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CulturaGuglionesi
Pubblicato in data 12/1/2009 ● Click 2868

I villini di Vincenzo, Michele e Mario


Filippo Salvatore © FUORI PORTA WEB

‘Lavorare onestamente e dare sempre il 100% per orgoglio personale e per l'apprezzamento che si riceve dagli altri ‘: ecco il programma di vita di tre uomini, Vincenzo Faiola, Mario Michele Panzera e Mario Calliari, che si conoscono ormai‘come il palmo della mano', soci dell' impresa edile RICO Briqueleur, fondata nel 1974, oltre che da Vincenzo Faiola, da Giuseppe Rizzotti, Carlo Spadari e Bruno Martini, ora in pensione.
Faiola e Panzera sono molisani d'origine, - di Rocchetta al Volturno il primo e di Pietracatella il secondo,- mentre Calliari è trentino, nato a Mezzo Lombardo. Vincenzo, Michele e Mario sono esperti muratori che da decenni usano le mani per trasformare inerti mattoni e pietre grige in case da abitare. Con le loro mani plasmano l'ambiente in cui viviamo e vi lasciano una traccia profonda, duratura. I signori Faiola, Panzera e Calliari sono la prova del contributo concreto che la presenza italiana sta dando alla nostra patria di adozione. Tanti eleganti villini lungo il Boulevard Gouin a Montreal oppure tante lussuose dimore rivestite di mattoni ed improziosite di pietra grigia cesellata a Saraguay o al Nouveau Saint Laurent sono il frutto del loro lavoro, della loro creatività. ‘ Vincenzo è il piu' bravo di noi tre,- riconosce Michele. - Non dategli libri da leggere, ma fategli usare le mani e subito diventa un artista. Sa dare vita ai mattoni, sa carpire e fare emergere l'anima nascosta delle pietre.'
Persa la mamma a 13 anni,Vincenzo Faiola comincia giovanissimo a lavorare come cavatore di pietra. Impara l'arte di scalpellino e di incisore di pietra che farà fruttare quando nel 1970, dopo il servizio militare nel corpo degli alpini a Bra, in Piemonte, (Vincenzo è socio ora del gruppo alpini Serafino Gnutti di Montreal) viene a vivere in Canada. Nel 1971 conosce Nicolina Panzera che sposa nel 1973 e da cui avr tre figli, Antonio, consulente di marketing per la compagnia aerea West Jet a Calgary, Franco, architetto e Gianluca, ancora studente al Collège de Maisonneuve.
‘Vincenzo è tanto orgoglioso del suo lavoro. A volte, confessa la moglie, facciamo un giretto in macchina per andare a vedere le case che costruisce. Le guarda con il sorrido negli occhi e le chiama ‘i miei bambini'. Ed io lo prendo in giro. In realtà lo ammiro e lo amo tanto.'
‘Mario era un bel biondino con gli occhi blu arrivato a Montreal con la famiglia dalla provincia di Trento nel 1961. L'ho conosciuto nel 1963 in casa d'amici emiliani, ricorda ancora con un lieve tremolio nella voce, Franca Paliarulo, milanese d'origine pugliese moglie del signor Calliari. Mario aveva allora diciotto anni. Aveva la parlantina facile e ci sapeva fare con le donne.Ha un carattere molto sensibile. Era un grande amatore di musica, sia leggera che classica. Conosceva tutte le canzoni di Mina, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Adriano Celentano che mi cantava all'orecchio mentre ballavamo. Ma aveva un debole soprattutto per l'opera. Il suo cantante preferito era Luciano Pavarotti.Ci siamo sposati nella chiesa Madonna della Consolata il 6 maggio 1967, proprio il giorno dell'apertura dell'esposizione universale Expo 67. Abbiamo due figli, Monica e Marco e due nipotini, Alessio e Massimo. Mio marito ha saputo trasmettere il suo amore per la musica a nostro figlio Marco che è diventato cantante di professione.'
‘ La morte di Pavarotti, - chiarisce Mario Calliari - mi ha colpito molto. Aveva la migliore voce tra i tanti cantanti di musica classica. Pavarotti mi ha dato gioia ed orgoglio di essere italiano. Ha saputo rendere l'opera accessibile al popolo. Lascia una grande eredità artistica al mondo intero.'
Mario Michele Panzera arriva con la famiglia a Montreal il 3 luglio 1966 a 17 anni. Dopo due anni di scuola media e diversi lavori, nel 1976 diventa socio del cognato Vincenzo Faiola e da allora è diventato uno dei tre pilastri dell' impresa edile RICO .
‘ Il lavoro, - spiega Michele - è vita, da' stabilità, fiducia e mantiene onesti. Il lavoro fatto bene, il prodotto di qualità, soprattutto quando apprezzato da estranei, dà tanta gioia e soddisfazione e ti spinge a fare sempre meglio. Con i miei soci vado d'accordo, perché ognuno si fa i fatti suoi. Lavoriamo insieme da 32 anni e tutto procede come si deve perché ci conosciamo bene e ci perdoniamo a vicenda.'
Sono 40 anni ormai che Michele ha lasciato l'Italia e per diverse ragioni non vi è mai tornato. ‘ Ma a casa mia continuo a parlare l'italiano con mia moglie, sposata nel 1982, e con i miei due figli. Anzi il primo di 24 anni studia lettere italiane all'università Concordia. Considero ormai il Canada la mia patria, ma l'Italia ha sempre un posto d'onore nel mio cuore e sono tanto orgoglioso quando gli Azzurri vincono al calcio o la Ferrari alla formula 1.'
Vincenzo, Michele e Mario, tre persone comuni, fatte uscire per una volta dall'anonimato, espressione umana dell'innesto riuscito tra i valori del paese di nascita, l'Italia e le opportunità offerte dalla patria di adozione, il Canada. Esempi fulgidi di laboriosità ed onestà, qualità che ci caratterizzano come comunità.
Filippo Salvatore, Concordia University, Montreal | News ITALIA PRESS
http://www.newsitaliapress.it/pages/dettaglio.php?id_lnk=3_149339


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