gli obiettivi che pensi di raggiungere?
Siccome a spingermi è l’Amore di Cristo che ha dato la vita per me e per ciascuno di voi, vorrei poter raggiungere il cuore dei vicini e dei “lontani” per partecipare alla storia di tutti e di ciascuno. Fatemelo dire, intendo mettermi in “ricerca”, come segno certamente povero, ma sincero, di Gesù Cristo che per incontrare l’uomo si è fatto compagno di viaggio di ciascuno aprendolo, attraverso la più profonda condivisione, alla comunione con il Padre Suo.
Inoltre, come frutto di una grazia che sarà certo sovrabbondante, mi aspetto da questa visita pastorale una crescita del “senso” della Diocesi, una maggiore corresponsabilità dei laici nella vita e nella missione della Chiesa e un vigoroso impulso dato all’opera della nuova evangelizzazione.

C’è già un programma?
Le modalità di svolgimento verranno stabilite di intesa con il parroco e i suoi diretti collaboratori: saranno loro ad informarvi delle iniziative che scandiranno i giorni che trascorreremo insieme. Certo è che, tra voi, mi sentirò “a casa” come ho sperimentato ogni qualvolta sono già stato tra voi: mi ha profondamente edificato l’accoglienza festosa e devota che mi avete riservato, riconoscendo e accogliendo, nella mia povera persona, la presenza del Signore, servo e capo della Chiesa.
E’ questo il “tono” che la visita deve tenere: una visione di fede che diventa spazio, dove Dio possa agire elargendo doni che risulteranno inattesi e sovrabbondanti. Egli, infatti, è “Colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare” (Ef 3,20).
Esortandovi a pregare con insistenza per la buona riuscita di questo “evento di grazia”, vi affido alla intercessione della Vergine Maria, madre e modello di credenti, ai nostri santi Patroni e in particolare a San Timoteo, discepolo dell’Apostolo Paolo, le cui reliquie riposano nella nostra Cattedrale, affinché ci aiuti nella continua battaglia della fede.
“Per il resto, fratelli, stati lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. La Grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (2Cor 13,11-13).

Vostro fratello e vescovo
+ Gianfranco De Luca


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